Le ultime notizie che arrivano da Istanbul dopo la bomba esplosa qualche ora fa vicino alla stazione della metro di Bayrampasa parlano per fortuna di zero vittime e solo qualche ferito, anche se la notizia ancora non è stata ufficializzata dalle autorità turche. Il sindaco del distretto di Bayrampasa, Atilla Aydiner, parlando ai microfoni della tv A Haber, ha confermato solo i cinque feriti dell’esplosione in un passaggio stradale vicino alla stazione ma non ha parlato di vittime. Le autorità turche invece parlano di una bomba provocata da una “pipe-bombe” ovvero un ordigno artigianale costituito da un tubo riempito di esplosivo e schegge di metallo. Nel frattempo una buona notizia che rende più sicurezza sulla fine dell’allerta in città è la ripresa della circolazione dei treni della metropolitana di Istanbul con il blocco che aveva seguito l’esplosione che dunque è terminato. Molta paura e timore per un altro attentato in Turchia al momento viene allontanata anche se resta da capire da dove sia originato quell’ordigno e chi lo abbia posizionato in quel luogo.
Non è stato raggiunto neanche nella votazione odierna in Parlamento il quorum richiesto per l’elezione dei 3 giudici della Consulta: l’asse Pd-Forza Italia, costituitosi nella proposta della triade di nomi Barbera-Sisto-Pitruzzella non è infatti riuscita nell’impresa di intercettare i voti dei 3/5 degli aventi diritto. La soglia per l’elezione dei giudici era dunque posta a 571 voti, ma Barbera si è fermato 545 preferenze, Sisto a 527 e Pitruzzella a 470. Gli altri candidati, Modugno e Piepoli, hanno toccato rispettivamente quota 156 e 82 preferenze. La maggioranza è comunque positiva sul fatto di non modificare la triade di nomi proposta all’inizio delle votazioni, soprattutto in considerazione del fatto che sia Barbera che Sisto hanno ricevuto un numero di preferenze crescenti: 9 in più per il giurista proposto dal Pd e 16 in più per quello di Forza Italia. L’appuntamento è dunque rinviato a domani, alle ore 19:00, quando l’Assemblea proverà ad esprimere finalmente i 3 giudici della Consulta in cerca della sospirata fumata bianca.
Si arricchisce di ulteriori dettagli il racconto dell’esplosione avvenuta in Turchia, ad Istanbul, in un passaggio stradale sopra la stazione della metro di Bayrampasa, e cominciano ad arrivare anche le prime immagini di quello che dovrebbe essere, secondo quanto sostenuto dall’inviata de La Stampa Marta Ottaviani intervenuta a TgCom24, “un ordigno artigianale”. Un utente su Twitter ha infatti rilanciato un video pubblicato da CCTV in cui si vede, e si sente, l’esplosione che sta facendo tremare la capitale turca. Clicca qui per vedere il video della bomba esplosa nella metro di Istanbul.
La paura attentato diventa altissima in Turchia dopo che la notizia sull’esplosione nella metro di Istanbul ha avuto l’ufficialità del sindaco: si tratta di una bomba che è esplosa un’ora fa in un passaggio stradale sopra la stazione della metro di Bayrampasa. Al momento sembrano esserci un morto e sei feriti come primissimo bilancio, annunciato sempre da Atila Aydiner, sindaco della metropoli in Turchia. Secondo fonti della sicurezza turca citate dall’agenzia Dogan e sopratutto dalla Cnn turca, l’esplosione della bomba sarebbe stata provocata da un ordigno artigianale che poi fatto fuggire i vari passeggeri della metro, con l’evacuazione di tutta la stazione. In collegamento con TgCom24, è intervenuta l’inviata de La Stampa Marta Ottaviani che ha parlato di un ordigno del tutto artigianale che è scoppiato vicino alla metro. Non dovrebbe trattarsi di gruppi professionisti visto che la fattura della bomba è davvero di natura molto artigianale se non dilettantistica e per fortuna l’attentato è stato mancato: si parla di un morto ma non è certo, l’unica cosa certa al momento sono i cinque feriti.
