Pare che non sia la prima volta che il medico abortista americano Warren Hern lasci pezzi di bambini nel ventre materno mentre effettua i numerosi aborti per cui è noto, anche oggi che ha ben 79 anni. Nell’ultimo caso aveva lasciato addirittura un pezzo di cranio dello sventurato piccolo abortito quasi allo scadere dei termini previsti per legge, alla 23esima settimana. Oltre all’orrore per i metodi disumani che questo medico usa, evidentemente frettolosi e senza alcuna pietà anche se di pietà in un omicidio è difficile parlare, il suo metodo provoca gravi problemi fisici alle donne che finiscono nelle sue mani. Eppure, con un paio d’ore soltanto di tempo, la giuria lo ha assolto dalla denuncia fatta da Jennifer D., la donna che si era sottoposta ad aborto, di danni fisici gravi. Per i giudici Hern non è colpevole di negligenza né di aver causato danni alla donna.
E’ successo che il pezzo di cranio, grande 4 centimetri cioè più del 50% del cranio intero, rimasto nel ventre, aveva causato danni all’utero perforandolo e si era resa necessaria, un anno e due mesi dopo l’aborto, una isterectomia, l’asportazione dell’utero. Gli avvocati di Jennifer hanno sostenuto che se il medico avesse eseguito l’aborto in maniera corretta, l’asportazione dell’utero non sarebbe stata necessaria. La clinica di Boulder nel Colorado dove era stata effettuata la interruzione di gravidanza era già stata giudicata non colpevole in precedenza. Hern si è difeso dicendo che se la donna fosse tornata da lui l’avrebbe operata senza bisogno di isterectomia, difesa che è pura congettura senza prove. Senza ritegno, a sua difesa, Hern ha sostenuto di averlo già fatto in precedenza con successo, il che significa che il medico è solito fare aborti lasciando pezzi di corpo nel ventre delle donne. Un medico incompetente, a dir poco, che però continua tranquillamente a maciullare i corpicini dei feti. A dimostrazioen di quanto, anche nel 2017, a differenza di quanto sostengono gli abortisti, queste operazioni non sono per nulla sicure, mai.