E’ arrivata solidarietà anche da parte del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per le vittime dell’aggressione al Roxy Bar nel quartiere della Romanina, nella Capitale. Con una nota ufficiale Zingaretti ha voluto mettere in luce la vicinanza della Regione sia all’esercente, sia alla disabile picchiata: “Questa mattina Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Legalità Regione Lazio, ha incontrato la titolare del Bar dove è avvenuto il raid dei Casamonica per comunicarle che avrà il pieno sostegno da parte degli avvocati della rete antiusura della Regione Lazio e che l’ente si costituirà parte civile nel processo. Infine, sempre di concerto con la rete antiusura della Regione, verrà garantito un contributo economico a favore dell’attività commerciale, a titolo di risarcimento per i danni ricevuti e, soprattutto, per dimostrare la vicinanza delle istituzioni a chi si oppone con la propria onestà ai fenomeni mafiosi.” (agg. di Fabio Belli)
“C’E’ AGGRAVANTE MAFIOSA”
Frustata davanti a tutti per aver osato rispondere all’arroganza di Antonio Casamonica: il destino della disabile nel bar Roxy Bar nel quartiere Romanina. “Il bar dovete chiuderlo”, è invece il destino che sarebbe toccato al barista rumeno dopo le minacce e il pestaggio davanti agli altri clienti inermi. Quello è il “regno” dei Casamonica, come già visto ad Ostia con gli Spada e tanti altri “clan” che operano sul territorio romano purtroppo da decenni. Le denunce che ora fioccano servono a non far spegnere i riflettori su una situazione davvero imbarazzante con lo Stato e il Comune, finora, inermi. L’indagine è stata affidata ufficialmente ai magistrati della Dda antimafia, visto che l’ipotesi degli inquirenti che è stata avanzata è quella “dell’aggravante mafiosa ad Antonio Casamonica e suo cugino Alfredo Di Silvio”, gli autori dell’aggressione al bar di Romanina. Stamane, appena uscita la notizia, su Twitter Federica Angeli – la giornalista minacciata e sotto scorta per le sue inchieste sulla malavita della Capitale – ha denunciato, «Una inchiesta sui Casamonica la scrissi 2 mesi fa. Ad aprile le stesse persone di cui parlo qui hanno massacrato due persone che hanno osato rispondere. Sindaca, Stato vi chiedo: dobbiamo aspettare la gente muoia per fare qualcosa??». (agg. di Niccolò Magnani)
IL BARISTA, “PAURA PER LE VENDETTE CONTRO DI NOI”
Teme vendette contro la sua famiglia, eventuali nuovi danni al bar e soprattutto un escalation di violenza che vede come unici “obiettivi” proprio quelle stesse vittime del raid di Casamonica e Di Silvio. «Ora ho paura, per me e per i miei bambini. Temo che si possano vendicare», spiega il barista rumeno attaccato assieme alla cliente disabile il giorno di Pasqua. «Loro quel giorno non volevano aspettare la fila e hanno detto ‘Qui noi siamo i padroni, è tutto nostro’». Una situazione assurda e un vergognoso comportamento mafioso e illegale, con anche minacce di morte annesse: «Pensavo che la signora stesse con loro ma poi ho capito che stavano litigando e che lei mi difendeva», conclude il barista che ora dovrà essere tenuto sotto stretta sorveglianza e protezione dallo Stato, visto che finora non è avvenuto nulla di tutto questo. (agg. di Niccolò Magnani)
MINNITI, “ATTI CHE NON RESTERANNO IMPUNITI”
