Sono trascorsi più di 5 anni dalla scomparsa di Roberta Ragusa, la donna di Gello di San Giuliano Terme di cui non si hanno più notizie dalla notte compresa fra il 13 e il 14 gennaio 2012, ma ancora si cercano elementi in grado di provare definitivamente la colpevolezza di Antonio Logli, il marito condannato a 20 anni di reclusione in primo grado per omicidio e distruzione di cadavere. Del caso Ragusa si parla anche oggi a Pomeriggio Cinque, dove è stato mostrato il fermo immagine di un video girato 4 giorni dopo la scomparsa di Ragusa in cui si può vedere scoperta la piscina di casa Logli. Il famoso telo azzurro, nonostante le temperature rigide del periodo, non copriva la piscina: come mai? Può darsi, come ipotizzato dal giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, che sia stato utilizzato per disfarsi del suo cadavere?
Tre nuovi elementi, infine, entrano a far parte di questa vicenda misteriosa: si tratta di tre oggetti che potrebbero avere a che fare con l’uccisione di Roberta Ragusa: un caricabatterie, degli scatoloni contenenti dei documenti e una medaglietta sacra. Il caricatore venne inizialmente ritenuto sparito da Logli e richiesto agli inquirenti, e solo in un secondo momento ritrovato dallo stesso elettricista della Geste. E quegli scatoloni? A chi appartenevano? Lo stesso interrogativo che assilla gli inquirenti sulla misteriosa medaglietta sacra. Siamo vicini ad una svolta?