“Angela Merici può considerarsi la più originale interprete delle istanze religiose e sociali del mondo femminile nel secolo XVI. Fonda la Compagnia di Sant’Orsola, una nuova forma di associazione femminile di vergini consacrate che vivono nel mondo”, scrive la professoressa Gabriella Zarri. Nacque a Desenzano sul Garda, probabilmente nel 1474. Il padre Giovanni leggeva in famiglia le vite dei santi e la giovane santa Angela ne rimase positivamente impressionata, da nutrire subito il desiderio di una vita religiosa. La giovinezza fu amareggiata prima dalla perdita della sorella e dopo dalla scomparsa dei genitori. Rimasta orfana, venne accolta da uno zio a Salò. Qui prese l’abito del Terz’Ordine di San Francesco: ciò indicava già la sua intenzione di vivere la condizione di religiosa restando nel mondo. Nel 1516, su mandato dei superiori francescani, si reca a Brescia, nella casa della ricca vedova Caterina Patengola: qui si crea intorno ad santa Angela un gruppo di amici, che saranno al suo fianco nella realizzazione della sua opera religiosa e sociale a favore del mondo femminile. Successivamente si stabilisce, nel 1517, nell’abitazione del giovane e ricco mercante Giovan Antonio Romano. Nel 1521 va a Mantova per venerare il sepolcro della terziaria domenicana Osanna Andreasi, beatificata nel 1515. Nel 1524 intraprende un lungo e avventuroso pellegrinaggio in Terra Santa, durante il quale, per l’accadere di fatti misteriosi ed eccezionali, una fama di santità comincia a diffondersi intorno a lei. Nel 1525 si reca in pellegrinaggio a Roma, nell’occasione del Giubileo. Nel 1529 va a Varallo, il santuario che riproduce la Santa Gerusalemme. Infine, dopo tanto peregrinare quasi alla ricerca di una precisa vocazione, ritorna a Brescia e fissa la sua dimora presso la chiesa di Sant’Afra, della congregazione dei Canonici Lateranensi, edificio sacro importante per la vita religiosa bresciana perché vi erano custodite le reliquie dei santi Faustino e Giovita, patroni della città. La permanenza presso Sant’Afra dovette essere un fatto importante se la santa nel 1532 – anno di un secondo pellegrinaggio a Varallo – chiederà alla Sacra Penitenzieria di voler essere sepolta in quel luogo. Il primo biografo della Merici alla fine del XVI secolo scriveva: “Né meraviglia sarebbe che questa Santa donna qui per Divina rivelatione fusse venuta ad habitare, accioché nel luogo del martirio et nel terreno irrigato dal pretioso sangue di santi amici di Christo, nascesse et germogliasse il nuovo stato et instituto virginale di questi nostri tempi”. Infatti, durante il soggiorno in Sant’Afra, matura il progetto della Compagnia di Sant’Orsola, la cui prima ispirazione viene fatta risalire ad una visione che la Nostra avrebbe avuto da bambina. “Poco dopo la morte della sorella, mentre si trovava nella campagna circostante il luogo natio, la futura santa avrebbe visto una scala che univa la terra al cielo: da quella scala scendeva una grande moltitudine di vergini accoppiate ad angeli; la singolare processione era accompagnata dal suono di numerosi strumenti musicali. Nella visione della Merici le vergini della Compagnia erano assimilate ad angeli che vivevano sulla terra” (Zarri). Il 25 novembre 1535 una trentina di giovani donne, sotto la sua guida, iniziano la nuova Società o Confraternita: caratteristica rivoluzionaria e principale del nuovo Istituto è quella di proporre un ideale monastico vissuto nel mondo. Nel 1536 segue l’approvazione canonica. Il 18 marzo 1537 le vergini sono 76 ed eleggono santa Angela come Maestra Generale e Tesoriera. Il 27 gennaio 1540 santa Angela Merici muore, in fama di santità. La conferma papale dell’Istituto giunge con una bolla datata 9 giugno 1544 e resa pubblica il 14 aprile 1546. Venne dichiarata beata da Clemente XIII il 30 aprile 1768, fu canonizzata da Pio VII il 24 maggio 1807 e il suo culto esteso alla Chiesa universale l’11 luglio 1861.
Martirologio Romano: Sant’Angela Merici, vergine, che dapprima prese l’abito del Terz’Ordine di San Francesco e radunò delle giovani da formare alle opere di carità; quindi, istituì sotto il nome di Sant’Orsola un Ordine femminile, cui affidò il compito di cercare la perfezione di vita nel mondo e di educare le adolescenti nelle vie del Signore; infine, a Brescia rese l’anima a Dio.