Una delle vittime dell’esplosione della palazzina a Catania, Giorgio Grammatico, era molto conosciuto in Sicilia. Ora vigile del fuoco, era stato per quattro anni calciatore della squadra della sua città, il Trapani, che negli ultimi anni ha anche sfiorato la promozione in Serie A, ma che all’inizio degli anni Duemila, quando Grammatico era un giovane promettente, lottava per risalire dalle serie del calcio dilettantistico. Grammatico aveva giocato dal 2000 al 2004 in Eccellenza con il Trapani, poi aveva vestito le maglie del Marsala e del Valderice, prima di appendere gli scarpini al chiodo e dedicarsi all’attività di Vigile del Fuoco. Grammatico aveva continuato a coltivare la passione per lo sport facendo parte di selezioni calcistiche del corpo dei Pompieri. (agg. di Fabio Belli)
I VIGILI DEL FUOCO SI “DIFENDONO”
Silenzio assordante a Catania attorno alla palazzina esplosa in via Garibaldi. La gente passa e si fa il segno della croce, anche chi è in auto, come riporta Nuovo Sud. Dei tavelloni di legno sono stati usati a mo’ di porta sugli ingressi, nel piano terra dello stabile dove ieri sera c’è stata una violenta esplosione che ha provocato la morte di un uomo, quello che viveva nella casa, e di due vigili del fuoco, oltre al ferimento grave di altri due pompieri. Sulle tavole c’è il foglio che ufficializza il sequestro di quella parte dell’immobile, come disposto dalla Procura di Catania che ha delegato le indagini alla squadra mobile della Questura. Nella notte i vicini di casa sono tornati nelle loro abitazioni, al termine dei lavori e dei sopralluoghi dei vigili del fuoco che hanno messo in sicurezza e bonificato la zona. «Con riferimento alle notizie apparse su alcuni organi di stampa, si precisa che non emergono al momento elementi che indichino un innesco provocato dall’esterno per l’uso di attrezzature da parte dei vigili del fuoco. Sono in corso gli accertamenti per stabilire la dinamica dell’evento», recita il comunicato ufficiale dei Vigili del Fuoco. (agg. di Silvana Palazzo)
INDAGATO CAPO SQUADRA VIGILI DEL FUOCO
Non è ancora chiara la dinamica dell’esplosione di Catania, ma la procura ha aperto intanto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. «Cattiva valutazione dei fatti» da parte dei pompieri, che avrebbero «lavorato su una porta pensando non fosse collegata allo stesso locale già saturo di gas». Gli inquirenti, come riportato dal Fatto Quotidiano, hanno quindi iscritto nel registro degli indagati Marcello Tavormina, capo della squadra dei vigili del fuoco coinvolti e anche lui ferito gravemente. Per la Procura si tratta di una iniziativa dovuta prima di compiere atti irripetibili che confluiranno nell’inchiesta. L’unica certezza al momento è che l’esplosione sia stata dall’interno verso l’esterno, come dimostra anche la porta d’ingresso che è volata a causa della deflagrazione alcuni metri prima di cadere su un’auto posteggiata. «La dinamica dell’accaduto? Ancora no, è presto. In questi casi c’è la necessità di fare tutti gli accertamenti: ci saranno le perizie, c’è di mezzo la magistratura e saranno coinvolti anche i nostri nuclei investigativi. In questo momento non abbiamo possibilità di darvi indicazioni su questo fronte», ha dichiarato il comandante nazionale del Corpo dei Vigili del fuoco Gioacchino Giomi dopo avere fatto visita ai due pompieri ricoverati nel reparto in Rianimazione. (agg. di Silvana Palazzo)
L’INQUILINO POI MORTO AVEVA DETTO: “CHE CAMPO A FARE…”
Sono tante le domande a cui trovare una risposta nel caso dell’esplosione di Catania. Perché la casa di Giuseppe Longo era satura di gas? L’anziano meccanico di bici voleva suicidarsi e ha quindi aperto l’erogatore della bombola di gpl o c’è stata una perdita improvvisa non voluta dall’anziano? Longo era ancora in vita al momento dell’esplosione o era già morto per le esalazioni del gas che aveva saturato la casa? Una persona che si è fermata in zona ha ricordato, come riportato da Repubblica, che «un ragazzo che si è fatto aggiustare la bici diceva che la vittima si lamentava perché era malato. Il dottore gli aveva dato 4 giorni di vita. Diceva “che campo a fare…”». Questi i dubbi attorno alla tragedia di ieri sera, con la morte di due vigili del fuoco. Uno invece versa in condizioni critiche, peggiorate nel corso della notte. Un altro è grave, ma non in pericolo di vita. Intanto la squadra mobile della questura e polizia hanno avviato l’indagine per chiarire l’esatta dinamica dell’esplosione. (agg. di Silvana Palazzo)
IL POMPIERE SOPRAVVISSUTO: “NON LO DIMENTICHERÒ MAI”
