Con oltre cento intossicati e un morto già accertato, l’allarme per la lattuga killer si sta propagando negli Usa, con le autorità sanitarie che stanno cercando di capire come si possa essere arrivati a una tale diffusione del temibile batterio Escherichia Coli. Secondo le prime ricostruzioni, sembra che l’epidemia, causata da un tipo di lattuga proveniente dalla regione di Yuma, sia iniziata in realtà quasi un mese fa. Tempo sufficiente per arrivare alla diffusione attuale: il timore dell’autorità è che le coltivazioni siano state utilizzate industrialmente, visto che in un carcere e in altri catering si sono fatti registrare i casi di intossicazione più numerosi e gravi. Soprattutto la diffusione della lattuga killer sembra essere arrivata a livelli preoccupanti, in diversi Stati a stelle e strisce dalla California all’Alaska. (agg. di Fabio Belli)
PRIMO MORTO NEGLI USA
Oltre centoventi casi segnalati negli USA. La lattuga killer miete le sue vittime tra gli americani e ora purtroppo balza agli occhi della cronaca il primo decesso. Si tratta di una persona californiana, venuta a mancare a causa del batterio Escherichia. Tale batterio ha provocato parecchie infezioni e problemi in queste ultime ore, tanto che comincia a temere seriamente il rischio epidemia. La notizia ha allarmato gli americani, ma soprattutto chi ha consumato lattuga proveniente dalla regione di Yuma. Da qui, infatti, partono i rifornimenti per gran parte degli Stati Uniti. Gli ultimi aggiornamento rivelano che il focolaio di infezioni è stato rilevato in una prigione dell’Alaska, dove otto detenuti hanno accusato sintomi quali vomito e crampi allo stomaco.
INFEZIONI E DECESSI PER LA LATTUGA KILLER
Una delle più vaste contaminazioni di sempre nella storia degli Stati Uniti, causata dalla oramai famigerata lattuga-killer, ha causato in meno di un mese 121 infezioni e anche un morto, interessando ben 25 diversi stati. Come è noto, tutto sarebbe nato nella contea di Yuma, in Arizona, dove la “romain lettuce”, come viene chiamata da quelle parti, viene lavata e imbustata quando non si fa ricorso alla lattuga che viene prodotto nella Salinas Valley californiana. Il focolaio di quella che rischia di diventare una epidemia tuttavia avrebbe avuto origine in una prigione di uno stato molto lontano dall’Arizona, vale a dire l’Alaska, dove otto detenuti sono stati contaminati dall’Escherichia Coli dopo aver mangiato della verdura proveniente da quelle coltivazioni: ad ogni modo, gli esperti non riescono ancora a spiegarsi come mai la vicenda abbia assunto proporzioni così vaste: anche per questo motivo, le autorità consigliano al momento di consumare solamente la lattuga che presenta in bella mostra le informazioni circa la sua provenienza dato che erano quasi 12 anni che non si verificava una epidemia di Escherichia Coli così grave, anche se in quella occasione a finire sotto accusa furono invece degli spinaci. Al momento, la preoccupazione dei vertici della Food and Drug Administration a stelle e strisce è che ancora altre derrate di quella lattuga prodotta in Arizona siano ancora in circolazione e possano portare a nuovi casi di infezione. (agg. R. G. Flore)
NESSUN PROBLEMA IN ITALIA?
Dagli Stati Uniti è stato lanciato l’allarme per la lattuga ”killer”, un’insalata dello Yuma che ha portato alla morte di una persona perché contaminata dall’Escherichia coli. Per l’Italia non dovrebbero esserci problemi in questo senso, perché comunque l’insalata non viene importata ovviamente dall’America. Questa vicenda però deve mettere in grande allarme tutti per cercare di capire come anche la cosa più semplice che ci ritroviamo a mangiare a tavola se non trattata nel modo giusto possa alla fine risultare anche dannosa. Non è il caso di fare frettolosi allarmismi o di ripiegare su altri tipi di verdura, ma semplicemente cercare di accertarsi della provenienza di quello che mangiamo cercando di mettere un po’ di cura sia alla spesa che poi al modo in cui la consumiamo. Una notizia di cronaca che arriva da lontano e di sicuro può salvare la vita a molte persone. (agg. di Matteo Fantozzi)
CHE COS’È L’ESCHERICHIA COLI?
