Il caso è tutto da approfondire, quello ripreso da molta stampa inglese relativo al suicidio di una ragazzina polacca dodicenne. Secondo quanto riportato la giovane si sarebbe impiccata perché desiderosa di rivedere il padre morto qualche anno prima non sopportandone più la mancanza. Nessuno conosce la vera situazione della ragazzina e i suoi eventuali problemi, ma quello che fa scalpore è la reazione di un blog ateista che ha preso spunto dal fatto per incolpare di questo e di altri suicidi la religione. Se la gente non credesse a storie come la vita dopo la morte, suicidi come questo non ci sarebbero. In poche parole, dicono, la religione uccide. Ilsussidiario.net ha chiesto un parere al professor Introvigne, il quale con una battuta avrebbe volentieri chiuso il caso: “Gli atei dovrebbero ricordarsi che al mondo l’80% delle persone è religiosa, dunque la percentuale dei suicidi sarebbe ben più alta. Inoltre studi recenti hanno dimostrato che si suicidano molto di più gli atei dei religiosi”: Ecco quello che ci ha detto.
Professore, credere nella vita dopo la morte è dannoso, come sostengono alcuni atei?
Mi ricollego a quanto detto da Papa Francesco proprio ieri parlando dei morti. Il Papa è stato molto preciso dicendo come i nostri morti si trovino in paradiso e in purgatorio. Non ha detto l’inferno perché se si trovano lì allora c’è un piccolo problema. Questo per dire che il cristianesimo ha una visione dei morti che non è una alienazione, non ci dice soltanto che noi saremo riuniti con i nostri morti il che è certamente vero quando moriremo anche noi, ma che la comunione dei santi come il cristianesimo ci insegna è che questa comunione la viviamo già oggi. Per cui non abbiamo bisogno, questo lo aggiungo io con riferimento al caso della ragazzina suicida, di morire o di ucciderci per ricongiungerci con i nostri cari perché l’idea di comunione del cristianesimo è una idea che abbraccia i vivi e i morti.
Una idea che le altre religioni non hanno, giusto?
Quella cristiana è una idea nuova che nelle altre religioni non c’era e ci dà il senso di coralità umana e di fraternità che va oltre le soglie della morte.
Pur non conoscendo nei dettagli il caso della ragazzina morta, possiamo però dire che una visione distorta possa portare a pensare che uccidendomi posso rivedere subito i mie cari?
Diciamo che questi atteggiamenti di tipo morboso che portano a tragedie come questa sono diffusi non nel cristianesimo ma in una certa cultura popolare della spiritualità alternativa che ci dà un senso completamente sbagliato delle comunicazioni con i morti. Presupporrebbero che noi in qualche modo possiamo entrare nel mondo dei morti, ad esempio con le sedute spiritiche tanto diffuse nella cultura new age. E forse non è un caso anche se è un caso estremo non da demonizzare e che accade soprattutto nell’Europa del nord che ci stiamo avvicinando ad Halloween dove si fa una retorica molto forte dei morti. Ma anche qui i ragazzini che celebrano Halloween non si suicidano tutti, altrimenti sarebbe una strage.
In quel blog ateista si dice anche che gesti come quello fatto da quella ragazzina è paragonabile a quanto fanno i kamikaze islamici, che si assicurano il paradiso con la morte.
Gli atei si facciano una ragione pensando a queste due cose. La prima è che oltre l’80% delle persone nel mondo si dichiara religiosa quindi è evidente che la religione non porta al suicidio altrimenti il tasso dei suicidi sarebbe altissimo. La seconda è che ricerche recenti hanno dimostrato che gli atei si suicidano più delle persone religiose. Questo chiude il discorso.
In conclusione possiamo però dire che si può essere vittime di una religiosità distorta?
E’ chiaro che la religione non porta al suicidio, ma certamente ci sono deviazioni tossiche che possono portare al terrorismo come quello di matrice islamica. Però non dimentichiamo che ci sono stati altrettanti suicidi compiuti dal terrorismo marxista che non era certamente religioso. Il terrorismo è una deviazione della religione ma anche delle ideologie. Direi che quanto sostenuto da questi atei sia la solita speculazione sulla pelle dei morti come i suicidi di ragazzini che vivono male la loro condizione sessuale per andare a toccare argomenti come l’omofobia o i matrimoni omosessuali. Certamente ci sono più atei che si suicidano, e semmai tutte le grandi religioni sono contrarie al suicido. Se vogliamo cercare qualche correlazione la troviamo in quell’un atteggiamento malsano nei confronti dei morti che esprimono certe forme di spiritualità alternative e new age.
(Paolo Vites)