Ascoltato oggi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro presieduta da Giuseppe Fioroni, il nunzio apostolico in Gran Bretagna, l’arcivescovo Antonello Mennini, ha negato di essere mai stato nel covo delle Brigate Rosse dove era tenuto prigioniero il leader della Democrazia cristiana e tanto meno di averlo confessato. In tutti i casi, ha aggiunto il prelato parlando con i giornalisti, sia i luoghi che le circostanze di una eventuale confessione sono coperti da un segreto che non può essere sciolto neppure dal Pontefice. Monsignor Mennini ha spiegato che sarebbe stato felice di avere quell’opportunità e che, se quella circostanza si fosse verificata, avrebbe cercato di fare uno scambio con le Brigate Rosse offrendo se stesso in cambio della liberazione di Aldo Moro. In alternativa, dice il prelato, avrei fatto di tutto per poter ricordare il tragitto percorso fino alla prigione, in modo da poter offrire una collaborazione fattiva alle ricerche, ma anche in questo caso non è stato possibile, in quanto la fantomatica visita e la confessione dello statista non ebbero luogo. All’epoca del sequestro Don Antonello Mennini, oggi 67enne, aveva 31 anni e svolgeva le funzioni di viceparroco nella parrocchia romana di Santa Lucia nel quartiere Trionfale. Nello stesso tempo aveva un grande legame affettivo e di amicizia con la famiglia Moro, tanto da far pensare che proprio lui avesse raccolto la confessione dello statista prima della morte. Altre ricostruzioni ne hanno anche fatto la persona che lo stesso Moro indicò ai membri del commando delle BR, come possibile “postino” per recapitare delle lettere alla moglie. Per molti anni il nunzio è rimasto in silenzio, con la Santa Sede che lo ha sempre tenuto a debita distanza dai riflettori e dalle commissioni d’inchiesta che si sono succedute negli anni sul caso Moro, oltre che dai tribunali. I suoi incarichi esteri, tutti di grande responsabilità, hanno fatto il resto, e nel corso degli anni non si sono mai avute delle dichiarazioni in merito a quanto accaduto all’epoca del sequestro. Poi nelle ultime settimane c’è stata la svolta, con la santa Sede che ha chiamato Don Mennini dicendogli di rendersi disponibile deporre davanti alla commissione d’inchiesta presieduta da Giuseppe Fioroni, costituita nel mese di ottobre dello sorso anno. Il prelato ha dunque concordato con il presidente della commissione luogo e data dell’audizione, che è poi avvenuta nella mattinata di oggi.
Una notizia riguardo l’incontro di Don Antonello Mennini con Aldo Moro era stata riferita poco prima della sua morte avvenuta nel 2010 da Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica e ministro dell’Interno all’epoca del caso Moro. Cossiga aveva ricordato come a quel tempo Don Mennini fosse riuscito a “scappare” dai controlli delle forze dell’ordine confessando lo statista dopo averlo raggiunto all’interno del covo. Cossiga parlò anche del sacramento dell’estrema unzione dato a Moro. Lo stesso Cossiga, che si dimise dal suo incarico di ministro dell’Interno dopo il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, aveva più volte fatto riferimento a Don Mennini come confessore di Aldo Moro. La decisione del Vaticano di permettere la testimonianza di Don Mennini è stata presa da Papa Francesco in persona che ha così permesso la chiusura di uno degli ultimi misteri legati a questo caso.