Per difendersi dalle accuse di maltrattamenti e stalking un 30enne ha tirato in ballo i post-it romantici scritti dalla sua ex convivente. Il pm ha chiesto la condanna a un anno e otto mesi, niente condizionale, ma il difensore dell’imputato punta sui messaggini d’amore che l’ex ha scritto. Agli atti ne sono finiti 67 e secondo la difesa sono la prova che le accuse non sono vere. L’ultima parola spetta al giudice Massimiliano Magliacani, che l’8 giugno deciderà se l’imputato è colpevole o innocente. Un processo, dunque, può essere deciso da alcuni post-it.
L’avvocato della parte offesa, però, ha replicato evidenziando due aspetti: innanzitutto i messaggi non hanno data, quindi potrebbero risalire all’inizio della relazione, inoltre non sarebbero la prova che non accadeva quanto dichiarato dalla signora. «Anzi, funziona proprio così. Le donne maltrattate non vedono quello che accade perché sono innamorate», ha spiegato il legale della donna, facendo leva invece sugli episodi e i pretesti che hanno portato alle violenze. Piccoli, ma esplosi poi in una dose massiccia di violenza. Come i pugni e calci presi per aver lasciato i documenti del veterinario del cane sul tetto dell’automobile. Furia anche dopo il parto del loro bimbo, perché lei con i punti di sutura non riusciva a salire in auto. Per colpa di un sms che l’aveva fatto ingelosire, avrebbe fatto inginocchiare la donna, incinta forse da un mese, di fronte alla vasca da bagno per metterle la testa sotto l’acqua e la piastra per i capelli ancora calda sulla schiena.
«La vittima è stata sempre coerente e precisa nel riferire gli episodi. L’ha denunciato sei volte e dal questore ha ottenuto l’ammonimento. Un paio di testimoni confermano», sostiene l’accusa, come riportato dal Corriere della Sera. Per la difesa, invece, non ci sono prove e smentisce un episodio, quello delle botte sul posto di lavoro per un complimento di un cliente: «Non è possibile che dopo 10 ore di lavoro sul camion sia tornato a casa, abbia guidato per 30 minuti per andare da lei e l’abbia picchiata. Se avesse voluto farlo l’avrebbe aspettata a casa, dove nessuno l’avrebbe visto».