Dare redditività alla passione. Questa la sfida. Questa la strada per battere la crisi. Questa la rivoluzione pacifica, per liberare il nostro paese da quelle che il cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione al Consiglio Permanente della Cei, ha definito la povertà della nostra società, descrivendola come “miseria materiale, miseria morale e miseria spirituale”. È tempo di riconoscere il valore dell’operato di chi lavora nel mondo dell’arte, dell’educazione, dell’artigianato, dell’agricoltura.
Lavori, da troppo tempo, ingiustamente considerati di serie B. Chi ha un interesse profondo, è capace di sopportare sacrifici enormi, pur di realizzare il suo sogno. È il caso delle tre donne che, domenica scorsa, hanno ricevuto il premio “Profeta in patria”, riconoscimento istituito dal club di Papillon della Valtellina guidato da Francesca Traversi, per onorare persone che, nate o cresciute a Berbenno (So), han raggiunto l’eccellenza nel campo della cultura, dell’imprenditoria agricola e artigiana, dello sport, del gusto.
A ricevere il premio, Arianna Fontana, la campionessa di pattinaggio vincitrice di più medaglie alle recenti olimpiadi invernali di Sochi. Una storia, la sua, fatta di tenacia e capacità di sacrificio, coronata da un successo che non ha per nulla intaccato il suo essere ragazza acqua e sapone. Emma Marveggio, donna intelligente e di grandi visioni, capace di trasformare il suo amore per storia, tradizione e gusto della sua terra, in attività.
Il suo sogno realizzato è “Sciatt a porter” (tel. 0263470524) un locale dove il “business è poesia”, ossia in cui il “prodotto” venduto è la bellezza, ed in cui la Valtellina vive nel cuore di Milano, attraverso filmati di vigneti e montagne, vini, con i grandi rossi da uve chiavennasca dei migliori produttori, piatti tipici, a partire da quegli sciatt che danno nome al locale, e che son serviti in cartoccio, in modo da poter essere gustati in piedi o a passeggio. Ultima, ma non ultima, Fides Marzi, dottoressa in agronomia e maestra assaggiatrice di formaggi.
Originaria del Burundi, a soli 12 anni si è trovata a vivere in Valtellina, dove ha conseguito il diploma magistrale e quindi la laurea in Agraria all’Università degli studi di Milano. Assunta all’Associazione Provinciale Allevatori, trovandosi a contatto quotidiano con la natura, ha dato spazio alla sua predilezione per gli animali. Dinamica e infaticabile, dedicandosi ogni giorno con passione a svolgere le sue mansioni è entrata nel cuore dei valligiani che oggi la stimano e la amano, vedendo in lei la protagonista di una favola, vissuta con gratitudine.
Tre donne da conoscere e da cui imparare coraggio e caparbietà, a cui dedichiamo un brindisi con un vino autentico come loro. È lo straordinario Sfursat 2007 dei Giop dell’azienda Rumo di Villa di Tirano. Rosso di affascinante nobiltà, conquista con il suo colore rosso rubino, con i suoi profumi di viola appassita, marasca, tabacco, cannella e spezie, con il suo sorso vigoroso e di grande caratura.