Di Lione, che divenne poi Sant’ Ireneo, nacque nella città di Smirne, nella Turchia centrale, attorno al 130 dopo Cristo. La sua famiglia era di religione cristiana e seguiva le parole che vennero dette dal Signore: per questi motivi, fin da piccolo, sant’Ireneo fu cresciuto in maniera cristiana, con tanto di preghiere che venivano effettuate ripetutamente nel corso della giornata e che dovevano rappresentare il vero motivo dell’esistenza di una persona. Inoltre, sant’Ireneo veniva sottoposto a delle penitenze nel momento in cui, la sua indole ribelle tipica dei giovani, tendeva a fargli compiere degli atti non tollerati da parte della sua famiglia. Egli fu istruito da Policarpo che, secondo quanto raccontato dai testi sacri, venne istruito a sua volta da San Giovanni: proprio questa particolare vicinanza ad uno dei discendenti degli apostoli fece in modo che, sant’Ireneo, iniziò a sentire maggiormente vicina la parola del Signore. Dopo aver seguito le varie lezioni del suo maestro, Ireneo decise di dedicare interamente la sua vita al cristianesimo: egli decise quindi di liberarsi dei beni materiali in maniera tale che potesse essere molto simile al Signore. Anche sul fronte della preghiera e della divulgazione della parola del Signore, sant’Ireneo fu abbastanza attivo, al punto tale da essere considerato uno dei cristiani, e successivamente vescovi, che aiutarono la chiesta cristiana a diffondersi nelle diverse zone del mondo. Sant’Ireneo divenne vescovo di Lione dopo la morte del precedente rappresentante della chiesta cristiana: da quel momento in poi, il suo scopo era quello di fare in modo che, le persone che vivevano nella città, seguissero gli insegnamenti che la religione cristiana poteva dar loro. Il suo continuo contestare le autorità francesi e romane non fece però del bene alla sua immagine: questo per il semplice fatto che, dopo essere diventato vescovo, Marco Aurelio, ovvero l’imperatore Romano, non vedeva di buon occhio la troppa energia che, lo stesso sant’Ireneo, decideva di porre nella diffusione del cristianesimo e soprattutto nel cercare di mettere la popolazione contro l’imperatore stesso.
Anche il Papa cercò di far ragionare sant’Ireneo: egli gli spiegò che, comportandosi in quel modo tutt’altro che tranquillo, non faceva altro che attirarsi l’odio dell’imperatore. Marco Aurelio cercò sia di ignorare sant’Ireneo che di trovare un punto d’accordo con lui, ma in entrambi i casi, la posizione dell’esponente della chiesa non cambiò minimamente. Stanco di questo suo comportamento, che venne definito poco corretto da parte dell’imperatore, sant’Ireneo venne arrestato per volere dello stesso Marco Aurelio, che così comportandosi pensò di aver rafforzato la sua autorità. Ma la forza di sant’Ireneo era tanta e soprattutto la sua vocazione cristiana non conosceva alcun limite. Questo portò alla fine dei giorni sant’Ireneo, che venne condannato a morte dopo essere stato ripetutamente torturato dalle guardie carcerarie.
Essendo uno dei maggiori vescovi attivi durante l’impero romano, sant’Ireneo viene definito come uno dei padri fondatori della chiesta e per tale motivo, durante la sua celebrazione, vengono svolte delle funzioni religiose che si incentrano particolarmente sulla sua figura. Egli può essere definito come uno dei patroni di Lione, visto che egli operò parecchio in questa città francese, dove la sua parola non venne ignorata dai tanti fedeli dell’epoca.
Condivide, assieme ad Attilio, il giorno della sua celebrazione. Attilio, invece, era un semplice soldato che si ritrovò di fronte ad un grande dilemma, ovvero seguire gli ordini dell’imperatore o il volere della chiesa. Tale dilemma non venne accettato da parte dell’imperatore, che decise di punirlo condannandolo a morte, seppur egli ebbe la possibilità di potersi convertire nuovamente al politeismo, cosa che decise di non fare.