Si è concluso oggi il processo di primo grado per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni precipitata nel giugno 2014 dai piani alti del palazzo del Parco Verde di Caivano, dove abitava con la madre. Con la fine dell’ultima udienza, è giunta come atteso anche la sentenza a carico dei due imputati: ergastolo per Raimondo Caputo e 10 anni di reclusione per l’ex compagna Marianna Fabozzi. E’ stata questa la decisione della quinta sezione della Corte d’Assise di Napoli resa nota dal Fatto Quotidiano nella sua edizione online. A carico di Caputo, detto “Titò”, anche tredici mesi di isolamento e 14 anni per le violenze sessuali a scapito della piccola Chicca Loffredo e che il condannato sconterà nel corso dell’ergastolo. Per la Corte, dunque, è lui il solo assassino di Fortuna, nonché l’uomo che l’avrebbe ripetutamente violentata. Durante la lettura della sentenza, la madre della vittima, Mimma Guardato, non ha trattenuto le lacrime commentando: “Finalmente conosco il nome di chi ha ucciso mia figlia”. Con la sua decisione, la Corte ha accolto pienamente le due richieste di condanna che nei giorni scorsi aveva avanzato la procura di Napoli su un finale di processo per nulla semplice e caratterizzato da copiose minacce anche allo stesso giudice.
Dopo la sentenza di condanna all’ergastolo a carico di Raimondo Caputo, ritenuto dai giudici della Corte d’Assise di Napoli il solo responsabile per l’omicidio e le violenze a carico di Fortuna Loffredo, non si è fatta attendere la replica della madre della piccola. “Io il mio ergastolo lo sto già vivendo da quando ho perso mia figlia, è giusto che il responsabile passi il resto della sua vita in carcere, è giusto che entrambi paghino”, ha commentato Mimma Guardato. Marianna Fabozzi, ricordiamolo, è accusata per aver coperto le violenze sessuali a carico delle sue figlie ad opera di Caputo, mentre in un procedimento a parte è indagata anche per l’omicidio del figlio di tre anni, Antonio Giglio, morto nelle medesime modalità e nello stesso contesto in cui il 24 giugno di tre anni fa incontrò la morte la piccola Fortuna Loffredo.
A commentare la sentenza di condanna giunta nel pomeriggio odierno anche l’avvocato Gennaro Razzino, difensore di Mimma, che al medesimo quotidiano ha detto: “Siamo soddisfatti per questa sentenza, che ci sembra giusta rispetto alla gravità dei reati commessi”. Il legale ha sottolineato come l’intero caso sia stato sempre caratterizzato da una grande omertà sin dalle fasi iniziali delle indagini. Durante il processo di primo grado, inoltre, non sono mancate le copiose reticenze da parte dei testimoni.