Parigi, 13 novembre 2015: una data che cambierà per sempre la storia, esattamente come l’11 settembre 2001 con l’attacco alle Torri Gemelle. O come purtroppo tante altre date che rappresentano un attacco non tanto alla civiltà ma all’umanità più intima, dovunque ci siano morti in sostanza. Dopo i tragici fatti accaduti in Francia, molte persone, analizzando la situazione, si sono chiesti perché l’attacco terroristico avvenuto lo scorso 13 novembre, si sia concentrato proprio in una città come Parigi. Come hanno riportato una serie di sopravvissuti alla strage del teatro Bataclan, i terroristi hanno urlato in maniera concitata ai presenti, durante la sparatoria, che stavano agendo per vendicare le proprie famiglie perdute dopo le spedizioni militari francesi in Siria. Ma, nonostante i tragici accadimenti degli ultimi giorni, i rapporti tra Francia e Stato Islamico sono molto tesi da parecchi anni ormai e ci sono parecchie evidenze che lo dimostrano. Le motivazioni degli attentati avuti, quindi, hanno radici ben più profonde di quello che si vuole far credere: il retroscena su questo rapporto lo svelano i coleghi di Le Monde con un articolo dello scorso 19 novembre. Per prima cosa, è ragionevole pensare che gli attacchi di Parigi siano stati pianificati parecchio tempo prima dell’inizio delle missioni militari francesi in terra islamica. Infatti, il primo attacco in Siria è avvenuto il 27 settembre 2015. Hollande, desideroso di aiutare il regime di Bashar-Al-Assad, aveva fornito prima delle armi ai ribelli siriani, per poi annunciare, tramite conferenza stampa, tenutasi il giorno 7 settembre, di aver autorizzato il proprio intervento militare. Da questa pubblica dichiarazione di guerra ai fatti di Parigi sono trascorsi solo 67 giorni, decisamente non abbastanza per ideare, coordinare e mettere a punto una serie di attentati di questa portata. Inoltre, la Francia è stata presa di mira, in realtà, da più di un anno. Infatti, il Paese europeo si era unito in un’azione contro lo Stato Islamico, in Iraq, già il 19 settembre 2014. Proprio in quell’occasione, uno dei più cruenti portavoce dell’ISIS, Abu Mohamed Al-Adnani, lanciò chiari messaggi di minaccia, in cui asseriva quanto fosse importante e fosse giusto uccidere, in nome di Allah, tutti gli infedeli francesi che si erano messi contro lo Stato Islamico. Tuttavia, studiando attentamente la situazione politica, si evince come l’interesse a colpire la Francia sia ancora più antico: fin dal 2010, infatti, il califfato islamico ha cominciato a reclutare jihadisti che vivevano stesso in occidente, compresa la Francia, in modo da avere delle basi logistiche pronte sul territorio e già si tentò un primo attacco terroristico, pensato per colpire città come Lille, Parigi o Nizza. Tutto questo ben prima degli attacchi di Hollande in Siria del 2014. A dimostrazione di ciò, fu arrestato il 5 luglio 2014, il jihadista Mohamed O., nativo di Créteil, con l’accusa di stare organizzando un attentato in una di queste città.
In aggiunta a questo, riporta ancora Le Monde, un altro jihadista francese, Nemmeuche Mehdi, un torturatore dell’ISIS, si è reso colpevole di un sanguinoso attentato al museo ebraico di Bruxelles, in cui morirono quattro persone. Questo attentato è avvenuto in un momento che precedeva l’attacco belga in Iraq, che si è avuto nel settembre del 2014. I segnali forti si sono susseguiti nel corso degli anni, come la crudele morte per decapitazione del francese Hervé Gourdel, un appassionato di trekking che era giunto in Algeria per scoprire le stupende montagne che gli erano state descritte. L’uomo è stato rapito da un gruppo di jihadisti che avevano intercettato i suoi spostamenti tramite Facebook ed è stato barbaramente ucciso il 24 settembre, dopo che la Francia rifiutò l’ultimatum impostale di interrompere le azioni militari in Iraq. Un’attenta analisi del tragico attentato compiuto lo scorso 13 novembre, inoltre, mostra come le motivazioni alla base dello stesso siano ben più profonde della semplice risposta agli attacchi francesi in Siria. Infatti, lo Stato Islamico ha bisogno di alimentare continuamente la vocazione religiosa, estremizzata, deviata e folle, dei suoi adepti e per far ciò ha necessità di dimostrare quanto sia corrotto il mondo occidentale. Parigi veniva vista come capitale del peccato e del consumismo, rappresentando il simbolo del decadimento morale dell’occidente. L’attacco al Bataclan, teatro che, quella sera, aveva registrato il tutto esaurito per un concerto rock, ha rappresentato un forte gesto simbolico, in quanto si è andati a colpire, secondo i guerriglieri, un posto pieno di centinaia di infedeli che si divertivano in modo insano. Ovviamente questi sono folli discorsi di indottrinamento e di propaganda, usati dagli esponenti dell’ISIS per giustificare la propria barbarie e per mantenere alto il livello di adesione alla propria causa.