Il matrimonio fa bene alla società (e l’insegnamento viene dalla laica Inghilterra). Lo Stato inglese vuole insegnare come far durare un matrimonio. Il governo Cameron ha approvato un piano di consulenza familiare per le coppie appena sposate, al fine di prepararle ad affrontare le crisi che il matrimonio spesso comporta. Il cambiamento demografico, le nuove politiche economiche e sociali a lungo termine sono le cause dei breakdown familiari in Inghilterra negli ultimi quattro decenni. E ora lo Stato vuole contribuire a risolvere le crisi matrimoniali, non incentivando i divorzi e diminuendo il tempo necessario a divorziare (in Inghilterra bastano già solo 6 mesi) ma aiutando le coppie a decidere di sposarsi e a supportarle nei momenti di difficoltà.
Il ministro per il Lavoro e le Pensioni, Iain Duncan Smith, ha pianificato la formazione di assistenti sanitari del National Health Service per dare supporto gratuito ai neo-sposi e ai neo-genitori al fine di instillare “i concetti base di amore, compassione e fiducia”. Il ministro conservatore è lo stesso che qualche anno fa affermava che il matrimonio è il più “eccellente” luogo dove far crescere una famiglia, e che i figli crescono meglio in una famiglia con un padre e una madre che stanno insieme. Colpisce il fatto che, secondo l’ufficio di statistica nazionale, nel Regno Unito si registra già la più bassa percentuale di divorzi degli ultimi 20 anni. Nel 2005 la percentuale di divorzi ogni 1000 uomini e donne era del 13,1% verso il 12,2% nel 2013. Dei dati davvero sorprendenti se si pensa alla rapidità con cui si può ottenere un divorzio in UK: sul sito del Governo gov.uk basta un click per spedire il documento di richiesta di divorzio e concludere il matrimonio nel giro di 6 mesi. E invece di aumentare, i divorzi sono diminuiti. Il problema però è che assieme ai divorzi sono calati anche i matrimoni.
Il piano del Governo per il prossimo anno è quindi quello di formare dei consulenti che sappiano indirizzare le coppie verso la stabilità matrimoniale e “riconoscere e rispondere ai segni delle difficoltà di un rapporto”. Si vogliono così aiutare i coniugi a prevenire le rotture, e quindi i divorzi. I breakdown infatti sono causati per lo più dallo stress derivante dall’arrivo dei figli, da una eventuale perdita del lavoro, dai debiti, dai fallimenti educativi. Calcolando che queste crisi giungono dopo i primi dieci anni di matrimonio, le figure assistenziali vogliono supportare le coppie nei primi anni di matrimonio nell’affrontare i momenti difficili senza lasciarsi.
La famiglia sembra essere davvero diventata la priorità vitale del Governo Cameron. Il conservatore Duncan Smith afferma che evitare che le persone divorzino è una questione di “giustizia sociale”, per questo lo Stato ha il dovere di intervenire. La famiglia ha un impatto enorme sulla società e da un matrimonio felice e di successo ne beneficiano i figli e tutta la società. Il divorzio, infatti, porta a conseguenze a lungo termine che impattano la vita dei figli e delle persone che si lasciano.
Assicurare, dunque, famiglie stabili: questo è l’obiettivo del Governo inglese. I divorzi, inoltre, pesano notevolmente sulle casse dello Stato, che deve supportare gli uomini e le donne che si lasciano e che hanno figli a carico. Ciò che ha spinto il Governo inglese a incentivare una politica pro-matrimonio e pro-famiglia forse è più l’esigenza di tagliare costi piuttosto che la realizzazione che sostenere politiche familiari porta ad una maggiore ricchezza sociale. Lasciando il beneficio del dubbio, è bello pensare che forse proprio dalla patria del liberalismo più ostinato e del pro-choice, dal paese che, visto come modello di civiltà da molti, considera l’aborto una conquista e il divorzio una mera questione burocratica, stia arrivando un messaggio che finalmente è di vero insegnamento: sposarsi fa bene, stare insieme tutta la vita fa anche meglio.