Sono arrivati quelli che sono noti a molti come i Giorni della Merla 2017 e cioè i più freddi dell’anno, quelli che chiudono il mese di gennaio e aprono febbraio a un passo ormai dalla primavera. Sono molte le tradizioni legate a questi giorni che ormai da tempo hanno raggiunto anche le grandi città, nascendo dai piccoli paesi e dalle credenze popolari. Tra le città dove si festeggia c’è Lodi. Dei gruppi posti sulle rive opposte dell’Adda si rispondono a cori con uan sorta di botta e risposta che va avanti per un po’. Nasce così una canzone che è per tradizione La merla dei Baraban. Questi ultimi sono un gruppo folk nato a Milano nel 1982 e formato da Aurelio Citelli, Guido Montaldo, Vincenzo Caglioti e Giuliano Grasso. Staremo a vedere poi le foto che arriveranno dalla rappresentazione di quest’anno.
Scatteranno domani i cosiddetti Giorni della Merla 2017, quelli che secondo tradizione dovrebbero essere i 3 più freddi dell’anno in Italia. Ma come ogni tradizione che si rispetti, per ogni regione d’Italia c’è un detto, una filastrocca legata a quest’ultima. E i giorni della merla non fanno eccezione, ma non sarebbe potuto essere altrimenti se perfino il Sommo Poeta, Dante Alighieri, nel XIII canto del Purgatorio si è scomodato per citarli in riferimento all’anima di Sapia “Omai più non ti temo! / come fè ‘l merlo per poca bonaccia”. Detto ciò, uno dei detti più significativi è quello proveniente dalla Romagna, dove il sapere popolare ha tramandato un proverbio che recita così:”Mèral, ‘d mêrz no’ cantê’, che e’ bëc u t’ s’ po’ agiazé”. Volete una mano per la traduzione? Eccola: Merla di marzo non cantare, che il becco ti si può ghiacciare. Insomma, non tutti credono che con i tre giorni della merla l’inverno possa dirsi concluso…
Inizieranno domani, 29 gennaio, i Giorni della Merla 2017, quelli che secondo la tradizione dovrebbero essere i tre giorni più freddi in Italia. Ma sarà davvero così? Le previsioni meteo sembrano smentire questa versione dei fatti, almeno per quest’anno, ma chissà se il satellite possiede la sapienza dei contadini friulani, che proprio sulla base dei giorni della merla erano in grado di stabilire che tempo avrebbe nei mesi a venire. Secondo quanto credevano i contadini del Friuli, infatti, se il 29 gennaio era molto freddo e soleggiato voleva dire che anche l’ormai trascorso mese di gennaio era stato per la maggior parte dei giorni freddo ma soleggiato; se invece il 30 gennaio era piovoso e più mite, anche il mese di febbraio si sarebbe caratterizzato per piogge frequenti e temperature non troppo rigide. Insomma, da domani guardate il cielo e il termometro e capirete che tempo vi aspetta.
Come ogni anno, l’appuntamento per i Giorni della Merla 2017 è arrivato: dal prossimo 29 gennaio fino al 31 gennaio, l’Italia vivrà infatti le tre giornate più fredde di tutto l’anno. Tutto questo ovviamente in teoria, dato che i cambiamenti climatici degli ultimi decenni hanno sfatato la leggenda, registrando temperature insolite. Secondo le previsioni, anche i Giorni della Merla 2017 non saranno affatto rigidi, a causa di alcuni venti di libeccio che comporteranno piogge di lieve o moderata intensità solo su alcune delle regioni che si affacciano sul Tirreno. La presenza nel meridione e le isole del fenomeno naturale verrà inoltre ulteriormente limitato, tanto che in alcune città come Napoli sono previsti invece degli aumenti di temperatura. Se la leggenda legata ai Giorni della Merla 2017 fosse vera, dovremmo tra l’altro aspettarci una primavera tardiva e poco fruttuosa.
I Giorni della Merla 2017 sono collegati a diversi aneddoti, miti e leggende conosciuti in tante regioni d’Italia. La più accreditata proviene in realtà dalla Campania e dalla Sardegna, dove si racconta del collegamento fra l’inverno e i merli. In un tempo imprecisato, gennaio poteva contare su 29 giorni, caratterizzati da un forte freddo. Per evitare il gelo, la merla decise di fare provviste per poter affrontare il clima rigido, ma in questo modo spinse Gennaio a chiedere a Febbraio alcuni giorni in prestito. In questo modo il mese ebbe sì tre giorni in più al proprio interno, ma furono anche dei più rigidi a causa dell’astio di Febbraio di essere stato privato di parte dei suoi 31 giorni. Secondo il folklore maremmano invece, in quello stesso periodo un merlo ed una merla bianchi, il loro colore originario, cercarono riparo in un comignolo a causa del forte freddo e rimasero rinchiusi per tre giorni aspettando che il sole ritornasse a splendere. Una volta usciti dal loro rifugio, il merlo e la merla avevano cambiato colore e presentavano delle piume nere come la fuliggine.