Non solo violenza sessuale ed ipnosi: una ragazzina della provincia di Brindisi, per circa due anni, sarebbe stata costretta a vere e proprie “prove d’amore” dai contorni inquietanti da parte del suo aguzzino, un uomo di 48 anni finito in carcere. L’adolescente, infatti, era stata costretta in più occasioni a tagliarsi in varie parti del corpo, bruciarsi con un accendino o con la piastra per capelli ed a sbattere la testa ripetutamente contro un muro. L’uomo le avrebbe fatto persino assumere dei farmaci facendole tentare il suicidio. Già detenuto per una vicenda molto simile, l’uomo è stato così raggiunto da una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere dopo la denuncia presentata dalla stessa vittima, oggi maggiorenne, alla fine dello scorso anno. Le indagini hanno appurato che la stessa vittima fu costretta a infliggersi punizioni corporali e a compiere atti di autolesionismo tutte le volte che non rispettava i suoi ordini che prevedevano, tra gli altri, l’interruzione dei contatti con chiunque. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ARRESTATO 48ENNE PER VIOLENZA SESSUALE
Un uomo di 48 anni, già in carcere dallo scorso 20 marzo con l’accusa di violenza sessuale su una tredicenne, è stato raggiunto da una notifica in carcere relativa ad una nuova ordinanza di arresto. Questa volta le accuse sono ancora più gravi in quanto fanno riferimento ad un secondo episodio di violenza su una minorenne che prevedeva in più l’imposizione di atti di autolesionismo. A darne oggi notizia è il quotidiano Il Messaggero che ripercorre gli episodi di violenza vissuti da una adolescente del brindisino per circa un paio d’anni proprio nella fase di passaggio dalla minore alla maggiore età. L’uomo accusato e già in carcere per fatti analoghi, è un artigiano 48enne, presidente di una associazione sportiva che si occupa anche di rievocazioni storiche del Brindisino. Stando alle accuse avrebbe costretto la minorenne ad eseguire delle inquietanti “prove d’amore” che prevedevano anche l’atto di tagliarsi in varie parti del corpo, procurarsi bruciature sulla schiena attraverso la piastra per capelli o dei polsi e delle gambe con un accendino ed ancora sbattere la stessa contro il muro o ingerire un certo quantitativo di farmaci fino a tentare il suicidio.
OBBLIGAVA LA VITTIMA A COMPIERE ATTI DI AUTOLESIONISMO
La posizione dell’artigiano 48enne della provincia di Brindisi, dunque, si complica sempre di più in quanto in seguito alla seconda notifica di custodia cautelare in carcere dovrà rispondere delle accuse di violenza sessuale con l’aggravante dei motivi abietti e futili e della crudeltà, ma anche minaccia e violenza privata. La giovane vittima, all’epoca dei fatti ancora minorenne, ha alle spalle una situazione familiare niente affatto semplice. Oltre a subire violenze di ogni genere, essendo obbligata ad infliggersi punizioni corporali e a compiere atti di autolesionismo in caso di disobbedienza, l’uomo 48enne l’avrebbe anche incitata a sottoporsi a una seduta di ipnosi regressiva. Lo scopo del 48enne era, a suo dire, quello di portarla a purificarsi dalle altre precedenti relazioni non solo sentimentali ma anche sessuali. La nuova denuncia a scapito dell’artigiano, era stata presentata alla fine dello scorso anno dalla stessa vittima, la quale era stata accompagnata presso il commissariato di Mesagne, nel Brindisino, da due persone che le stanno accanto dandole aiuto psicologico.