Il 25 marzo è una data molto importante sia per la chiesa cattolica che per quella ortodossa. In questa giornata infatti, si celebra l’Annunciazione alla Vergine Maria, ovvero l’annuncio portato dall’arcangelo Gabriele del concepimento verginale di Gesù Cristo. Inoltre nello stesso giorno si ricorda San Disma, uno dei due ladroni crocefissi assieme a Gesù sul monte degli Ulivi. A differenza di tutti gli altri santi di cristiana memoria, questi ricevette la benedizione direttamente da Cristo, che poco prima di spirare lo confortò dicendogli: “Oggi con me sarai nel paradiso”. Della sua vita non si sa praticamente nulla, ma si suppone che la sua condotta terrena non fosse stata impeccabile considerata la massima punizione riservatagli. Il nome Disma, assieme a quello dell’altro ladrone identificato come Gestas, proviene dai racconti presenti nei testi apocrifi. Dei due si sa solamente che vennero sottoposti al supplizio della crocifissione per aver ucciso alcuni uomini a scopo di rapina. In uno dei momenti più toccanti della passione di Cristo, quando la folla si scagliava contro la sua persona ricoprendola di ingiurie, Gestas si unì alle grida di scherno. Disma per contro, approfittò degli ultimi scampoli di vita per ammettere le proprie malefatte e pentirsi al cospetto del Figlio di Dio, affidandogli la sua anima affinché potesse ricordarsi di lui una volta ritornato nel Regno dei Cieli. Fu proprio a seguito di queste parole che Gesù trovò la forza di perdonarlo. Il culto della sua persona ebbe inizio già nel medioevo, diventando il Santo Patrono dei condannati alla pena capitale. A Josè dos Campos, in Brasile, è stato addirittura eretto un santuario in suo onore. Protettore degli agonizzanti, dei prigionieri e dei conducenti, Disma viene invocato nei momenti più difficili, specialmente da coloro i quali sentono più di altri il bisogno di redimere la propria anima dalle colpe di cui si sono macchiati nel corso della vita. San Disma, come si suole chiamarlo in Italia, è a tutti gli effetti uno tra i primi pentiti della storia ad aver ottenuto la grazia. Simbolo di speranza e redenzione, testimonia per i cristiani l’immensa bontà del Signore, pronto ad accoglierne il pentimento ed ascoltare le sue parole anche in un momento così delicato come quello della passione, raccontato mirabilmente dalla tradizione evangelica.