Dopo che è diventata di dominio pubblico l’aggressione, avvenuta lo scorso 1° aprile in quel di Roma e perpetrata da due esponenti del clan Casamonica in un bar a scapito di un barista di nazionalità rumena e di una sua cliente disabile, oggi le reazioni del mono della politica per una volta sono unanimi e tutte dello stesso tenore. Dopo che la sindaca della Capitale, Virginia raggi, si è recata nell’esercizio commerciale per portare la solidarietà della Giunta romana al proprietario e alla sua famiglia, sono arrivate anche le parole del Ministro degli Interni uscente, Marco Minniti che ha fatto sapere di aver immediatamente chiesto al capo della Polizia, Franco Gabrielli, di dare una risposta “ferma e tempestiva” a quello che è un fatto gravissimo. Intanto la Procura capitolina ha aperto un inchiesta e le ipotesi di reato sarebbero non solo lesioni, minacce e danneggiamento: “Atti di questo tipo non possono rimanere impuniti” ha concluso Minniti, a cyi ha fatto eco, in modo ancora più duro, l’attuale vicepresidente del Senato. Infatti, il leghista Roberto Calderoni ha invocato per i delinquenti appartenenti al clan dei Casamonica l’applicazione delle norme previste dal 41 bis: “Se davvero queste persone, come scrivono i quotidiani e sostengono molti politici, sono dei mafiosi e utilizzano metodi mafiosi come quelli dell’assalto al bar della Romanina, allora lo Stato e la magistratura applichino le norme a disposizione per contrastare la criminalità organizzata, come peraltro accade anche in Sicilia con i capi bastone”. (agg. R. G. Flore)
VIRGINIA RAGGI INCONTA LA MIGLIE DEL BARISTA
Virginia Raggi si è recata al Roxy Bar per incontrare la moglie del barista pestato a sangue il giorno di Pasqua in un raid dei Casamonica. L’aggressione è avvenuta in due fasi: all’inizio due esponenti del clan entrano e offendono il barista che non li aveva visti. La giovane disabile allora li invita ad andarsene, ma viene picchiata a colpi di cinghia, calci e pugni. Nessuno interviene, anzi il bar si svuota e il barista viene lasciato a terra coperto di sangue. «Io non ho paura, non l’ho mai avuta. A prescindere da chi sono e di chi è la nazionalità. Mio marito sta bene adesso, noi non abbiamo niente contro nessuno ma chi ha sbagliato deve pagare. L’unica cosa giusta da fare in questi casi è chiamare le forze dell’ordine e denunciare», ha dichiarato Roxana, la moglie del barista. «Uniti contro la criminalità. Le immagini dell’aggressione dei Casamonica nei confronti di una donna disabile e un barista sono inaccettabili. Le istituzioni non abbassano lo sguardo. #FuoriLaMafiaDaRoma», aveva twittato Raggi sul suo profilo Twitter. (agg. di Silvana Palazzo)
APERTA INCHIESTA
Nuovi aggiornamenti sulla vergognosa vicenda del 1° aprile a Roma: bar di via Salvatore Barzilai, alla Romanina, due esponenti del clan mafioso dei Casamonica aggrediscono un barista romeno e si scagliano contro una cliente disabile, rea di essersi opposta alla prepotenza dei due, che esigevano di essere serviti per prima. I due uomini, Antonio Casamonica e Alfredo Di Silvio, hanno picchiato e frustato con una cinta l’inerme ragazza, per poi scagliarsi contro il barista e distruggere le vetrine del locale. Come sottolineato da Repubblica, la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per i reati di lesioni, minacce e danneggiamento. La denuncia è stata fatta dalla stessa ragazza disabile e non è da escludere che, vista la famiglia a cui appartengono i due aggressori, che il caso finisca all’attenzione dei magistrati della Dda. Qui di seguito vi proponiamo il video della brutale aggressione:
CASAMONICA, VIOLENZA E MINACCE
Non accenna a placarsi l’ondata di violenza a Roma e questa volta a tornare protagonisti sono stati i Casamonica. Tutto sarebbe accaduto la domenica di Pasqua, quando due esponenti del noto clan sarebbero entrati in un bar di periferia ostentando il loro potere e chiedendo di essere serviti prima degli altri. La reazione giusta e probabilmente ingenua di una giovane cliente le sarebbe costata un’aggressione violenta, con pugni, calci e addirittura frustate. E quando una donna disabile ha invitato a mettere fine a quella inaudita violenza, sono seguite le violenze e le minacce di morte se solo avesse provato a chiamare la polizia. Il raid dei Casamonica era appena all’inizio dal momento che più tardi i due esponenti del clan malavitoso avrebbero fatto ritorno distruggendo letteralmente il locale, ferendo e minacciando il barista. Non è bastato questo a intimidire del tutto i titolari che hanno così sporto denuncia. Un gesto coraggioso ma che li ha costretti ora a vivere nel terrore di una vendetta mafiosa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DENUNCIATI MEMBRI DEL CLAN
