Una bambina, all’epoca di sette anni, era stata trovata un anno e mezzo fa, a Bari, in condizione disumane: viveva e si comportava come una cane, come il suo unico amico e compagno di giochi. Mangiava da una ciotola, camminava a 4 zampe e latrava al posto di parlare. Tutto ha inizio il 21 ottobre 2009, quando i genitori, non trovando più la loro piccola, avvertono il 112 e il 113. Temono che sia fuggita, ma a poliziotti e carabinieri non sono in grado di fornire una sua descrizione, ne spiegargli cosa indossasse. Dopo aver cercato ovunque, la trovano rannicchiata in un armadio. Attorno ci sono escrementi, rifiuti, materassi sporchi e senza lenzuola. Viene immediatamente ricoverata al Giovanni XXII per il sospetto che abbia la scabbia e per i pidocchi. Ora vive in una casa di cura, dove sta meglio, benché non sia ancora in grado di parlare.
Si esprime a gesti, e in quel modo ha mimato agli inquirenti qualcosa di orrendo che le sarebbe accaduto, una violenza sessuale. Tuttavia, finora, non sono state trovate le prove scientifiche del fatto che la violenza sia avvenuta. E, del resto, la posizione dei suoi genitori, denunciati a piede libero, è stata archiviata da pubblico ministero, Angela Maria Morea. Lui, 57 anni, è invalido civile, senza un reddito e un lavoro.
Lei, di 46, è affetta da problemi psichiatrici e ha una piccola pensione che, evidentemente non bastava, dal momento che le forze dell’ordine hanno dovuto cercare la bambina a lume di candela perché era stata sospesa loro la fornitura di energia elettrica in quanto morosi. Sono stati affidati ai servizi sociale e di igiene mentale e contestare loro il reato di abbandono di minori, data la situazione, è praticamente impossibile. Sull’archiviazione o meno della posizione dei due, in ogni caso, ora la decisione finale spetta al giudice per le indagini preliminare.