L’ultimo giorno di novembre, mese dedicato alle venerazione dei Defunti e di tutti i Santi, il calendario liturgico della chiesa cattolica, ma non solo, anche quello della chiesa ortodossa, ricorda una santo tra i primi che immolarono la propria vita per tenere alta la fede in Cristo. Si tratta dell’apostolo Sant’Andrea, il quale fu fratello di Simon Pietro e tra i primi a seguire il Nazzareno quando iniziò la sua predicazione e la sua vita pubblica. Il nome Andrea, con tutta probabilità, gli fu attribuito in seguito, poiché egli nacque a Betsaida e in quel territorio tale nome non era ancora diffuso all’epoca in cui nacque, ovvero intorno al 6 a.C. Il nome Andrea vuol dire virile, uomo: e infatti questo apostolo viene ricordato per la sua incrollabile fede nella divinità del Cristo. Secondo ciò che ci narrano i Vangeli, in particolar modo quello di Giovanni, Sant’Andrea era stato già discepolo di Giovanni il Battista. Quando questi indicò il Cristo come l’agnello di Dio, Sant’Andrea non esitò a dedicare la sua vita a Gesù portando con sé anche suo fratello Pietro. Fu Sant’Andrea uno dei primi a dire che il Cristo era il messia; uno dei primi a raccogliere l’invito di Gesù a lasciare le reti per i pesci, e a farsi pescatore di uomini. Il Vangelo ci rammenta persino l’ora esatta in cui Sant’Andrea rispose alla chiamata del suo Signore: erano le quattro del pomeriggio. Di nuovo, si parla di lui in occasione del miracolo della moltiplicazione dei pesci, e del discorso che Gesù tenne sul Monte degli Ulivi in cui racconta della fine dei tempi e del ritorno sulla terra del Figlio dell’Uomo. Tutto quello che riguarda l’apostolo in seguito alla morte di Gesù lo sappiamo in base a fonti apocrife, perché negli Atti non viene citato che marginalmente. Probabilmente egli predicò nell’Asia Minore, lungo il Mar Nero, e il suo martirio avvenne il 30 novembre del 60 d.C, a Patrasso, in Grecia. La tradizione ci ha tramandato con esattezza questo episodio. Sant’Andrea doveva essere crocefisso, ma egli ritenne un onore troppo grande di morire nella stessa maniera in cui era morto Nostro Signore. Così non volle una croce latina, ma una croce a forma di X, che era poi anche l’iniziale del nome di Cristo scritto in lingua greca. Quella croce oggi è nota proprio con il nome di croce di Sant’Andrea, e appare sulla bandiera scozzese, poiché questo santo è molto venerato in Scozia, Paese di cui è santo patrono. Le reliquie di Sant’Andrea furono dapprima custodite a Patrasso e poi traslate a Costantinopoli. Da lì, nel XV secolo, la sua testa giunse fino a Roma, dove per cinque secoli fu conservata e venerata all’interno di uno dei pilastri della Basilica di San Pietro. In seguito, fu riconsegnata alla Chiesa di Patrasso; ma altre reliquie del santo si trovano anche in molte altre località italiane.
Una delle città in cui Sant’Andrea è maggiormente venerato è Amalfi; inoltre è patrono della Grecia e della Romania, dove si narra che pure predicò a lungo. Sant’Andrea è considerato patrono dei cantanti, dei marinai e dei pescatori, lui che fu pescatore di pesci e si fece pescatore di uomini per seguire Nostro Signore Gesù Cristo, cui rese testimonianza con la sua stessa vita.
Nella giornata del 30 novembre si celebra anche la memoria di San Giuseppe Marchand, sacerdote e martire; del beato Federico da Ratisbona e di Santa Maura da Costantinopoli, martire.