Il 20 di luglio di ogni anno la Chiesa cattolica celebra Sant’Apollinare di Ravenna. Della sua vita si conoscono pochi dettagli. Si sa che è vissuto tra il II ed il III secolo, che era originario della città turca di Antiochia e che è stato discepolo fedele dell’apostolo Pietro. Si narra che Pietro, durante uno dei suoi numerosi viaggi in Turchia, abbia notato un giovane che, visibilmente rapito dalle sue predicazioni, lo segue con particolare interesse. Era palese che fosse un ragazzo sveglio ed intelligente e Pietro, con l’aiuto di Dio, riuscì a farlo avvicinare sempre di più alla fede cristiana. I genitori di Apollinare seguivano la fede pagana ma, tuttavia, non solo accettarano la conversione del figlio, ma loro stessi divennero cristiani e non si opposero alla decisione del ragazzo di seguire Pietro. Apollinare quindi partì alla volta di Roma insieme a Pietro, sempre più convinto che la fede cristiana era l’unica che potesse portare felicità e serenità per l’eternità. Il soggiorno romano servì ad Apollinare per meglio istruirsi e per arricchire sempre di più il suo spirito. Ben presto Pietro si rese conto che Apollinare era ormai degno di avvicinarsi al sacerdozio. Dopo alcuni anni, Apollinare diventa addirittura vescovo della città romagnola di Ravenna, il primo a rivestire tale carica che ricoprì, da buon pastore, con passione, amore e costante attenzione per i suoi fedeli. Sembra che sant’Apollinare abbia compiuto molti prodigi, riuscì inoltre a convertire intere famiglie patrizie tra cui quella di un potente tribuno, dopo la guarigione della moglie gravemente ammalata. Quando la notizia si diffuse, Apollinare venne convocato dal primo giudice di Ravenna che pretendeva dal santo sacrifici in onore del dio Giove e di tutte le divinità pagane. Quando Apollinare si rifiutò di rendere onore agli dei pagani, fu prontamente assalito, malmenato e lasciato esanime sul ciglio di una strada. Grazie alle amorevoli cura di una donna timorata di Dio, Apollinare riuscì a guarire da tutte le ferite. La dimora del potente tribuno divenne la prima chiesa della città di Ravenna, un piccolo edificio religioso che oggi è noto come la chiesa di “Sant’Eufemia”. Sant’Apollinare fu trasferito a Classe, in un piccolo centro alla periferia di Ravenna. La sua grande fede cristiana gli costò atroci tormenti e, dopo strazianti sofferenze, morì. A distanza di qualche secolo, nella cittadina di Classe fu innalzata in suo onore una imponente chiesa intitolata al santo. Durante il IX secolo le sue reliquie furono spostate a Sant’Apollinare Nuovo, la basilica di Ravenna, per ritornare poi nella vecchia chiesa di Classe nel 1748. Oggi sant’Apollinare è invocato dagli ammalati che soffrono di gotta e di disturbi neurologici come l’epilessia.