Una fortissime esplosione e subito Istanbul piomba nel terrore: ultimi minuti frenetici con le notizie che rimbalzano dai media in Turchia e riportano frammentati dettagli: sono state udite forse più di una esplosione in diverse zone della importante città turca, riferiscono i media locali e si situerebbero nella metropolitana. Diversi mezzi di soccorso di ambulanze e vigili del fuoco sono stati inviati nella zona di Bayrampasa dove si trova la più grande stazione di autobus di Istanbul. I media riferiscono poi di 6 feriti e forse una vittima proprio nella stazione in questione, vicino alla strada per andare all’aeroporto cittadino. Sia Ntv che Haberturk tv riportano sulla base delle testimonianze che la psicosi attentati è altissima ma che non dovrebbe questa volta essere stato un attacco terroristico ma solo una esplosione per motivi tecnici all’interno della metro: l’origine dell’esplosione sembra venire da un malfunzionamento del trasformatore di una centralina elettrica che avrebbe fatto da innesco. L’agenzia ufficiale di Stato Anadolu invece riporta come l’esplosione non sia avvenuta dentro la metro ma in prossimità di un cavalcavia. Prossimi aggiornamenti sempre qui, con le ultime news in tempo reale.
Una morte tragica, come solo quella del suicidio di una giovane può essere, scuote l’Inghliterra. Jenny Fry, 15 anni, trovata morta vicino casa, a Chadlington lo scorso 11 giugno, “era tormentata dalla sua allergia al Wi-Fi, e la sua scuola avrebbe dovuto fare molto di più per aiutarla“: sono queste le parole pronunciate da Debra Fry, madre della vittima, in tribunale. La ragazza, che la mattina del ritrovamento del corpo aveva scritto un sms ad un’amica per dire che non sarebbe andata a scuola e che intendeva morire, secondo i genitori soffriva di stanchezza, mal di testa e problemi alla vescica, causati dalla sua elettro-ipersensibilità (Ehs), una condizione, secondo quanto riferito da “Mashable”, esacerbata dal Wi-Fi della sua scuola. Il preside della scuola si è difeso sostenendo che “la sicurezza di Jenny a scuola era importante come quella di chiunque altro“, aggiungendo che “le apparrecchiature installate sono conformi alle normative“. La famiglia di Jenny è ora impegnata nel tentare di rimuovere la tecnologia Wi-Fi dalle scuole.
Dopo l’abbattimento del jet russo in Siria da parte dell’aviazione turca e il raffreddamento delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, ecco arrivare le prime vere conseguenze della crisi russo-turca. Stando a quanto riportato dall’Ansa infatti, il presidente Vladimir Putin sabato scorso ha firmato un decreto che bloccherà l’importazione di “frutta e verdura, sale, pollame e altri prodotti” a parite dal primo gennaio. Dal primo dicembre scatterà invece il blocco dei voli charter tra Russia e Turchia. Primi cenni di quella che può essere definita a tutti gli effetti una guerra fredda difficile da risanare dopo l’altissima tensione degli ultimi giorni.
Si allarga a macchia d’olio l’indagine denominata Vatileaks 2 e coinvolge anche Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma con l’accusa di concussione nell’ambito del filone d’inchiesta riguardante la pr Francesca Chaoqui e il consorte Corrado Lanino. Come fa sapere l’Ansa, la procura romana ha ritenuto l’iscrizione di Paolo Berlusconi “un atto dovuto” dopo aver ricevuto documentazione dalla procura di Terni in merito alla compravendita del castello di San Girolamo a Narni. La Chaoqui, stando alla ricostruzione de “Il Corriere della Sera”, avrebbe utilizzato tutta la sua influenza in quanto componente della Cosea, dialogando più volte con Paolo Berlusconi, al quale prometteva che “avrebbe fatto in modo di far accogliere le richieste di rogatoria presentate dalla magistratura nei confronti dell’ex Cavaliere e reso noto il contenuto delle istanze, se non fossero stati esauditi i suoi desideri“. Il pm Elisabetta Massini, come ricordato dal Corriere, ha ritenuto la Chaoqui “pubblico ufficiale” visto il suo ruolo di membro della Cosea, ma ha ritenuto di dover iscrivere anche Paolo Berlusconi nel registro degli indagati poiché “non denunciò il tentativo di estorsione“.
