Terremoto in Emilia-Romagna. Il Governo ha stanziato i fondi per chi è rimasto senza un tetto sulla testa dopo il terremoto del 20 maggio scorso. Massimo 600 euro mensili per famiglia. Il contributo, fa sapere il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli sarà di 100 euro a persona. Nel caso in cui il nucleo familiare sia, invece, composto da una sola persona, il contributo è di 200 euro.
Tutto questo in alternativa a un qualsiasi tipo di sistemazione in una struttura di accoglienza, pubblica o privata, ad esempio alberghi. Diverso il caso se in famiglia c’è una persona anziana, superiore ai 65 anni, o colpita da disabilità, non inferiore al 67%, che andrà a ricevere 200 euro in più. Il Capo del dipartimento ha messo, infatti, a disposizione 10 milioni di euro dei 50 stanziati dal Consiglio dei Ministri che si è svolto il 22 maggio.
Il contributo resta valido fino alla verifica di agibilità dell’abitazione e, in ogni caso, non può sommarsi ad altre forme di assistenza. Dunque non viene concesso a chi è ospitato nei campi o negli alberghi. Lo stato di emergenza, ha stabilito sempre il Consiglio dei Ministri, per le province di Bologna, Modena, Ferrara e Mantova durerà sino al 21 luglio e che “è stata disposta la delega al Capo del Dipartimento della protezione civile ad emanare ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico”. Alla scadenza del termine saranno le Regioni Emilia Romagna e Lombardia a provvedere, «ciascuna per la propria competenza, in via ordinaria, a coordinare gli interventi conseguenti all’evento finalizzati al superamento della situazione emergenziale in atto».
Il sottosegretario Antonio Catricalà ha spiegato che il tetto dei 100 giorni di emergenza non è tassativo e può essere superato in caso di gravi esigenze. Intanto il ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, aveva chiesto «risorse specifiche» per la zona colpita dal sisma. «Pur nel difficilissimo momento generale, provvederemo a quel che è necessario per rimborsare la fatica e dare l’avvio a un preciso lavoro di schedatura» dei beni culturali danneggiati dal terremoto.
Le scosse registrate nella notte hanno provocato ulteriore panico tanto che il sindaco di San Felice sul Panaro, in provincia di Modena ha chiesto alla Protezione Civile assistenza per altre 450 persone per i momenti di paura che hano provocato spavento e terrore.