“Divus Philippus Nerius liberator suus” si legge nell’epigrafe di Papa Benedetto XIII al secolo Vincenzo Maria Orsini, che ebbe per San Filippo Neri grande venerazione tanto da chiedere che il 26 maggio fosse giorno di precetto a Roma. La venerazione divenne così grande dopo che il Santo salvò dal crollo del Palazzo Episcopale di Benevento, il cardinale Orsini. Altro fatto straordinario che legò profondamente il cardinale Orsini al santo fu l’episodio della successione al soglio pontificio dopo la morte di Innocenzo XIII nel 1674. In occasione della successione il Cardinale Orsini dedicò al Santo una novena per accelerare la scelta dei cardinali, ma mai avrebbe creduto che la scelta sarebbe caduta su di lui. Nacque a Firenze nel 1515 da famiglia benestante, il padre era notaio. Nei primi anni giovanili Filippo si dedicò alla professione paterna, ma su di lui avevano fatto presa i valori e gli insegnamenti testimoniati dai Domenicani di San Marco e dai frati benedettini di Montecassino. All’età di diciotto anni si trasferì a Roma dove divenne precettore in famiglie ricche di Roma, scrisse poesie e studiò teologia. Intorno al 1538 Filippo comincia ad assistere pellegrini ed infermi fondando una confraternita di laici, che per amore a Dio si dedica alla carità. Col tempo la stessa confraternita dà vita al grande ospizio della Trinità. Dedito alla preghiera ed all’educazione dei giovani, Filippo decide di rispondere alla grande vocazione sacerdotale che da tempo sente crescere in cuore. E’ il 1551 quando viene ordinato prete, si ritira nel convitto di san Girolamo dove la sua capacità di leggere nei cuori gli fa attribuire la fama di buon confessore. Attorniato da giovani chierici e laici San Filippo Neri organizzò una confraternita per l’aiuto ai poveri e ai bisognosi; nell’oratorio, che diventò parte integrante della chiesa si organizzavano conferenze, momenti di riflessione e momenti di musica in cui venivano interpretati da solisti tematiche legate la vecchio e al nuovo testamento.
Nelle prediche di san Filippo Neri non vi era mai una distinzione tra laici e consacrati, chiunque amasse Dio poteva servirlo, fosse esso un prete o un padre di famiglia, rifuggiva la superbia e istruiva i suoi piccoli orfanelli dicendo loro “State buoni se potete”, frase resa celebre dall’interpretazione di Jonny Dorelli nel film dedicato alla vita del Santo. Nel martirologio Romano si legge che San Filippo Neri rispecchiò nella propria umile vita l’insegnamento evangelico della carità e la letizia d’animo. Si dice che spesso la parola “riso” facesse capolino durante le sue prediche. Mori nelle prime ore del giorno del 26 Maggio 1595 a Roma amato e stimato da ricchi e da poveri, da laici e da consacrati.