Svolta drammatica del cupo caso di cronaca avvenuto ad Ancona lo scorso 7 novembre: dopo un mese di coma è morto anche il padre della ragazza 16enne. L’uomo era stato ferito a colpi di pistola nello stesso scontro dove aveva perso la vita anche la madre della ragazza, Robert Pierini. Era un sottufficiale dell’Aeronautica e si chiamava Fabio Giacconi: purtroppo non ce l’ha fatta, le ferite erano troppo gravi e l’annuncio è stato dato poco fa alla stampa dal reparto di rianimazione dell’ospedale di Ancona. Per il delitto vi ricordiamo che in carcere sono al momento il fidanzato della sedicenne, Antonio Tagliata, e la stessa ragazza, accusati di aver ucciso ora tutti e due i genitori. Il mandante sembra incredibilmente proprio la 16enne con concorso in omicidio volontario aggravato e tentato omicidio, queste le accuse mentre la ragazza risiede ora nell’istituto di pena minorile di Napoli. Il 18enne, come riporta La Stampa, che ha lasciato in casa tre messaggi ai genitori con anche la confessione firmata, sostiene però di non essere andato a casa dei Giacconi.
Continuano ad emergere dettagli sempre più inquietanti rispetto all’operazione antiterrorismo condotta dalla Digos di Brescia e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione tra l’Italia e il Kosovo che ha portato all’arresto di 4 persone accusate di “apologia di terrorismo e istigazione all’odio razziale“. Stando a quanto riprtato da Tgcom24, gli uomini coinvolti nella vicenda propagandavano tramite social network l’ideologia jihadista, senza limitarsi dal produrre commenti di minaccia e di condanna verso il mondo occidentale. In particolare svetta su tutti gli altri, quello che più che come un monito, suona come un’oscura profezia:”Questo Papa sarà l’ultimo”. Nei momenti immediatamente successivi agli attacchi terroristici dello scorso 13 novembre a Parigi, la “mente” del gruppo, Imishiti Samet, arrestato in Kosovo, commentava su Facebook:”Parigi a lutto, la torre senza luci, 158 morti: questo è solo l’inizio. Oh miscredenti capirete che l’Islam non si combatte, è inutile. I leoni vi hanno lasciato un messaggio e per Allah non dormirete sonni tranquilli, ma voi avete scherzato con i loro messaggi e avete continuato a bombardare e allora questo è il risultato“. Il fratello dell’uomo, Imishiti Ismail, è stato rintracciato a Chiari ed è stato espulso; stesso destino per un kosovaro residente a Savona, mentre per un macedone residente a Vicenza è stata disposta la sorveglianza speciale per terrorismo. Il Ministro dell’Interno Alfano ha accolto con soddisfazione il lavoro delle forze di polizia italiane, sottolineando che questa operazione “è la conferma che il nostro sistema di prevenzione e di sicurezza sta funzionando“.
Un blitz antiterrorismo, condotto dalla Digos di Brescia e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione insieme a quella del Kosovo, è in corso da qualche ora tra alcune città italiane e ad altre balcaniche. A darne notizia è “La Repubblica” che sottolinea come l’operazione, denominata “Van Damme“, stia portando a perquisizioni e arresti nei confronti di cittadini di nazionalità kossovara accusati di “apologia di terrorismo e istigazione all’odio razziale“. Secondo l’Ansa sarebbero 4 le persone finite in manette, e per una di queste sarebbe scattata per la prima volta la misura di “sorveglianza speciale per terrorismo“, su diretta indicazione del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti. Gli inquirenti nelle indagini hanno riscontrato “pericolosi indicatori di fanatismo religioso estremistico a carico dei componenti del gruppo criminale, i quali sul web si mostravano con armi e atteggiamenti caratterizzantii combattenti del sedicente Stato Islamico“.
