Gli attentati di Barcellona e Cambrils sono stati pianificati a Mrirt, nel Marocco centrale: lo scrive El Confidential, citando fonti dell’antiterrorismo. Sarebbero diversi gli elementi della cellula jihadista che risultavano nella cittadina a metà luglio e alcuni di loro, come Driss Oukabir, non sono tornati prima del 13 agosto. Nella cittadina marocchina sono nati Younes Abouyaaqoub, che è ancora ricercato, e Mohamed Hychami. Entrambi appartengono alla cellula terroristica. Questa pista trova conferma in un arresto da parte della polizia locale: in manette è finito il presunto complice di Oukabir, il più giovane dei terroristi anche lui morto. Stando a quanto riportato dal sito spagnolo Vozpopuli, il presunto complice è stato fermato a Oujda. Il sospetto avrebbe aiutato la cellula jihadista: avrebbe inviato denaro attraverso il phone-center di Ripoll, di proprietà di Salah el Karib arrestato e sospettato di appartenere alla cellula terroristica (agg. di Silvana Palazzo)
MADRID, MUSULMANI IN PIAZZA CONTRO IL TERRORISMO
Mentre Barcellona piange la sua quindicesima vittima dell’attentato sulle Ramblas, curiosa manifestazione viene segnalata a Madrid: diverse centinaia di cittadini musulmani sono scesi in piazza a Madrid invitati dal Centro Culturale Islamico di Fuenlabrada. Il motivo? Dire un aperto e netto “no al terrorismo” dopo gli orribili ed ennesimi attentati terroristici di matrice islamista; molte donne, ma anche bambini e cittadini di ogni età sono scese in piazza a Puerta del Sol con tantissimi striscioni con scritto “Non in my name”, “non nel mio nome” come del resto già visto anche per le recenti stragi di Londra e Manchester. Proseguono le indagini ad Alcanar e Ripoll sia per cercare indizi sulla fuga del killer del furgone e sia per trovare maggiori informazioni sulla mente del gruppo, l’ormai divenuto celebre imam di Ripoll, ancora non confermato se morto nella esplosione dell’appartamento catalano o se anche lui in fuga. (agg. di Niccolò Magnani)
MORTO SULLE RAMBLAS IL BIMBO AUSTRALIANO DISPERSO
Purtroppo arriva la quindicesima vittima degli attentati di Barcellona sulle Ramblas: è il bimbo di 7 anni australiano che da giorni era disperso dopo l’attacco terroristico e per il quale le speranze nelle ultime ore erano purtroppo calate notevolmente. Si chiama Julian Cadman, aveva 7 anni ed era a Barcellona con gli zii sulle Ramblas nel momento sbagliato il giorno sbagliato: è stato falciato dalla folle e mortale corsa del furgone guidato dal super ricercato terrorista islamista. Il padre, dopo il suo arrivo immediato da Sydney a Barcellona per seguire personalmente le ricerche, è stato accompagnato anche all’obitorio e dopo qualche ora di dubbio e incomprensione si è arrivati purtroppo alla certezza della morte di un’altra giovane vita innocente, caduta dietro agli odiosi progetti di morte del terrorismo islamico. Secondo quanto afferma il sito della Vanguardia, in queste ore sono state identificate altre due vittime oltre al piccolo Julian, un belga e un italiano. A breve vi forniremo i nomi appena la polizia confermerà l’ultim’ora arrivata dalla Catalogna. (agg. di Niccolò Magnani)
IL MISTERO DEL KILLER IN FUGA
Sono preoccupanti le notizie che arrivano dalla Spagna in merito alla ricerca di Younes Abouyaaqoub, il 22enne marocchino sospettato di essere l’autore dell’attentato di Barcellona. La polizia catalana ha detto di ignorare dove si trovi al momento il presunto killer della Rambla. Inoltre, le autorità non sono neppure in grado di confermare se c’era lui alla guida del furgoncino che il 17 agosto ha investito la folla. Nelle ultime ore è circolata anche l’ipotesi, attraverso i media spagnoli, che la Sagrada Familia fosse uno degli obiettivi dei terroristi entrati in azione nella città catalana, ma le autorità hanno spiegato di non poterla confermare. «Non possiamo dare informazioni al riguardo», hanno spiegato, come riportato da SkyTg24. Sono tanti gli interrogativi, dunque, a cui bisogna trovare risposta, mentre l’Occidente piange le vittime del nuovo attacco terroristico targato Isis. (agg. di Silvana Palazzo)
120 BOMBOLE GAS NEL COVO DI ALCANAR
Le Mossos d’Esquadra hanno confermato le fonti di polizia giunte finora sul sempre più decisivo covo di Alcanar dove sarebbe nato tutto, e forse improvvisato, il progetto finale degli attacchi terroristici di Barcellona e Cambrils. Sono ufficialmente tre le persone morte in quell’appartamento in Catalogna, saltato per aria mercoledì scorso alla vigilia dell’attentato sulle Ramblas: due dei tre sono stati identificati e farebbero parte della cellula Isis, il terzo è ancora in fase di riconoscimento. Intanto però il capo delle Mossos, Josep Lluis Trapelo ha spiegato che nella casa assieme all’esplosivo TATP sono state trovate addirittura 120 bombole di gas: l’ipotesi che stessero programmando un attentato dalle immense portate e conseguenze è purtroppo assai alta. (agg. di Niccolò Magnani)
