YOUTUBE VIDEO – MARONI ANNUNCIA IL DECRETO SALVA LISTE – «Abbiamo ritenuto di dover dare, così come prevede la Costituzione, un’interpretazione autentica, corretta, delle norme di legge vigenti, senza modificarle, per consentire ai giudici del Tar di applicare la legge in modo corretto». Così ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nella conferenza stampa che si è svolta dopo al fine del Consiglio dei ministri di ieri, che ha varato il decreto interpretativo per risolvere la controversa questione delle liste escluse dal voto il Lazio e in Lombardia, rispettivamente la lista del Pdl in provincia di Roma, associata al listino di Renata Polverini, e quella di Roberto Formigoni in Lombardia.
Emerge così il principio che ha ispirato l’azione del governo nella predisposizione del decreto cosiddetto “salvaliste”: tutelare l’elettorato attivo e passivo rispetto ad una lettura eccessivamente formalistica delle norme. Lo aveva detto anche il ministro Calderoli, prima del Consiglio dei ministri di ieri: abbiamo il dovere di tutelare non tanto l’elettorato passivo, cioè gli eletti, ma i cittadini del paese.
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CALDEROLI SUL DECRETO – «Il 2° comma dell’art. 48 della Costituzione – aveva spiegato Calderoli – recita che il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. Se si dovesse andare al voto delle prossime elezioni regionali con la situazione attuale, ovvero con l’assenza della lista Pdl nella circoscrizione provinciale di Roma e, peggio ancora, con l’assenza della lista Formigoni e delle liste provinciali Pdl e Lega, in Lombardia, si violerebbe completamente il comma 2 sopracitato. L’elettore – aveva aggiunto il ministro – deve partecipare al voto perché è un suo dovere civico e quindi non può astenersi dal farlo. Per assolvere a questo dovere, anche in assenza del simbolo per cui avrebbe votato, l’elettore dovrebbe recarsi al seggio e votare scheda bianca, venendo meno al principio della libertà di voto, ovvero non votando verrebbe meno la segretezza del voto perché si autoclassificherebbe, implicitamente, tra i sostenitori di una lista non presente».
In serata, è poi arrivata la firma del capo dello stato. Lo staff della Bonino ha parlato, a proposito del decreto, di «pagina vergognosa nella storia del paese», mentre il leader del Pd, Pierluigi Bersani, di «trucco».
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Il servizio, tratto da Sky TG24, con le dichiarazioni del ministro Maroni in conferenza stampa