Barbara d’Urso torna ad occuparsi oggi della casa-tugurio assegnata dal Comune di Napoli ad una famiglia con due bambine disabili. Il programma Pomeriggio 5 nei giorni scorsi aveva dato voce a Salvatore Caputo e Carmela Franchi, che dopo 13 anni di lungaggini burocratiche si sono visti assegnare un anno e mezzo fa un alloggio al Rione Stella. La casa, ex alloggio del custode della scuola in cui si trova, è completamente devastata. Sulla carta l’appartamento al primo piano è di 57 metri quadri, ma in realtà un vano è stato murato e assorbito abusivamente da un vicino che abita nell’appartamento attiguo. La coppia, genitori di due bambine portatrici di handicap di 10 e 16 anni, ha inviato anche un esposto in Procura per presunte “anomalie” nella graduatoria, visto che dal primo posto erano scesi al decimo e quindi non erano più destinati di un alloggio pubblico per le due figliolette disabili. Eppure c’è una perizia degli ingegneri del Comune secondo cui l’appartamento, che presenta ovunque barriere architettoniche, non può ospitare le due bimbe perché non è idoneo. Pomeriggio 5 a tal proposito ha mostrato le infiltrazioni al soffitto e alle pareti, servizi igienici inesistenti.
CASA TUGURIO A SORELLE DISABILI, LA DENUNCIA DEI GENITORI
«Sul verbale che abbiamo firmato c’è scritto che accettavamo l’alloggio con una clausola ben precisa, in attesa di lavori di ripristino», hanno tuonato Salvatore Caputo e Carmela Franchi. I lavori in realtà non sono stati mai fatti. La famiglia nel frattempo ha dovuto prendere in affitto una casa a San Pietro a Patierno, quartiere di cui è originaria, ma non può sostenere le spese, perché il capofamiglia fa lavori straordinari e la moglie non può lavorare dovendo accudire le due figlie disabili. «Ci hanno tolto la dignità», spiegano i due coniugi. La dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Oriani-Guarino, Daniela Oliviero, ha scritto al dirigente del servizio Politiche per la casa del Comune proponendo l’ex alloggio del custode, ora libero, in via Pascale, accanto alla scuola. Il presidente dell’associazione Napoli in sinergia, Armando Coppola, ha segnalato il caso e sta sostenendo la famiglia: «Questa situazione dimostra come il Comune nel momento in cui prende possesso del proprio patrimonio non riesce a gestirlo, assegnando delle abitazioni senza accertarne le condizioni – riporta Il Mattino -. L’alloggio in questione è fatiscente, con una quadratura non corrispondente a quanto scritto sulla carta».