Il gelicidio ha messo in allarme gran parte d’Italia e nelle ultime ore il maltempo sta imperversando ovunque. Secondo quanto riporta Meteoweb, in particolare il Centro/Nord Italia è nella bufera: Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria le regioni più colpite. Particolare attenzione alla zona Nord/Ovest, tra Piemonte e Lombardia, dove neve e forti pioggie continueranno senza sosta. Diversi danni e problemi causati dal gelicidio, con poltiglie di ghiaccio sulle carreggiate e cadute di alberi e rami. Chiusa la A6 Savona-Torino da Savona a Ceva, ma anche altre Autostrade stanno subendo importanti disagi per motivi atmosferici: i tratti dei valichi appenninici della A7 Genova-Milano, la A26 che va da Voltri verso Alessandrio sul passo del Turchino. Lunghe code e rallentamenti anche sulla A12, che collega Genova e Livorno, e sulla A10, che collega Genova alla Francia. Autostrade ma non solo, il gelicidio sta colpendo anche la circolazione ferroviaria in Liguria, con le linee Genoa-Milano e Genova-Torino sospese nel tratto tra Ronco Scrivia e Arquata Scrivia. (Agg. Massimo Balsamo)
SINONIMI E NOMI LOCALI
C’è un vocabolo inquietante tra i meteorologi, il «gelicidio». Comunemente viene definita pioggia gelata, con conseguente pericolo per la circolazione stradale. A causa del peso del ghiaccio, il gelicidio produce molti disservizi: può provocare la caduta di rami, anche di grande spessore, e la rottura di cavi elettrici, con conseguente interruzione dell’illuminazione pubblica. Inoltre, potrebbe causare problemi anche alle comunicazioni telefoniche. Fortunatamente questo fenomeno è spesso seguito da un aumento della temperatura con conseguente disgelo, perché la pioggia cade da strati d’aria più caldi rispetto al suolo che quindi tendono a riscaldarlo progressivamente. «Gelicidio» è il termine usato dai meteorologi, ma nelle zone dell’Appennino tosco-emiliano si chiama «bruscello» o «brucello». Nelle zone di Bologna invece viene definito «bioccio», mentre nel parmense è noto come «vetroghiaccio»; a Forlì si parla di «ventrone». (agg. di Silvana Palazzo)
GELICIDIO, COS’È E PERCHÉ È PERICOLOSO
Dopo l’ultima ondata di maltempo c’è una parola che sta spaventando gli italiani più di allerte, neve e temporali: «gelicidio». Cos’è e cosa vuol dire? Per i meteorologi indica un fenomeno ben preciso, che vi spieghiamo di seguito. Quando nevica, come sta accadendo in queste ore, ogni fiocco attraversa varie quote nella sua caduta, incontrando temperature vicine o al di sotto degli 0° C. Ma una perturbazione può essere anche accompagnata da aria mite in quota. Ecco che si verifica il gelicidio: il fiocco quando incontra aria mite o calda si scioglie, ma se in pianura le temperature sono bassissime perché resiste una sacca di aria fredda, allora il fiocco diventato goccia di pioggia non può trasformarsi in fiocco di neve ma si ghiaccia al suolo. Così si forma a terra uno strato di ghiaccio, più o meno sottile, che è molto più insidioso della neve. Per chi si mette alla guida è particolarmente pericoloso perchè può provocare l’improvvisa perdita di controllo del mezzo. Si tratta di un fenomeno molto pericoloso anche perchè è quasi del tutto invisibile. Fortunatamente il gelicidio è spesso seguito da un aumento della temperatura con conseguente disgelo, perché la pioggia cade da strati d’aria più caldi rispetto al suolo che quindi tendono a riscaldarlo progressivamente.
GELICIDIO, GLI ALTRI FENOMENI METEOROLOGICI SIMILI
Il gelicidio non va confuso con la brina che si deposita lentamente sulle superfici per condensazione. Un altro fenomeno simile, ma distinto è la neve chimica, che si forma in presenza di nebbia e basse temperature. Neppure la galaverna andrebbe confusa con il gelicidio: si verifica con temperature inferiori a 0°C quando minuscole gocce di acqua esistenti nell’aria si solidificano intorno al suolo o sulla vegetazione formando un rivestimento opaco e molto fragile. Nel caso del gelicidio, invece, l’involucro di ghiaccio cristallizzato è trasparente, perché non contiene aria. Quando c’è vento forte il rivestimento intorno alle superfici segue la direzione del vento, quindi talvolta si formano intorno ai tralicci di metallo e ai fusti delle piante delle specie di lame di ghiaccio biancastre, dentellate e di forma irregolare, larghe anche 20 centimetri e più. Questo fenomeno si chiama invece calabrosa.