Sarebbe giunto ad una svolta importante il caso sull’omicidio di Giuseppe Muscatelli, giovane 25enne accoltellato e ucciso a Bitonto in seguito ad una lite stradale. Secondo quanto rivela l’agenzia di stampa Ansa, i Carabinieri sarebbero riusciti a rintracciare il presunto assassino grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona del delitto, raggiungendolo nella sua abitazione. L’uomo indagato e sottoposto a stato di fermo è un pensionato di 68 anni, Gaetano Sesto, incensurato e residente a Bitonto. Di fronte agli indizi gravissimi raccolti dalle forze dell’ordine pare abbia ammesso in parte le proprie responsabilità. A suo carico sarebbe sopraggiunta la gravissima accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi ed è attualmente in carcere in attesa dell’udienza di convalida al cospetto del gip del Tribunale di Bari. Il 68enne avrebbe colpito Muscatelli all’emitorace destro con un coltello a scatto con una lama inferiore a 10 centimetri. Poi si sarebbe dato alla fuga fino alla giornata di ieri, quando è stato raggiunto dai Carabinieri disponendo il fermo.
INSEGNANTE 58ENNE INDICATO SU FACEBOOK COME IL KILLER
Nel corso della perquisizione avvenuta ieri in casa di Gaetano Sesto, presunto assassino di Giuseppe Muscatelli, i Carabinieri avrebbero sequestrato la presunta arma del delitto e gli abiti che quasi certamente l’uomo indossava al momento dell’aggressione avvenuta lo scorso mercoledì. Sotto sequestro anche l’auto del pensionato, una Fiat Palio e quella della giovane vittima, una Fiat Punto. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe la versione fornita da alcuni testimoni oculari che hanno riferito come il 68enne abbia reagito accoltellando il ragazzo al culmine di una colluttazione nella quale il 25enne lo avrebbe colpito con un pugno. Prima che il presunto omicida venisse fermato, a Bitonto era stata avviata una sorta di caccia alle streghe da parte di parenti ed amici di Muscatelli intenzionati a far luce sulla drammatica vicenda. Ciò ha portato anche alla diffusione di alcune bufale online, come la pubblicazione su Facebook della foto di un uomo di 58 anni, Giuseppe Cannito, indicato come il responsabile dell’uccisione del ragazzo. Il malcapitato, un docente di religione, ha sporto denuncia per calunnia. Contro quest’ultima vicenda il sindaco della cittadina barese ha posto l’accento su “innocenti spacciati per colpevoli”, denunciando i “processi sommari” messi in atto sui social.