Sono tre i morti provocati dall’esplosione di un palazzo avvenuto nelle scorse ore in quel di Catania, nella regione Sicilia. Due sono dei vigili del fuoco che stavano cercando di domare l’incendio e soccorrere i feriti, tali Dario Ambiamonte di 40 anni, e Giorgio Grammatico di 38, mentre la terza vittima è Giuseppe Longo di 75 anni, che viveva proprio nel palazzo. Ci sono poi due vigili del fuoco ricoverati in ospedale, uno per un trauma polmonare (Giuseppe Cannavò), e l’altro per un trauma canico, (Marcello Tavormina). Dei due, sta peggio il primo (38 anni), le cui condizioni di salute si sono aggravate nella notte. C’è anche un quinto vigile del fuoco che ha partecipato ai primi soccorsi, l’autista del mezzo, che è rimasto illeso ma che ovviamente è sotto choc: «Ero vicino al nostro mezzo di trasporto – ha raccontato nelle scorse ore, come riportato dai colleghi di TgCom24 – perché dovevo prendere degli attrezzi, quando ho sentito la violenta esplosione: non ho visto cosa è accaduto prima, ma dopo la scena è stata drammatica. Non la dimenticherò mai». Sono ovviamente ancora in corso le indagini per comprendere cosa abbia scatenato questa tremenda esplosione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA DIFESA DEI VIGILI DEL FUOCO
Esplosione palazzo a Catania, fuga di gas: arriva la reazione del Coordinamento nazionale Vigile del Fuoco Unione Sindacale di Base. Ecco la nota diramata, riportata da Live Sicilia: “Due vigili del fuoco morti, uno in gravi condizioni per un’esplosione di gas a Catania. Sarebbe il momento del silenzio per le vite stroncate di lavoratori che la morte la guardano in faccia ogni giorno. Silenzio oggi, poi faremo sentire la nostra voce per urlare la nostra rabbia, per le condizioni infami in cui siamo costretti a operare. Ma ci stanno togliendo, oggi, anche il diritto al silenzio. Perché non è possibile ascoltare dai Tg e leggere sui siti che proprio le due vittime sarebbero state la causa della loro morte. Non è tollerabile leggere o ascoltare che una squadra di vigili del fuoco chiamata per una fuga di gas sia intervenuta con mototroncatrici (motoseghe) e cesoie per aprire una porta in una situazione di pericolo. Lo capirebbe il più sprovveduto degli sprovveduti, sarebbe come calarsi in un serbatoio di gas con la sigaretta accesa. Chiediamo rispetto per i colleghi morti di lavoro, chiediamo rispetto per l’opera di quelli che chiamate sempre “eroi”, chiediamo rispetto per il vostro stesso lavoro di “professionisti” dell’informazione che così fanno solo disinformazione. Nessun vigile del fuoco, mai, interverrebbe con quei mezzi in una situazione di pericolo da gas. Il solo pensarlo è offensivo. Scriverlo è delittuoso”. (Agg. Massimo Balsamo)
“HO PENSATO A UN ATTENTATO”
Catania, esplosione palazzo per fuga di gas: ultimi aggiornamenti dalla cittadina siciliana, in cui una palazzina è stata sventrata da un esplosione devastante preceduta da una fuga di gas. Sono tre i morti, come sottolinea Il Giornale, di cui due vigili del fuoco. Gli abitanti della palazzina affianco, sita in via Garibaldi, hanno commentato: “Ho sentito un boato, pensavo fosse una bomba”. Altri tre vigili del fuoco sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale “Vittorio Emanuele”: due gravano in condizioni gravi per le ustioni estese, uno ha un trauma polmonare e l’altro un trauma cranico. Altre tre le persone ferite, seppur in maniera più lieve. Una vicenda drammatica, commentata così da un testimone oculare: “Ho creduto fosse un attentato: ho avuto paura, ero terrorizzato e non sono riuscito a lasciare il mio negozio. Ho pensato a un attentato”, le sue parole all’Agi. (Agg. Massimo Balsamo)
CATANIA, ESPLOSIONE IN UN PALAZZO
Si teme una tragedia nell’esplosione avvenuta in un palazzo a Via Garibaldi, non lontano dal centro di Catania: nell’edificio è stato dato l’allarme per una perdita di gas in una officina di biciclette. A quel punto sono arrivati sul posto le consuete squadre dei Vigili del Fuoco per provare a verificare la presunta fuga di gas dopo le chiamate allarmate dei vicini: ma potrebbe a quel punto esser successo l’imponderabile. Uno dei pompieri ha tagliato una porta e appena la motosega è entrata in azione all’interno dell’edificio si è verificata una potentissima esplosone che avrebbe coinvolto la squadra di quattro Vigili entrati in azione in quel momento. Secondo quanto riportano i primi dispacci di agenzia, ci sarebbero delle vittime anche se non è ben precisato se tra gli stessi pompieri o negli inquilini all’interno dell’edificio nell’area dove è avvenuta la fuga di gas prima e l’esplosione poi.
SORPRESI DALLA FUGA DI GAS
Secondo il racconto dal luogo dell’esplosione del portale online Meridionews – che ha prodotto anche questo breve video qui sotto da Via Garibaldi – la forte deflagrazione è avvenuta alle ore 19.30 ma non è ancora chiaro se vi siano con certezza delle vittime. «Mentre erano impegnati a tentare di tagliare la porta della casa, si sarebbe verificata la deflagrazione -forse di una bombola – che avrebbe scaraventato lontani diversi uomini dei pompier», riportano i colleghi del quotidiano siciliano locale. Sul posto in pochi minuti anche Polizia, Carabinieri, altre squadre dei Vigili del Fuoco e ovviamente i soccorritori del 118 per prestare i primi rilievi e aiuti alle persone ferite. Secondo fonti non confermate ma riportate su Repubblica, ci sarebbero scene strazianti di vigili del fuoco sanguinanti a terra e richiedenti immediato soccorso dopo la fortissima deflagrazione. Dalla flash news di qualche istante fa la notizia peggiore confermata: ci sarebbero già tre morti di cui due sono pompieri dei VdF.