Ieri l’ultimo saluto dato da Milano a Dario Fo, sepolto vicino alla moglie Franca Rame e di nuovo in pace dopo una vita movimentata e sempre in “buffa” polemica con il potere. Uno die momenti più toccanti forse, anche se non molto ricordato, è quando nel 1992 all’Estate Musicale Frentana, il maestro Donato Renzetti dirige il “Pierino e il Lupo” di Prokofiev con voce narrante proprio di Dario Fo. Ma la tragedia che aveva colto poche ore prima l’attentato contro Sergio Borsellino, il giudice anti-mafia ucciso a pochi mesi di distanza dall’amico e collega Giovanni Falcone, tenne tutti col fiato sospeso: «Ribadisco che eventuali allusioni a personaggi del nostro mondo politico sono del tutto casuali, specie quando si parlerà di animali», esordì così Dario Fo che volle comunque tenere lo stesso lo spettacolo, nonostante la strage. A dirigere l’orchestra proprio Renzetti che all’Ansa ricorda così il maestro Fo: «Fu una serata epica, ma anche triste. Dario era molto commosso per l’uccisione del giudice Borsellino, ma volle che lo spettacolo si facesse ugualmente. Le Torri Montanare erano stracolme e fuori erano rimasti molti spettatori, lui chiese che si facessero entrare tutti». Quella serata Renzetti ricorda che lo stesso Fo volle stravolgere qualche riga del testo, “dovetti lasciarlo libero di agire, anche fuori dal testo dell’opera”.
Gli omaggi a Dario Fo non sono mancati nel giorno del suo funerale laico. Tante anche le opposizioni, ma il mondo dello spettacolo sembra essersi schierato in toto a favore del giullare, del Premio Nobel, del teatrante ed anche del politico. Una figura poliedrica che spaziava in tutti i campi della scienza, letteratura, disegno e tanti altri ancora. Questo era ed è Dario Fo, reso immortale dalle sue opere, dagli interventi in pubblico e dal modo che aveva di vedere la vita, sempre con il sorriso. Si è unito al coro di ammiratori anche Maurzio Crozza che durante il suo show Crozza nel Paese delle meraviglie, ha voluto dare il proprio contributo. Il conduttore e comico ha mostrato diversi tratti salienti di Dario Fo, sullo sfondo di una gigantografia che lo vede ancora lì, a sorridere in mezzo al pubblico che adorava e dal quale veniva ricambiato. “Lui ha vinto un Nobel e io al massimo un borsone con i punti della Esso”, puntualizza Crozza ad un certo punto del suo omaggio. Poco prima, aveva mostrato il lato pittore di Fo, grazie ad alcuni dei vestiti creati da lui stesso per il teatro.
Inevitabile pensare che adesso Dario Fo si trovi lassù, al fianco di Franca Rame, impegnato in risate ed anche nell’attività che lo ha sempre contraddistinto negli anni: “forse spiegherà anche a Casaleggio tutto il casino che è successo a Roma. Ci vorrà un’eternità“, chiosa Maurizio Crozza. Ed infine un aneddoto simpatico su Fo, riferito ad un episodio avvenuto quest’estate, quando il giullare ha attaccato Roberto Benigni per via del suo schieramento a favore del sì. “Praticamente c’era un Premio Nobel contro un Premio Oscar, per un Premio di Maggioranza di un Premier contro la Minoranza“. Al funerale di Dario Fo, ieri, era presente anche Roberto Saviano, come comunicato dallo scrittore e giornalista tramite la propria pagina Facebook. Clicca qui per vedere il post di Roberto Saviano per Dario Fo. Durante l’intervista, subito dopo il corteo di amici, parenti ed anche oppositori del Premio Nobel, Saviano ha voluto sottolineare come Fo gli mancherà particolarmente, soprattutto perché gli ha insegnato il coraggio di lottare e di non arrendersi mai. “In quest’Italia molto cortigiana“, ha concluso, “il suo essere giullare significa ricordare l’eresia più grande: quella della parola“.