Nuovi aggiornamenti sulla triste vicenda di Roma, periferia sud-est. Due membri del caln dei Casamonica, Antonio Casamonica e Alfredo Di Silvio, protagonisti di un raid nel bar di via Salvatore Barzilai: vetrine distrutte, barista malmenato e una disabile, rea di essersi ribellata alla prepotenza dei due membri del clan mafioso, frustata con una cinta. Come sottolinea Repubblica, trenta giorni di prognosi per la giovane ragazza e otto giorni di prognosi per il barista romeno. Nonostante la grande paura per l’assalto violento dei due esponenti del clan Casamonica, i due hanno deciso di sporgere denuncia il giorno dopo l’attacco. Nonostante ciò, scende in campo il pezzo grosso del clan: Enrico, nonno dei fratelli Di Silvio e condannato per sequestro di persona e lesioni. L’uomo si siede al bancone del bar e ordina un caffè, sottolineando al barista di ritirare la denuncia e le accuse, pena la morte. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DISABILE FRUSTATA CON UNA CINTA
Roma, raid dei Casamonica in un bar: disabile si ribella e viene frustata con la cinghia e presa a calci e pugni. La vicenda risale alla domenica di Pasqua, con due membri del noto clan mafioso che opera nella Capitola e sul litorale romano che entrano in un bar della periferia sud-est. Come sottolinea Repubblica, il 1° aprile 2018 nel bar di via Salvatore Barzilai ha avuto luogo l’accaduto: protagonisti Antonio Casamonica e Alfredo Di Silvio, con il primo che dice al secondo “questi romeni di merda non li sopporto proprio”. Il barista in questione è romeno, reo di non aver servito immediatamente i boss e di aver fatto rispettare la fila: una giovane, dietro di lui, gli risponde “se il bar non vi piace andate altrove”. I Casamonica, che vantano oltre mille affiliati e un patrimonio da quasi cento milioni di euro, non tollerano un atteggiamento del genere nei loro confronti e parte il raid punitivo, senza risparmiare nessuno.
ROMA, RAID DEI CASAMONICA: PICCHIATA DISABILE
Noti in particolare per i funerali sfarzosi di zio Vittorio Casamonica di tre anni fa, con carrozze, elicottero e acclamazione a Re per le vie di Roma, i Casamonica hanno spesso fatto ricorso ad azioni eclatanti per affermare la propria superiorità e il proprio potere. Anche in questo caso, nel bar di via Salvatore Barzilai della periferia sud-est della Capitale, non è andata diversamente: Antonio Casamonica, già condannato per estorsione e falso, strappa gli occhiali alla ragazza per poi lanciarli dietro al bancone. Non solo: si sfila la cinta dai pantaloni e la passa al cugino Alfredo Di Silvio, come sottolinea Repubblica. Parte così l’assalto punitivo: prendono la disabile alle spalle, la frustano e la prendono a calci e pugni, fino a quando non rolla a terra massacrata. Nel bar, colmo di persone, nessuno muove un dito per difenderla. E non solo: “se chiami la polizia ti ammazziamo”, la minaccia mentre striscia a terra e chiede di riavere indietro il telefono. Solo il barista la soccorre e le intima di andare via. Dopo mezz’ora Alfredo Di Silvio torna al bar, questa volta con il fratello Vincenzo, e dopo aver spaccato una vetrina pesta a sangue il barista e minaccia: “Qui comandiamo noi, non te lo scordare: questa è zona nostra. Ora questo bar lo devi chiudere, altrimenti sei morto”.