Non solo la Francia ma anche la Gran Bretagna, già da tempo, è in allarme per un possibile attacco da parte di kamikaze ‘infetti’ o di bombe ‘sporche’. Quella della guerra chimica è una delle nuove minacce che potrebbe essere lanciata dall’Isis contro l’Occidente: l’allerta nel Vecchio Continente è quindi alta. Le ultime notizie a riguardo arrivano dalla Francia ma pure nel Regno Unito, negli ultimi mesi, si è alzato il livello di guardia contro eventuali attentati con armi chimiche da parte dello Stati Islamico. Come riportato infatti a inizio gennaio scorso da Il Giornale, il ministro degli Interni inglese Ben Wallace in una intervista al Sunday Times ha sottolineato che i kamikaze “non hanno ostacolo morale a usare armi chimiche contro le popolazioni e, se potessero, lo farebbero in questo Paese” e che “il numero di vittime che potrebbe essere coinvolto sarebbe la peggior paura di tutti”. Il livello di allerta è stato quindi elevato nei confronti di tutti i possibili obiettivi dei kamikaze ‘infetti’ o di bombe ‘sporche’: acquedotti, mezzi di trasporto, facoltà universitarie.
Importanti e preoccupanti notizie giungono in queste ore dalla Francia. I terroristi starebbero cercando di ottenere virus mortali ed altamente infettivi per convalidare l’ipotesi che siano in possesso di armi di distruzione di massa. Così rivela il quotidiano francese Le Figaro, che annovera come possibili minacce anche l’uso di kamikaze affetti da patologie contagiose. Il sospetto deriverebbe dal furto ancora da chiarire di un batterio, depositato in un ospedale di Parigi. Nel rapporto del Segretariato Generale della Difesa e della Sicurezza Nazionale sarebbero inoltre annoverati le possibili minacce che interessano il territorio francese dalla data odierna fino al prossimo 2030. Il pericolo più grande, inoltre, deriverebbe da quello che è definito “terrorismo tecnologico”, messo in atto da “nuovi soggetti radicali”. (aggiornamento di Morgan K. Barraco)
L’ISIS starebbe quindi progettando di usare i kamikaze dotati di virus letali, ma anche informatici e ingegneri. Non è un evento remoto, infatti, che il Califfato possa contare sull’obbedienza di quella che è a nuova ondata di militanti. Lo studio del Segretariato francese, sottolinea la Gazzetta di Parma, parla anche della possibilità che i terroristi usino armi chimiche o bombe sporche, ma si fa sempre più strada l’ipotesi che la minaccia più grande derivi da quei “martiri infetti” che potrebbero superare i controlli e le misure antiterrorismo sfruttando il periodo di incubazione di un virus letale. Al pari dei lupi solitari, diventa quindi sempre più difficile riuscire a fare un’opera di prevenzione più puntuale. E’ da queste minacce, come si è evidenziato in questi giorni, in seguito all’attacco avvenuto in Germania e Londra, che le nazioni non sarebbero assolutamente protette. (aggiornamento di Morgan K. Barraco)