Nel giallo relativo al duplice omicidio di Trifone e Teresa ci sarebbero ancora molti punti centrali sui quali gli investigatori starebbero lavorando. Nello specifico, la loro attenzione sarebbe concentrata su 32 minuti di totale “buio” che smonterebbero l’alibi del principale indagato, Giosuè Ruotolo. Come riporta il settimanale “Giallo” sull’argomento, “Trentadue minuti incastrano Giosuè Ruotolo alle sue responsabilità omicidiarie”. Proprio i misteriosi 32 minuti di vuoto hanno convinto i giudici del Riesame a respingere l’istanza di scarcerazione del presunto assassino di Trifone e Teresa, presentata dalla sua difesa. “Di quei 32 minuti, Ruotolo non fornisce alcuna plausibile spiegazione”, sosterrebbero gli inquirenti che si occupano da oltre un anno del delitto di Pordenone. Su questo aspetto, l’indagato numero uno non avrebbe mai esplicitato in maniera chiara ciò che fece nell’arco di tempo indicato durante i vari interrogatori, salvo ammettere dopo sei lunghi mesi di bugie di essere stato nel parcheggio del Palasport, ovvero sul luogo del delitto.
Negli ultimi giorni si sono registrate le prime novità in merito all’omicidio di Trifone e Teresa, la coppia di fidanzati uccisi a Pordenone il 17 marzo dello scorso anno. Queste riguarderebbero soprattutto Giosuè Ruotolo, principale indagato e da qualche settimana in carcere a Belluno con l’accusa di aver commesso il duplice delitto. Nei giorni scorsi sono stati restituiti all’indagato i suoi dispositivi elettronici, 19 in tutto, precedentemente sequestrati e sottoposti a perizia. La sua auto, la Audi A3 grigia, invece, resta ancora sotto sequestro, come riporta Today.it. Dopo le opportune analisi, dunque, i dispositivi sono tornati nelle mani della difesa che ora potrà procedere con le adeguate valutazioni. Al lavoro a Pordenone ci sarebbero anche i militari del Ros, i quali starebbero rivedendo gli ultimi atti del fascicolo in vista delle battute finali delle indagini. Secondo le indiscrezioni, infatti, entro l’estate potrebbe esserci la richiesta di giudizio immediato per i due indagati per la morte di Trifone e Teresa, ovvero il militare di Somma Vesuviana, Giosuè Ruotolo, e la fidanzata di quest’ultimo Rosaria Patrone, di recente tornata in libertà dopo un primo periodo agli arresti domiciliari, sebbene continui ad essere indagata per favoreggiamento.
Si infittiscono le domande in attesa delle udienze per il caso di Teresa e Trifone: l’unico indagato diretto per l’omicidio, Giosuè Ruotolo attende il risultato dei reperti informatici che riguardano il suo rapporto con le due vittime e gli scambi anche con la fidanzata Rosaria Patrone, per ora liberata dopo gli arresti domiciliari dei primi mesi. Il militare inc aree a Belluno con l’accusa di duplice delitto aspetta i risultati delle perizie sul suo materiale informatico, telefoni, pc, tablet e altro: «un segnale di apertura da parte dei magistrati. I dispositivi informatici sono stati sbloccati. Adesso abbiamo la possibilità di analizzarli attraverso il nostro consulente, Giuseppe Dezzani», sono le parole del legale di Giosuè, Rigpni Sterni, rivelate al Gazzettino. Queste prove potrebbero portare entro l’estate alla richiesta richiesta del giudizio immediato per i due accusati, Ruotolo e Patrone, accusati di omicidio diretto e favoreggiamento di Teresa Costanza e Trifone Ragone. I Ros sono al lavoro a Belluno proprio sugli atti del fascicolo per trarre possibili altri elementi di indagine: il processo potrebbero essere dunque vicino.
Il duplice delitto di Pordenone che portò alla morte dei due fidanzati, Trifone Ragone e Teresa Costanza, avvenuto il 17 marzo dello scorso anno, potrebbe presto contemplare una svolta decisiva in vista della chiusura delle indagini. Secondo quanto reso noto dal quotidiano Il Messaggero Veneto, sarebbero da ultimare ancora pochi accertamenti informatici che riguarderebbero, nello specifico, alcuni ulteriori oggetti di Giosuè Ruotolo, il militare 26enne arrestato con l’accusa di essere stato l’esecutore materiale del duplice omicidio. Gli investigatori, nella speranza di non lasciare nulla di intentato, avrebbero deciso di passare al setaccio anche le quattro sim di Ruotolo e che in passato erano già state sequestrate. Emergeranno dati utili al completamento delle indagini? Intanto, nei giorni scorsi presso la Procura di Pordenone si è tenuto un vertice che ha visto la partecipazione dei responsabili dell’inchiesta sul giallo di Trifone e Teresa, nel corso del quale è stato fatto il punto della situazione in merito alle indagini in corso. Oltre ai risultati sulle quattro sim di Ruotolo, l’attesa è concentrata anche sull’esito della perizia che ha riguardato gli hard disk dei cinque computer della caserma presso la quale prestavano servizio Trifone e Giosuè. Il dubbio dell’accusa è che Ruotolo possa aver usato uno (o più) dei pc per creare ed usare l’account Facebook “anonimo anonimo” impiegato per molestare Teresa. Secondo le prime indiscrezioni, tuttavia, non sarebbero state trovate tracce che ricondurrebbero direttamente a Giosuè, in carcere a Belluno. Nei prossimi giorni, inoltre, saranno resi noti anche i dati emersi dalle memorie di tablet, pc e cellulari sotto sequestro permettendo alla difesa di Ruotolo di individuare elementi che possano scagionare il proprio assistito dalle pesantissime accuse di omicidio dei due fidanzati, rafforzate da numerosi indizi contro di lui.