Si tratta del secondo suicidio alla caserma Berardi a Pinerolo: a togliersi la vita questa volta è un maresciallo alpino di 42 anni che nel pomeriggio del 2 maggio si è tolto la vita con dei colpi di pistola. A niente sono serviti i soccorsi degli altri militari, che, sentendo gli spari dell’arma all’interno della camerata, sono immediatamente accorsi verso l’uomo ormai senza vita. Il maresciallo faceva parte della “Brigata alpina Taurinense” ed era tornato in patria da poco tempo dalla missione in Iraq, con i suoi colleghi sono sconvolti da questo episodio: avevano visto il maresciallo negli ultimi tempi spesso sorridente e di buon umore e non riescono a spiegarsi i motivi di tale gesto, anche se ci sono altri testimoni che invece lo vedevano un po’stressato. In ogni caso le cause reali del suicidio non si possono ancora conoscere: le indagini sono state avviate dalla polizia e dai carabinieri.
E’ IL SECONDO CASO DI SUICIDIO A PINEROLO
Il maresciallo alpino era appena tornato dall’Iraq, precisamente da Mosul, dove prestava servizio a difesa della diga nella lotta allo Stato islamico; con il suo impegno stava contribuendo a far rientrare il pericolo dell’Isis in quelle terre. Era tornato a casa dalla sua famiglia a Pinerolo, la moglie e due figli. Risalire alle cause di questo improvviso episodio è ancora troppo presto, anche se va segnalato che per la caserma piemontese si tratta del secondo suicidio. Nel 2013 a togliersi la vita è stata una donna alpina impiccandosi all’età di 30 anni: in pochi anni due suicidi nella stessa caserma rappresentano una nota dolente per una delle rappresentanze militari più titolate d’Italia. Si tratta di episodi tragici, inspiegabili e probabilmente le vere cause di questo gesto estremo le possono conoscere soltanto le vittime, ma chissà cosa il maresciallo avrà visto nelle zone di guerra in Iraq, chissà a quanta disperazione avrà assistito, chissà quanta sofferenza accumulata. La guerra può essere ritenuta una tragica conseguenza di tali morti?