BLITZ POLIZIA A GIRONA E RIPOLL
Come ha da poco spiegato anche il capo della polizia catalana in diretta nazionale rispondendo ai cronisti sui fatti di Barcellona, sul furgone che ha falciato la folla sulle Ramblas c’era un unico terrorista. E sarebbe proprio quel Younes Abouyaaqoub ancora in fuga e ritenuto l’ultimo della cellula Isis entrata in azione negli attentati di questi giorni. Un doppio blitz in queste ore è in corso a Girona e Ripoll, sempre in Catalogna, per provare a stanare il giovanissimo killer in fuga: parallelamente, controlli e blitz anche in Francia visto che alcune fonti danno Abouyaaqoub possibile transfugo oltre i Pirenei per sfuggire alle forze spagnole dell’anti-terrorismo. «La pace è la migliore amica della nostra vita e chiediamo al Signore che ci dia la maniera di essere artigiani di pace», ha detto il Cardinale di Barcellona, Joan Josep Omella durante l’omelia alla Sagrada Familia davanti a migliaia di cittadini e parenti delle vittime degli attentati. Intanto però sempre stamane El Pais riporta altre novità sul fronte delle indagini: oltre al 22enne marocchino Younes Abouyaaqoub, ritenuto l’uomo che alla guida di un furgone ha ucciso 13 persone e ne ha ferite 140 sulle Ramblas, si cerca anche l’imam di Ripoll, il marocchino Abdelbaki Es Satty, 40 anni, sospettato dalla polizia di essere non solo il leader del gruppo ma anche all’origine del processo di radicalizzazione dei giovani. Il terzo è Youssef Aalla, fratello di Said Aalla, uno dei 5 terroristi uccisi a Cambrils venerdì nelle prime ore del mattino». (agg. di Niccolò Magnani)
IL RUOLO CENTRALE DELL’IMAM DI RIPOLL
Nelle indagini e nei blitz che la polizia catalana sta preparando dopo gli attentati di Barcellona, riveste sempre più importanza il ruolo centrale dell’imam di Ripoll, Abdelbaki El Satty: Ripoll è una cittadina sui Pirenei e proprio da qui venivano quasi tutti i presunti 12 membri della cellula Isis che ha agito a Barcellona e Cambrils e che tengono ancora la Spagna con il fiato sospeso. Uno in particolare pare essere ancora in fuga, probabilmente il conducente del furgone delle Ramblas, come spieghiamo qui sotto. Ma appunto l’imam riveste un ruolo forse decisivo: «La polizia ha perquisito il suo appartamento ma dell’uomo non c’è più traccia da martedì, quando ha detto al suo coinquilino che sarebbe partito per il Marocco per far visita alla moglie e ai figli», spiegano gli inviati di Tg Com24. Ma i Mossas catalani ritengono che quello stesso imam potrebbe aver indottrinato i giovanissimi terroristi marocchini che hanno agito negli attentati durante la loro permanenza a Ripoll; alcune voci e fonti di polizia riportano inoltre che l’imam potrebbe essere uno dei due terroristi morti nell’esplosione nel covo di Alcanar la sera prima della strage sulle Ramblas. (agg. di Niccolò Magnani)
MESSA IN SUFFRAGIO DELLE VITTIME
È in corso la Santa Messa solenne nella Cattedrale di Barcellona, la Sagrada Familia: un simbolo, un segno della città catalana in tutto il mondo, ammirato e osservato da migliaia e milioni di turisti tutti i giorni. Quelli stessi turisti falciati sulla Rambla centrale a poca distanza dalla meravigliosa cattedrale cattolica nata dal genio di Gaudi: la Messa solenne per tutte le vittime dell’attentato oggi ricorda proprio la grande apertura e accoglienza alla vita che rappresenta questo luogo sacro e amato tanto dai cittadini quanto dai turisti. E proprio la Sagrada Familia – che ora è blindatissima durante la Messa in 5 lingue a cordoglio e commemorazione – pare essere stata tra ai primi obiettivi dei terroristi Isis che hanno agito sulle Ramblas e sul lungomare di Cambrils. Secondo gli investigatori infatti, il “piano A” dei killer islamisti era proprio quello di far saltare in aria con più bombe la Sagrada con l’ormai consueto esplosivo TATP, usato anche a Parigi e Bruxelles. Ma l’esplosione nell’appartamento di Alcanar ha fatto andare a monte il piano, con i conseguenti attentati avvenuti dunque per “rimediare” e provocare comunque l’effetto terrore. E 14 morti, oggi ricordato in quel luogo nel mirino degli odiosi terroristi Isis. (agg. di Niccolò Magnani)
LA MADRE DEL KILLER: “COSTITUISCITI!”
