Grande importanza tra coloro che sono celebrati dalla Chiesa cattolica il 20 agosto, riveste la figura di San Bernardo di Chiaravalle. Nato a Fontaine-lès-Dijon, nell’anno 1090, figlio di Tescelino il Sauro e Aletta, veniva da una famiglia di possidenti che aveva fondato le sue fortune servendo alcuni grossi signori dell’epoca. Dopo aver studiato retorica e grammatica, fece ritorno nel castello paterno di Fontaines, per poi decidere nel 1111 di farsi monaco e ritirarsi nel convento cistercense di Citeaux, fondato da Roberto di Molesmes e retto da Stefano Harding. Insieme a lui cinque fratelli e molti altri parenti. Dopo quattro anni, insieme stavolta a quattro fratelli e altri sette compagni, si trasferì nello Champagne, sulle rive del fiume Aube, ove fondò il monastero di Clairvaux, ovvero Chiaravalle. La sua idea di Chiesa era molto lontana da quella che era invece in voga presso altri ordini. Bernardo riteneva infatti che essa dovesse rimanere lontana dai fasti e dai lussi che caratterizzavano ad esempio i benedettini di Cluny, le cui ricchezze stridevano non poco con la fame in cui si dibattevano i poveri del tempo. La polemica da lui portata avanti contro i benedettini lo portò a negare la regola, affermando invece la totale legittimità di un eventuale passaggio dai cluniacensi ai cistercensi in forza della totale aderenza della regola professata nei monasteri retti da questi ultimi agli insegnamenti di San Benedetto. Proprio per questo motivo ai suoi confratelli chiedeva più lavoro e meno funzioni. Un lavoro incessante che da Chiaravalle si espanse verso il resto dell’Europa, con tanto di zappa per coltivare la terra e mettere a disposizione l’acqua per chi ne avesse bisogno. Il suo prestigio di diffuse ben presto fuori della Francia, facendone un punto di riferimento morale, sino a contrapporlo con altre personalità di rilievo dell’epoca, a partire da Pietro Abelardo. Le tesi di questi, che svolgeva il ruolo di docente di logica e teologia a Parigi, furono condannate da San Bernardo, che però non ebbe il coraggio di presentarsi a un dibattito pubblico chiesto dal suo avversario, preferendo manovrare i vescovi per battere il suo avversario. Si spese anche per combattere una eresia di stampo pauperistico diffusa nei pressi di Tolosa da Enrico di Losanna e le tesi di Gilberto Porretano, il vescovo di Poitiers, il quale però fece cadere ogni accusa affemando di non aver sostenuto le tesi di cui era stato accreditato. Nella disputa che sorse nel 1130 a seguito dell’elezione concomitante di due papi, Innocenzo II, un appartenente alla famiglia dei Frangipane, e Anacleto II, un Pierleoni, Bernardo prese le parti del primo, spendendosi per quello che fu poi riconosciuto come il vero pontefice.Bernardo è anche ricordato come colui che ispirò la regola dei Cavalieri Templari, l’ordine monastico e militare fondato da Ugo di Payns ed altri, al fine di difendere le strade percorse dai pellegrini in viaggio verso Gerusalemme. Nel 1145 salutò l’elezione di un suo antico discepolo, Bernardo Paganelli, diventato papa col nome di Eugenio III, ordinato cistercense sette anni prima a Chiaravalle. Il nuovo pontefice incaricò proprio Bernardo di spendere la sua influenza in favore della nuova crociata che si andava organizzando proprio in quei mesi. Bernardo non esitò a farlo, salvo poi spiegare il totale falimento della stessa, cui parteciparono soprattutto francesi e tedeschi, con i peccati che avevano caratterizzato l’impresa, fallita alle porte di Damasco.
Nel 1152 le sue condizioni di salute iniziarono a peggiorare sempre più rapidamente, anche se Bernardo volle ancora impegnarsi in un viaggio a Metz, per cercare di porre fine ai disordini che vedevano come teatro quella parte di Lorena. Il suo prestigio era ancora molto alto, ma proprio le condizioni fisiche stavano ormai declinando paurosamente, a causa soprattutto di un tumore allo stomaco che stava per sopraffarlo. Tornato a Chiaravalle, apprese del decesso di Eugenio III proprio un mese prima di morire a sua volta. Le sue spoglie mortali vennero seppellite nella chiesa del monastero, per poi essere disperse nel corso dei tumulti seguiti alla Rivoluzione francese. Si salvò soltanto la testa, attualmente custodita all’interno della cattedrale di Troyes. Fu proclamato santo da Alessandro III nel 1174. mentre nel 1830 fu Pio VIII a rilasciargli il prestigioso titolo di Dottore della Chiesa.