Sant’Olimpia viene celebrata il 17 dicembre. Nacque a Costantinopoli da una ricca famiglia nel 361. La piccola rimase presto orfana e la sua educazione fu affidata a Teodosia, sorella di sant’Anfilochio, vescovo di Iconio. Teodosia dunque allevò la giovane secondo le sacre scritture per farne una buona cristiana. E infatti sant’Olimpia, pur potendo ambire ad una posizione importante all’interno della corte imperiale, visse una giovinezza di mortificazioni sino al 384-385 quando sposò il prefetto della città di Costantinopoli, Nebridio. Matrimonio che però ebbe vita breve vista la prematura morte di Nebridio. L’imperatore Teodosio il Grande propose quindi a sant’Olimpia delle nuove nozze con suo cugino e, al rifiuto di lei, pur di convincerla, le sequestrò beni fino al compimento dei trent’anni e le vietò di andare in chiesa. Ma sant’Olimpia rimase talmente ferma nella sua decisione che i beni le vennero restituiti ed essa li utilizzò per fondare opere di carità quali l’ospizio per accogliere gli ecclesiastici forestieri e i poveri viaggiatori, e per fare donazioni alla chiesa di S. Sofia. Il vescovo Nettario ne fu tanto colpito da nominarla eccezionalmente “diaconessa”.
Sant’Olimpia non fermò la sua opera e fondò, all’interno del portico meridionale di S. Sofia, un monastero le cui religiose appartenevano alle illustri famiglie di Costantinopoli, e che fu una vera gioia agli occhi di S. Giovanni Crisostomo in visita alla città nel 398. Tra i due si instaurò una brillante collaborazione per l’attuazione del rinnovamento spirituale introdotto dal Crisostomo. Ciò attirò il rancore di chi era contrario a questa opera e infatti due vescovi chiesero ad Arcadio di esiliare S. Giovanni Crisostomo che, nonostante l’opposizione dei seguaci, fu condotto a Cucusa. Ma nel frattempo parte della chiesa di S.Sofia e del senato furono distrutti da un incendio, del quale furono accusati tra gli altri sant’Olimpia. La donna fu condotta davanti al prefetto di Costantinopoli, Optato: egli promise la pace per lei e le sue consorelle se avesse riconosciuto Arsace come nuovo vescovo della città in luogo di S.Giovanni Crisostomo. Ma lei rifiutò e dopo aver pagato una cospicua somma di denaro, lasciò la città alla volta di Cizico. Ma anche qui fu raggiunta dalle persecuzioni contro i fedeli di S.Giovanni di Crisostomo e dunque fu esiliata a Nicomedia. I legami epistolari continuavano tra sant’Olimpia e il vescovo, che veniva esortato dalla donna a sostenere chi in suo nome veniva perseguitato. Nel 408 circa sant’Olimpia morì; il suo corpo fu trasferito nella chiesa di S.Tommaso sul Bosforo, ma andò distrutto assieme alla chiesa dopo l’incendio appiccato dai persiani. Il culto della santa era molto in auge nell’antichità, sia in occidente che in oriente dove oggi è celebrata il 24, il 25 ed il 29 luglio.
La città che ha goduto delle opere di santa Olimpia è Costantinopoli, l’attuale Istanbul, una città la cui storia si respira tra le sue strade. Passeggiare nel “Sultahnamet”, il centro storico di Istanbul, permette di addentrarsi nel “Grand Bazaar” e di visitare musei che mostrano la storia di 5000 anni che ha interessato la città: tra questi è sublime il “Topkapi” antica residenza dei sultani con un harem da togliere il fiato. Il simbolo della città, la cui cupola domina lo skyline, è la “Aya Sofia”, la maestosa Basilica del VI secolo voluta da Giustiniano, ricca di marmi, pietre preziose e colonne provenienti dalla Grecia e dall’Egitto e splendidi mosaici del periodo cristiano e bizantino.
Imperdibili poi sono la moschea “Solimano” circondata da portici in marmo rosa e granito rosso, e la “Sultan Ahmet Camii” o “moschea blu” con le sue cupole e gli interni meravigliosamente rivestiti di ceramiche “iznik“.
Il 17 dicembre sono festeggiati anche i santi Sturmio di Fulda, Wivine, Modesto, Jose Manyanet y Vives, martiri di Eleuteropoli, Giovanni de Matha, Giudicaele, Cristoforo di Collesano, Florianoanania e Misaele e Azaria e Begga, e i beati Giacinto Maria Cormier, Matilde del Sagrado Corazon Telles Robles e Pietro di Spagna.