Ha sconvolto l’Italia intera la vicenda di Niccolò Ciatti, il ragazzo di Scandicci ucciso a calci e pugni da tre giovani russi all’interno di una discoteca di Lloret de Mar con una furia indescrivibile. Quando i genitori sono stati informati che il loro figlio, 22 anni compiuti da un mese, era in fin di vita: dalla Toscana si sono precipitati in Spagna, speravano in un miracolo che non è avvenuto. Quando parla ai microfoni del Tg1, il papà della vittima, Luigi Ciatti, ha gli occhi lucidi e la voce rotta:”Ho visto la metà di quel video terribile, non sono riuscito a vederlo tutto. Mi ero ripromesso di non farlo guardare a mia moglie ma lei lo ha già visto“. Come riportato da Il Corriere della Sera, per il papà di Niccolò è impensabile credere che quei ragazzi abbiano messo fine alla vita del figlio nel giro di pochi secondi:”Non sono esseri umani ma bestie, lo hanno ammazzato come un sacco di patate, neanche un cane si merita una fine così“.
NICCOLÒ CIATTI, RAGAZZO UCCISO IN DISCOTECA
NESSUNO HA MOSSO UN DITO
Nel video dell’uccisione di Niccolò Ciatti, il ragazzo italiano massacrato nella discoteca St. Trop’ di Lloret de Mar, i fatti che balzano agli occhi sono principalmente due. Da una parte la sconsiderata furia omicida degli assassini, che si avventano sul corpo di Niccolò, già messo ko, rifilandogli pugni e un calcio mortale. Dall’altra, però, ci sono tutti gli altri: le centinaia di giovani che creano un cerchio umano intrno al ring immaginario. Nessuno, o quasi, muove un dito. Gli unici due ragazzi che provano ad intervenire vengono allontanati con fare intimidatorio dai 3 killer, che dispensano pugni e spintoni, sicuri del fatto loro e intenzionati a completare il loro disegno omicida. Come riporta Il Corriere della Sera, il papà si chiede perché nessuno abbia cercato di salvarlo: perché se tutti si fossero mossi contro i giovani Niccolò sarebbe ancora vivo. “Tutti sono stati a guardare impotenti – si dispera il padre -. Forse qualcuno poteva risparmiargli quelle pedate sulla testa, quelle botte al cuore che me l’hanno ammazzato“.