La speranza di un bilaterale tra Russia e Turchia, che potesse appianare la spinosa questione diplomatica relativa all’abbattimento del Mig russo, da parte delle forze armate turche è stata vana. Le due delegazioni non si sono incontrate fin ora a Parigi, e qualsiasi occasione di rappacificamento è stata rifiutata in maniera netta dai due presidenti. Se possibile anzi il clima di tensione è stato esasperato da alcune affermazione di Putin, che si è detto sicuro che l’abbattimento dell’aereo militare, è avvenuto con lo scopo di coprire i traffici turchi a favore dello stato islamico. Dura la replica del presidente turco Erdogan, che si dice pronto a dimettersi immediatamente in caso di pubblicazione delle prove a sostegno di tale tesi. Clicca qui per tutti i dettagli dello scontro Russia-Turchia e del rischio di terza guerra mondiale.
Si è aperta ufficialmente con il discorso di benvenuto ai grandi del mondo, la conferenza sul clima che passerà alla storia con il nome di Cop 21. In una Parigi blindata, per paura degli attentati terroristici, i vari leader si sono succeduti sul palco per cercare, per ora solo a parole, di trovare un accordo che permetta un inquinamento minore del nostro pianeta. Importante l’affermazione del presidente americano Barak Obama, che si è detto “un inquinatore pentito”, e che ha dichiarato che farà di tutto per portare gli USA dentro una politica “green e sostenibile”. Di contro l’affermazione dell’India, che tramite le parole del suo premier Narendra ModI, rivendica fortemente il proprio diritto di bruciare combustibili fossili sul proprio territorio.
Le maggiori testate giornalistiche aprono tutti con la conferenza sul clima di Parigi. Ampio spazio con reportage approfonditi, che analizzano le affermazioni dei grandi del mondo. Interessante l’apertura del “Fatto Quotidiano”, con l’ennesima inchiesta sugli alloggi a prezzo di “favore”, per politici e militari in tutta Italia. Apertura sincrona di “Libero” e del “Giornale” che scelgono una prima pagina tutta dedicata alla vicenda del Presepe vietato a Rozzano (MI), e che ha visto l’allontanamento del preside incriminato. Sportivi che dedicano l’apertura al primo posto conquistato dal Napoli e all’ottima performance dell’ultima settimana della Juventus di Massimiliano Allegri.
Il rischio è l’ennesima fumata nera, sarebbe la 29esima per l’elezione di tre giudici nella Corte Costituzionale (le nomine di elezioni politica): in lizza sono ancora i tre nomi della scorsa settimana, ovvero Augusto Barbera (quota Pd), Francesco Paolo Sisto (FI) e Giovanni Pitruzzella (centro, popolari). Il problema è che per il Movimento Cinque Stelle i nomi non vanno bene e continuerà anche in questa seduta di oggi a sostenere, a meno di clamorosi dietrofront, Franco Modugno. «Per il bene dei cittadini è fondamentale che domani nessuno di questi tre venga eletto, solo così il Pd sarà costretto ad accettare il metodo 5 Stelle di fare nomi diversi e finalmente degni» afferma Danilo Toninelli, grillino alla Camera. Il rischio forte dell’ennesimo stallo è molto concreto ma ora incombe la “minaccia” di Grasso che ha annunciato, laddove non si avesse neanche domani l’elezione dei tre nomi in Consulta, la seduta ad oltranza del Parlamento fino alla conclusione delle operazioni. La notte appena passata potrebbe essere stata decisiva per gli ultimi accordi: i risultati si vedranno tra qualche ora, ovviamente.