L’attentato di Barcellona purtroppo non è ancora finito: manca il killer e altri 3, almeno, ricercati nella cellula dell’Isis che ha fatto la strage sula Rambla e sul lungomare di Cambrils: non solo, emergono dettagli sull’intera operazione messa in piedi dalla cellula che fanno temere altri attacchi visto che i terroristi ancora non sono stati smantellati del tutto. Intanto ieri in serata ha parlato a sorpresa la madre del killer ritenuto l’autista del furgone lanciato a zig zag sulla folla inerme di Barcellona, Younes Abouyaaqoub. Lui, 22enne che viene dato fuggito in Francia (ma come abbiamo già visto nel recente passato negli tacci a Parigi e Bruxelles potrebbe ancora trovarsi nascosto a Barcellona o comunque in Catalogna), era stato dato morto in un primo momento ma invece sarebbe tra i 4 ricercati in tutta la Spagna ed Europa. La madre, Hanno Ghanim, ha raccontato al El Pais di come non voglia assolutamente che il figlio faccia altre sciocchezze e uccida altri innocenti: «Voglio che tu ti costituisca, non voglio che tu uccida altre persone, l’Islam non lo predica», racconta in lacrime una madre doppiamente disperata per l’orrore causato da un proprio figlio. (agg. di Niccolò Magnani)
3 ESPULSI DAL VIMINALE
Barcellona non si piega, neanche dopo il sanguinoso attentato di giovedì sulle Ramblas, il cui bilancio è ancora di 14 morti, ma sembra purtroppo destinato a salire. La cellula terroristica che ha pianificato l’attacco con il furgone nel cuore della Catalunya era composta da 12 persone, due di queste sono morte nel covo di Alcanar, saltate in aria per via dello stesso esplosivo che intendevano utilizzare per colpire la Sagrada Familia, emblema religioso e non di Barcellona. Altri 5 terroristi sono stati uccisi dai poliziotti a Cambrils e 4 arrestati, ne manca uno, forse il più pericoloso. Si tratta dell’autista che ha guidato il van a velocità folle sulla passeggiata catalana: è il 22enne Younes Abouyaaqoub, originario di Ripoll, cittadina dei Pirenei dove operava anche Abdelbaki El Satty, l’imam marocchino scomparso da casa da martedì, che si pensa possa essere morto o scappato. Al coinquilino aveva detto di essere in procinto di tornare in Marocco dalla moglie e dai figli, ma non è da escludere che oltre ad aver istigato il commando abbia anche deciso di farne parte. Quel che conta, ora, è rintracciare Abouyaaqoub: potrebbe aver oltrepassato i Pirenei, aver raggiunto la Francia passando dal confine con la Spagna. Serve fermarlo: è l’ultimo uomo di un gruppo di attentatori che aveva ragionato in grande. Solo il caso ha impedito l’eccidio, non è detto che non voglia riprovarci.
ALLERTA ALTA ANCHE IN ITALIA
E dopo l’attentato a Barcellona a tremare è tutto l’Occidente, in particolare l’Italia, raggiunta questo pomeriggio dalle minacce dell’Isis, che su un canale Telegram annuncia:”Ora tocca a lei”. Il Viminale ha rafforzato i dispositivi di sicurezza ma non vuole farsi trovare impreparato: si spiega così la decisione di espellere tre persone per motivi di pericolosità sociale. Si tratta di due marocchini e di un siriano: uno, come riportato da La Repubblica, è un 38enne detenuto per reati comuni, un anno fa il suo compagno di cella lo aveva denunciato poiché vessato con “rigide regole di convivenza dettate dalla sua visione integralista del credo islamico”, ma lo scorso aprile si era fatto notare per aver festeggiato insieme ad altri carcerati la strage terroristica di Stoccolma. L’altro marocchino, 31 anni, nel 2016 era stato fermato in stato psicotico mentre si proclamava seguace dello Stato Islamico. Il siriano che utilizzava anche un alias di un cittadino tunisino, invece, già nel 2011 era riuscito ad evitare due decreti di espulsione e ultimamente aveva dimostrato particolare apprezzamento per gli esecutori dell’attentato al concerto di Ariana Grande a Manchester. Con i provvedimenti odierni i decreti di espulsione dal gennaio 2015 a oggi salgono a 202, di cui 70 solo quest’anno.