Se il buon giorno si vede dal mattino non c’è da stare allegri. Il Movimento 5 Stelle sta sfidando il Palazzo e la politica ed è alle prese con un obiettivo non di poco conto se è vero che vuol portare nel prossimo Parlamento decine e decine di parlamentari. Ma quello che non va è che si parla tanto delle scomuniche e dei diktat del capo e delle reazioni dei militanti, ma pochissimo dei contenuti e del programma se non per grandi linee. Ebbene qualcosa si comincia a capire e la faccenda diventa molto molto seria. Mi riferisco a quello che sta succedendo a Parma dove il Movimento 5 stelle ha conquistato addirittura la poltrona di Sindaco.
Quando Federico Pizzarotti venne eletto, sembrava munito delle migliori intenzioni tanto è vero che dopo il suo insediamento vennero pubblicate sul sito del Comune le “linee programmatiche del mandato 2012-2017” e si poteva leggere: “Valorizzazione del Quoziente Parma – Mantenimento e studio per la revisione delle modalità di applicazione delle agevolazioni con tariffa modulare in modo da renderle più aderenti alle reali possibilità delle famiglie, anche quelle più numerose”. Il 26 novembre la Giunta comunale con la delibera 439 approva il Piano Tariffario per il 2013 e con essa sospende, a partire dal 1° gennaio 2013, “l’applicazione del Quoziente Parma e delle relative agevolazioni per le famiglie affidatarie e per le famiglie numerose con un numero di figli a carico pari a tre o più”.
Vale la pena ricordare che il cosiddetto Quoziente Parma è stato il frutto di una proficua ed esemplare collaborazione tra il Forum delle Famiglie e l’allora Sindaco Elvio Ubaldi che, con grande determinazione, voleva far diventare Parma la “Città della Famiglia” introducendo innovativi e mai applicati criteri per varare politiche familiari serie e degne di questo nome. Il lavoro, avviato dalla sottoscritta e dal Sindaco, proseguì anche dopo di noi e diede alla luce una serie di servizi, di iniziative, di progetti davvero esemplari. Fra questi il Quoziente Parma che permetteva di ricalcolare l’Isee facendo “pesare” di più i carichi familiari rispetto all’Isee nazionale che è assolutamente iniqua e contro la famiglia. Il Quoziente Parma fu presentato a livello nazionale ed è divenuto in questi anni un modello per tanti Comuni che avevano intenzione di seguirne l’esempio.
Io stessa ho promosso un’analoga delibera in moltissime realtà grandi e piccole ed ora decine e decine di Comuni possono dire di avere fatto una opzione per la famiglia che, di questi tempi, non è cosa da poco. Ebbene, che fa il Sindaco di Parma? Di colpo cancella un fiore all’occhiello di quella Amministrazione e lo fa senza neanche consultare le Associazioni familiari che erano state protagoniste della passata stagione amministrativa.
Qual è il motivo di tanta solerzia contro le famiglie? Non motivi economici visto che le famiglie si sono sobbarcate quasi per intero i mancati introiti del Comune, non motivi dovuti alla ipotetica e futuribile riforma dell’Isee nazionale che in ogni caso sarà peggiorativa per le famiglie, non motivi politici dovuti alla tenuta della maggioranza. Allora? Allora è una scelta ideologica e miope che ricalca vecchi schemi di politiche contro le famiglia.
Va ricordato al Sindaco che tutti gli osservatori internazionali e nazionali affermano che in Italia non stiamo come in Grecia e in Spagna, perché l’urto della crisi lo hanno retto le famiglie italiane, e che il vero e unico ammortizzatore sociale sono state e sono le famiglie italiane. Lo hanno affermato l’Istat e il Censis pochi giorni fa e hanno suonato un campanello di allarme per il pericolo incombente che le famiglie, ignorate e punite per il solo fatto di esistere, non ce la facciano più a reggere la recessione, la disoccupazione e la Cassa integrazione. Infine lo zelo del nostro Sindaco non si ferma qui: ha smantellato l’Agenzia per la Famiglia (altro dato di eccellenza di quel Comune), ha eliminato le agevolazioni per le famiglie numerose e gli sconti sugli abbonamenti per l’autobus a favore delle famiglie con figli, ha cancellato la Parma Family Card, ha ridotto del 20% il budget dei Laboratori Famiglia che sono condannati a morire, ha disdetto l’accordo con il Forum delle Famiglie e il Progetto dello Sportello Famiglia, ha ridotto i fondi per le famiglie affidatarie con aumento di fondi a cooperative per minori proseguendo nella logica perversa di investire appaltando i servizi a terzi anziché valorizzare la presenza delle famiglie come insostituibile risorsa.
Ovviamente nel Documento programmatico tutto questo non c’era, anzi si esaltava il ruolo della Consulta per la Famiglia e l’importanza delle politiche familiari. C’è da essere molto preoccupati per le prossime elezioni, perché se queste sono le premesse, la famiglia verrà cancellata ovunque il Movimento 5 stelle vincerà. Speriamo che i candidati chiariscano il loro programma e che successivamente, una volta promessa una cosa, non se la rimangino nello spazio di un mattino. E poi la parola agli elettori.