Un Papa Francesco stanco ma come sempre disponibile su ogni tema per le domande ormai di rito dei giornalisti sul viaggio di ritorno dai viaggi apostolici. Si è appena concluso un viaggio lunghissimo di Bergoglio che ha visitato il centr’Africa con numerosi discorsi e immagini che rimarranno nella storia. Dal processo Vatileaks fino alle lodi per Papa Benedetto arrivando al clima, un Francesco in super forma: «Sì, è stato un errore la nomina di Monsignor Balda e della Chaouqui e poi i giornalisti fanno bene a denunciare la corruzione! Su questo dobbiamo continuare con i cardinali l’opera di pulizia». Su questo arriva l’aneddoto che mostra tutta la stima del Pontefice per l’opera di Ratzinger: «Tredici giorni prima della morte di san Giovanni Paolo II, durante la Via Crucis, l’allora cardinale Ratzinger ha parlato della sporcizia della Chiesa. Lui ha denunciato per primo. Poi muore Giovanni Paolo II, e Ratzinger, che era decano, nella messa “pro eligendo Pontifice”, ha parlato della stessa cosa. Noi lo abbiamo eletto per questa sua libertà di dire le cose». Conclusione sul clima con la conferenza di Parigi in pieno corso di svolgimento, «per il clima o si cambia ora, oppure mai più, siamo al limite del suicidio».
Ha avuto inizio ieri mattina la conferenza sul clima a Parigi, che vede l’incontro dei capi di stato di centocinquanta paesi con l’obiettivo di vagliare le soluzioni per preservare il nostro pianeta. Ad avere la leadership in questo tema sono l’USA e Europa, partecipante al trattato internazionale degli accordi di Kyoto. Secondo i dati dell’ONU, la soglia del riscaldamento globale raggiunta nel nostro pianeta è pari a 2: soglia che non bisogna superare per evitare effetti devastanti che si percuotono già sulla vita della popolazione. È l’ultima chiamata dunque per la Terra: venti Paesi si impegneranno a finanziare la ricerca e lo sviluppo in campo ecologico. È essenziale stabilire dei limiti per la sopravvivenza. La conferenza sul clima sarà anche luogo di incontri bilaterali riguardanti altri argomenti importanti, quali il terrorismo.
In Giappone, riprende la caccia alle balene: quattromila cetacei sono stati sterminati nel corso di dodici anni. Si tratta non soltanto di un problema di coscienza, quanto di una questione drammatica anche dal punto di vista ambientale. Altra situazione disastrosa in Brasile, dove fanghi tossici si sono riversati nel Rio Doce, arrivando fino all’Oceano Atlantico e causando la moria delle specie di pesci presenti. Due dighe sono cedute distruggendo un villaggio e causando la morte di diciassette persone. Il Ministro dell’ambiente brasiliano ha parlato in termini positivi, affermando che presto il fiume tornerà a vivere.
Salah Abdeslam, l’ottavo terrorista e ultimo ancora in fuga tra gli attentatori della Strage di Parigi, potrebbe essere in Siria; la notizia è stata trasmessa dall’Intelligence e riportata a livello internazionale dalla Cnn. Altre informazioni in questi giorni hanno comunicato della presenza del terrorista in Belgio o addirittura di una sua condanna da parte dell’Isis stesso. Si tratta dunque di notizie non confermate. Ciò che è certo è che a Marsiglia è stata trovata una grande quantità di esplosivo. Questa sera Hollande parlerà della situazione attuale con Obama.
Le strade di Livorno sono colme di spazzatura. Gli spazzini sono fermi e sono in trecento ad essere presenti nell’aula comunale, causando il caos e affermando di non voler tornare al lavoro per la paura della perdita del posto: l’azienda per i rifiuti ha infatti un debito di più di quarantadue milioni. Tuttavia, il sindaco Nogarin afferma che non c’è pericolo: nessuno perderà il posto. In Sicilia, strade a rischio idrogeologico: un pilone si è inclinato nella strada Palermo-Sciacca. Il presidente dei geologi siciliani lancia l’appello per un censimento delle strade non sicure.