Si teme un’epidemia negli Stati Uniti per via di una lattuga “killer”, un’insalata proveniente dallo Yuma che è stata contaminata con il batterio Escherichia coli. Ma che cos’è questo nemico del corpo umano? Prima di tutto, una volta che ci si entra in contatto, si hanno problemi all’apparato gastrointestinale come diarrea, forti crampi e vomito. Nei casi più gravi può anche verificarsi un’insufficienza renale. Il batterio in questione è molto diffuso negli alimenti, soprattutto in quelli di largo consumo, e spesso e volentieri non provoca alcun problema al corpo umano. Ci sono però alcuni ceppi dello stesso Escherichia coli, più dannosi rispetto agli altri, come ad esempio quello riscontrato proprio nella famosa lattuga killer di cui sopra. Questi batteri provocano una tossina che si chiama Shiga 0157 H7, e che provoca appunto un peggioramento delle condizioni fisiche, con i sintomi elencati prima. Le regole da seguire in questi casi sono sempre le stesse, ovvero, lavare molto bene gli alimenti prima di ingerirli, e cuocerli quando possibile. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PAURA NEGLI USA
Grande paura epidemia negli Stati Uniti d’America: la lattuga killer ha fatto scattare il panico tra i consumatori, con una persona che è morta dopo aver mangiato la nota verdura. L’infezione alimentare, causata dal batterio Escherichia coli e in questo momento sono centinaia le persone ricoverate in ospedale. Autorità al lavoro per evitare l’ulteriore circolazione dei prodotti infetti. Queste le parole alla CNN di Jeff Farber, direttore del Canadian Research Institute for Food Safety: “Le verdure a foglia verde come la lattuga possono essere contaminate dal terreno, acqua contaminata, animali o concime non compostato. I batteri possono contaminare la lattuga sia durante che dopo la raccolta dalla manipolazione, conservazione e trasporto dei prodotti. Inoltre – conclude il professore dell’Università di Guelph, Ontario – altri frutti e verdure crude sono fonte comune di infezione se venute a contatto con le feci di animale”. (Agg. Massimo Balsamo)
LATTUGA KILLER, PRIMO DECESSO NEGLI USA
Lattuga killer, primo morto negli Usa: terrore tra le tavole degli States, il batterio Escherichia Coli mette paura. Nelle ultime settimane negli Stati Uniti d’America sono arrivate numerose segnalazioni: 120 i casi in venticinque stati riguardo una infezione alimentare causata dal batterio in questione rilevato nella lattuga. Purtroppo, come riportato da Il Messaggero, è arrivata la prima vittima: non sono stati diffusi molti dettagli fin qui, è stato reso noto che il decesso è avvenuto in California, Peter Cassell, divisione Food Safety della Food and Drug Administration, ha affermato che l’agenzia sta lavorando per “ identificare più canali di distribuzione che possano spiegare tutti i casi a livello nazionale. Stiamo risalendo a più gruppi di persone malate in aree geografiche diverse”. Nella regione di Yuma sono stati sospesi produzione e distribuzione della lattuga ma “tuttavia, a causa della durata della conservazione pari a 21 giorni, non possiamo essere certi che i prodotti provenienti da questa area non siano più presenti nella catena di approvvigionamento”.
LATTUGA KILLER, IL BATTERIO ESCHERICHIA COLI
L’infezione alimentare ha colpito 121 persone e il ceppo in questione del batterio E. coli provoca diarrea, vomito e crampi allo stomaco. Ma non solo: in quattordici delle cinquantadue persone ricoverate per l’infezione, è stata rilevata anche insufficienza renale. L’avvelenamento alimentare della lattuta è stata legata alla Regione di Yuma che rifornisce tutti gli USA dell’ortaggio nei mesi invernali: in una fattoria è stato individuata la fonte di un focolaio di infezioni rilevato all’interno di una prigione dell’Alaska come sottolineato dai colleghi de Il Messaggero: otto detenuti si sono sentiti male dopo aver mangiato la lattuga romana. Resta ancora dubbio dove abbia avuto origine il resto dell’epidemia. La Food and Drug Administration sta monitorando con grande attenzione la situazione, in particolare per evitare che altre lattughe ‘avvelenate’ vengano prodotte e vendute.