Per l’estate 2013 le previsioni restano nerissime. Il rischio che l’Imu possa essere ripristinata a settembre sta ritardando le prenotazioni per le vacanze. Gli italiani che andranno in villeggiatura stanno infatti prenotando “last second”. A Giorgio Palmucci, amministratore delegato di Hotelturist Spa, proprietaria del marchio THresorts by Tivigest, nonché Presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, abbiamo chiesto di raccontarci come saranno le vacanze italiane del 2013.
Il 2012 è stato un anno nero, con cali di presenze del 30% nelle zone di villeggiatura. Vanno meglio le cose quest’anno?
Se la speranza era di trovare finalmente la luce in fondo al tunnel, bisogna augurarsi che quella luce non sia un treno in arrivo, come dice Woody Allen in un famoso film. In realtà, il 2013 si preannuncia un altro anno molto complicato.
Come stanno andando le prenotazioni?
Sono in grosso ritardo, soprattutto quelle degli italiani che evidentemente hanno forti dubbi su quello che accadrà in autunno.
A cosa si riferisce?
Al fatto che l’Imu è stata solo sospesa e non si sa se a settembre verrà ripristinata anche sulla prima casa. La gente è perplessa sul fatto di impegnare per le vacanze quello che aveva accantonato per l’Imu.
Quanti sono gli italiani che non andranno in vacanza quest’anno?
Si teme che saranno quasi il 50%. Personalmente sono un po’ più ottimista; spero che anche in un momento di crisi gli italiani non rinuncino del tutto al riposo in previsione dell’autunno.
Le abitudini degli italiani sono cambiate o, chi può, continua ad andare in vacanza nelle settimane centrali d’agosto?
Sicuramente si è ridotta la durata della vacanza. In più…
In più?
Se negli ultimi anni era emerso sempre più chiaramente che le prenotazioni venivano fatte sotto data, oggi non si parla più di last minute ma di last second. La gente sta prenotando, quando è previdente, a due settimane. Altrimenti per la settimana successiva.
Chi, fra le principali destinazioni turistiche, sta registrando le maggiori defezioni?
La Sardegna continua a soffrire. Negli ultimi tre anni ha perso 2 milioni di visitatori. Una cifra enorme.
A cosa è dovuto questo calo di presenze?
In larga parte al costo del traghetto. Fondamentalmente Tirrenia ha ridotto ancora di più la concorrenza e i prezzi dei traghetti hanno continuato a lievitare. Ovvio che nel momento in cui si deve ridurre il costo della vacanza, in primo luogo si cerca di spendere il meno possibile per il trasporto. E la Sardegna, dove si arriva solo con il traghetto o in aereo, costa più di altre destinazioni.
Quali sono le mete preferite dell’estate 2013?
Tra le destinazioni marittime, Puglia e Toscana sono quelle che stanno soffrendo meno la crisi.
Come stanno andando le presenze straniere?
Fortunatamente gli stranieri continuano a considerare il nostro Paese una meta privilegiata per le loro vacanze, in particolare le nostre zone di mare. Ma c’è un problema…
Quale?
Gli stranieri non scelgono quasi mai il mese di agosto per fare le vacanze nel nostro Paese. Non saranno certo loro a compensare la mancata presenza degli italiani. Abbiamo assistito a una crescita nel mese di giugno e nella prima quindicina di luglio. Ma sappiamo già che ad agosto ne verranno di meno. Perché, a differenza dell’Italia, all’estero nel mese di agosto si lavora regolarmente. La presenza dei turisti stranieri è fondamentale.
Cosa si può fare per tornare ad attirarne il maggior numero?
Ne abbiamo parlato proprio settimana scorsa all’assemblea annuale della nostra associazione a cui ha partecipato anche il Ministro Bray, nella sua veste di Ministro dei Beni culturali, oltre che del Turismo.
Cosa avete detto al Ministro?
Gli abbiamo presentato una specie di decalogo di quello che deve essere fatto per favorire la ripresa del turismo e di cosa occorre fare per promuovere il brand Italia.
Che fine ha fatto il piano dell’ex Ministro Gnudi?
Quel piano, purtroppo, fu presentato quando ormai il governo era in scadenza e non è mai stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Tuttavia aveva una certa importanza e sarebbe un peccato se venisse abbandonato.
Cosa prevedeva?
Una sessantina di azioni che potrebbero portare risultati significativi anche con una certa rapidità. Si parla tanto del manifatturiero, ma nel nostro Paese con il turismo potremmo arrivare facilmente al 20% del Pil. C’è anche un altro aspetto.
Quale?
In un Paese come il nostro, con la disoccupazione giovanile a livelli così alti, il turismo potrebbe offrire con maggiore facilità uno sbocco ai giovani che intendono iniziare una carriera in questo settore.
Di cos’altro avete parlato con il Ministro Bray?
A Bray ho detto che la scelta di collegare il Ministero del Turismo con quello dei Beni culturali è stata azzeccata perché due grossi asset del nostro Paese sono proprio cultura e turismo. Molto meglio di com’era prima, quando il turismo dipendeva dalla Presidenza del Consiglio oppure era collegato alle Regioni o allo Spettacolo.
Cosa succederà nel resto dell’anno? Fino a Natale non si registreranno grosse affluenze?
Nei prossimi mesi non ci saranno grosse sorprese. Tra l’altro, dal punto di vista del calendario le festività non cadono neanche tanto bene. Credo ci sarà una crescita del turismo su Roma legata alla presenza del nuovo Papa, che sta avendo un effetto più che positivo. Dopodiché mi auguro che si cominci a lavorare tutti in maniera più coordinata alla preparazione dell’Expo.
A che punto siamo?
Expo è dietro l’angolo. Ma non è stato ancora veramente promossa; non si sa neanche quale sarà il prezzo del biglietto… Immagini cosa vuol dire programmare un evento di queste dimensioni con i grandi operatori turistici internazionali, in un tempo così ristretto. L’augurio è che l’Expo sia il volano che ci permette di guardare al 2014 con un poco più di ottimismo.