Roberto Halim Farouk Samir, il 18enne italiano ucciso sabato sera a Milano con un cacciavite, tra due settimane sarebbe partito per l’Egitto, nazione di cui sono originari i genitori. Per il giovane era da sempre solo una meta di vacanze: a 400 chilometri dal Cairo avrebbe trascorso una parte di estate con i nonni. Aveva già comprato il biglietto dell’aereo, ma tutti i suoi sogni si sono infranti all’esterno di un bar di piazza Tirana, complicata periferia sud di Milano. Non è ancora chiaro il motivo per cui l’assassino, il 52enne Mostafa El Gatnaoui, abbia attaccato il ragazzo, ma di sicuro si tratta di un futile motivo. Dal racconto dei parenti non emerge il ritratto di un ragazzo che cercava guai: aveva cominciato a guadagnare qualcosa come muratore, andava a piazza Tirana il sabato per incontrare gli amici. «Siamo onesti, lavoratori, senza precedenti e siamo cattolici. Ecco, Roberto era come noi, anzi migliore perché troppo buono», dicono i parenti, come riportato dal Corriere della Sera. (agg. di Silvana Palazzo)
Si chiamava Roberto Farouk Samir Halim il 18enne ucciso con un cacciavite a Milano. Mostafa El Gatnaoui è invece il nome del suo assassino. Il ragazzo era un nordafricano di seconda generazione, incensurato, e parlava perfettamente l’italiano. L’assassino è da oltre vent’anni in Italia ed è “conosciuto” dalle forze dell’ordine. Una tragedia che si sarebbe potuta evitare se alcol e forse droga non avessero minato il temperamento del marocchino. La vittima, soccorsa dal 118 e portata in condizioni gravissime all’ospedale San Paolo, è morta poco dopo l’arrivo al pronto soccorso. Alla base dell’omicidio futili motivi: stando a quanto riportato da Il Giornale, il giovane avrebbe chiesto al marocchino di alzarsi dal “suo” posto, perché il malvivente lo aveva occupato a suo dire indebitamente durante la sua assenza. L’altro, che aveva bevuto molto, ha reagito violentemente. Secondo un’altra versione il ragazzo si sarebbe lamentato per il fumo della sigaretta. L’unica cosa certa è l’epilogo. (agg. di Silvana Palazzo)
Un’aggressione incredibile quella che si è registrata ieri sera a Milano, poco prima di mezzanotte, dove un giovane 18enne è stato ucciso con un cacciavite sferrato da un uomo e che lo ha colpito dritto al cuore. A darne notizia è oggi Repubblica.it nell’edizione locale, che riporta la prima tragica ricostruzione del terribile omicidio consumatosi in piazza Tirana, all’angolo con via Inganni, alla periferia Sud del capoluogo lombardo. La vittima è un giovane appena maggiorenne di origini egiziane, il quale è stato coinvolto in una violenta lite per futili motivi scoppiata davanti ad un bar e culminata nella sua uccisione. L’aggressore, un uomo di 52 anni anche lui straniero, lo avrebbe colpito al cuore con un’arma a punta, molto probabilmente un cacciavite. Dopo l’aggressione sul posto sono prontamente giunti i soccorritori del 118 che hanno trasportato d’urgenza il 18enne in ospedale, al San Paolo, dove però è deceduto poco dopo il suo arrivo a causa della gravità delle ferite riportate.
L’assassino del 18enne ucciso con un colpo di cacciavite al cuore, è un cittadino marocchino con alle spalle un lungo curriculum di precedenti penali, già noto quindi alle forze dell’ordine. Dopo l’aggressione al giovane l’uomo è stato bloccato dagli amici della vittima fino all’arrivo dei Carabinieri, impedendogli così di darsi alla fuga. Quindi è stato arrestato dai militari della compagnia Porta Magenta per omicidio ed attualmente si trova presso il carcere di San Vittore a disposizione dell’autorità giudiziaria. Come riporta Il Giorno nella sua edizione online, l’aggressore ha seriamente rischiato il linciaggio da parte degli avventori del bar e per salvarlo dall’ulteriore violenza è stato necessario l’intervento di numerosi equipaggi dei Carabinieri.