Due papi? Una bufala clamorosa. Questa in sintesi la posizione di Aleteia, sito di informazione cristiana, che riporta la spiegazione del perché la profezia, attribuita a San Francesco d’Assisi, sulla venuta di due papi, uno eletto in modo non canonico, sia una bufala. San Francesco, conosciuto da tutti per il suo Cantico dei Cantici e la rinuncia ai beni materiali a favore del motto Ora et Labora, pare fosse anche un profeta e che, poco prima di morire, intorno al 1226 avesse previsto tempi duri per la Chiesa, dovuti a una crisi morale ed ideologica, ma soprattutto alla coesistenza di un vero Pontefice con un Papa usurpatore, salito al massimo rango approfittando del momento difficile della Chiesa. Secondo i sostenitori di questa posizione, la profezia sarebbe, per esempio, indicata in queste parole: “Il potere dei demoni sarà più grande del solito, la purezza immacolata della nostra comunità religiosa e altri saranno appassiti al punto che ben pochi fra i cristiani vorranno obbedire al vero sommo Pontefice e alla Chiesa Romana con un cuore sincero e perfetta carità. Nel momento decisivo di questa crisi, un personaggio non canonicamente eletto, elevato al soglio pontificio, si adopererà a propinare sagacemente a molti il veleno mortale del suo errore”.
PADRE MESSA: «CITAZIONI E RACCONTI NON ATTENDIBILI»
Non solo: secondo qualcuno, il passo in cui parla di un Papa “non eletto canonicamente” avrebbe in qualche modo a che fate con Papa Bergoglio e le contenstazioni legate alla sua elezione: partendo da quella frase, e finendo alla considerazione del gran numero di scandali che affliggono la Chiesa odierna, vedono in questa profezia di Francesco una lettura di quanto sta avvenendo oggi. Proprio a questo si oppone Aleteia, che spiega perché si tratta di una bufala, insieme a Padre Pietro Messa, preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani presso la Pontificia Università Antonianum. Messa, infatti, sostiene che questa profezia sia frutto dei racconti di coloro che si sono cimentati a scriverne biografia o episodi della vita di San Francesco, riportando quindi falsità e citazioni non attendibili. «Con il passare dei decenni e secoli – commenta Messa – la devozione per il Santo d’Assisi si diffuse e accrebbe sempre più e così anche le narrazioni della sua vita; i diversi autori nella generalità dei casi erano più preoccupati di presentarne l’attualità che la precisione cronachistica degli avvenimenti narrati. E così c’è chi evidenziò l’aspetto pauperistico e chi quello organizzativo in quanto fondatore di un ordine religioso di gran prestigio; chi la contemplazione e chi la predicazione, che il suo essere diacono e chi scalzo».
«SAN FRANCESCO NON ERA UN PROFETA»
«Non mancarono coloro che lo presentarono come un profeta nel significato di predire eventi futuri», prosegue il sacerdote, secondo cui comunque, San Francesco non era realmente un profeta, ma le sue predizioni erano finalizzate a infondere speranza, ossia dire che quel momento di tribolazione non sarebbe stato per sempre ma avrebbe avuto un termine. Le narrazioni di queste profezie, come quelle sulla vita del Santo, quindi, sono imprecise e si diffusero finché lo si ritenne necessario per poi cadere in oblio ed eventualmente essere riprese in successivi periodi storici in cui potevano riacquistare significato. Essenziale quindi, per l’esperto del pensiero francescano, che ciascun testo sia contestualizzato e letto integralmente senza estrapolazioni: «Solo così le fonti si manifesteranno nel loro significato».