Continuerebbe a non convincere gli inquirenti la versione fornita dal padre della 12enne accoltellata nei giorni scorsi e ora ricoverata a causa della gravi ferite da arma da taglio. Dopo aver inizialmente riferito della fantomatica aggressione subita dalla figlia da parte di un nordafricano, l’uomo ora in arresto avrebbe poi ammesso di essere stato colto da un raptus omicida giustificato dall’eccessivo tempo trascorso dalla ragazzina al cellulare. Ora però, emerge una ulteriore versione resa nota dal quotidiano LiguriaOggi.it. A quanto pare, l’ecuadoregno avrebbe deciso di uccidere la giovane figlia in quanto braccato dagli usurai in Ecuador in seguito ad un debito da 15 mila euro e che aumenterebbe del 20% ogni mese. Somme sempre maggiori ma che l’uomo non riusciva più coprire al punto di essere entrato in un pesante stato di depressione che lo avrebbe spinto a farla finita insieme alla 12enne. Una versione che dovrà ora essere vagliata dagli inquirenti ma che al momento, al pari delle precedenti, sembrerebbe affatto aver convinto a pieno chi indaga sull’intricato caso. L’uomo sarà interrogato ulteriormente, in attesa di poter sentire anche la giovane vittima che potrà con le sue parole eventualmente confermare o smentire quanto finora emerso dalle testimonianze del padre.
Il piano di un migrante ecuadoregno, residente a Lavagna, in provincia di Genova, era di uccidere la figlia 12enne ed infine togliersi la vita. E’ quanto ha riferito lo stesso 40enne agli inquirenti durante l’interrogatorio giume, in cui ha rivelato di essere sotto pressione da alcuni usurai dell’Ecuador. Qui vivrebbe la compagna e la madre della ragazzina accoltellata, tenuta sotto minaccia assieme agli altri due figli dagli usurai. “Mi sono bloccato quando ho visto il sangue”, riferisce al pm Marcello Maresca, descrivendo uno scenario di disperazione, che lo ha portato prima a cercare di tagliarsi al polso e poi a colpire la figlia. Non appena si è accorto di quanto stava facendo, ha cercato di curare la ragazzina con disinfettanti e garze che aveva in appartamento, ma le condizioni della 12enne lo hanno spinto a recarsi in seguito in ospedale. Una volta arrivato, alla richiesta delle autorità di spiegare i fatti, sottolinea Primo Canale, l’uomo avrebbe affermato di essere stato aggredito da un nordafricano mentre si trovava in sosta presso un’area di servizio carburante. Secondo la sua ricostruzione, la 12enne era stata ferita perché aveva cercato di protegere il padre. La versione tuttavia non ha convinto gli inquirenti, che hanno fatto scattare quindi le manette con l’accusa di tentato omicidio. Alcuni particolari rimangono tuttavia ancora oscuri, a causa del punto in cui ha colpito la ragazzina, che avrebbe provocato una lunga agonia, molto lontana dal presunto intento omicida. In base alle prime ricostruzioni, l’uomo potrebbe in realtà essere stato spinto da un raptus omicida, provocato dal fatto che la 12enne trascorreva troppo tempo al cellulare. Coinvolta anche la nonna paterna, che in quel momento si trovava in casa, e che secondo la squara mobile ha cercato di far sparire delle prove importanti con lenzuola e vestiti intrisi di sangue, con un vano tentativo di gettare il tutto dalla finestra.