Umberto Eco, prolifico scrittore di successo, conosciuto in tutto il mondo. In Italia, era rinomato ed apprezzato dai suoi studenti anche come Professore universitario. Le sue lezioni che presiedeva per lo più al DAMS di Bologna sono ricordate con grande affetto. L’impatto con Umberto Eco era immediato ed ogni allievo, qualsiasi fosse il bagaglio culturale che si portava appresso, rimaneva subito affascinato dalla sua arte oratoria, dalle sue spiegazioni. E’ frutto di studi che Umberto Eco fa fin dagli anni ’50 basati sulla semiotica della cultura contemporanea popolare. Ma che cosa è esattamente la semiotica? La parola deriva dal greco semeiotiké, ovvero studio dei segni. E’ un termine che lo stesso filosofo John Locke riportava nella propria dottrina dei segni e soprattutto di quelli più comuni come le parole. In epoca moderna la semiotica, e quindi anche gli studi di Umberto Eco, viene elaborata da Charles Morris che promuove così le semiotica moderna, la base del linguaggio. Nella disciplina semiotica il segno è indicativamente un oggetto che ne richiama un altro astratto. Il segno è a tutti gli effetti un fenomeno di significazione, ovvero quella relazione, la semiosi, che lega un oggetto materiale a qualcosa che non siamo in grado di vedere in quel momento. Come nel caso del rosso dei cartelli stradali, per esempio, che indica “stop” o “divieto”. Ogni volta che sfruttiamo una relazione di significazione attiviamo in via definitiva la comunicazione, anche non verbale. Pensiamo per esempio a tutta la matematica, piena di simboli e di equazioni che richiamano significati precisi, come la moltiplicazione, la differenza e via discorrendo. E’ qui che si fa strada la semiotica estetologica o interpretativa definita da Umberto Eco che promuove il concetto di interpretazione già elaborato da Morris verso l’analisi dei testi e della capacità del lettore di ricevere il loro messaggio. Tutto questo si traduce nel testo Trattato di semiotica generale che Umberto Eco scrive nel ’75 e che è in dotazione ancora oggi per i corsi universitari di semiotica del DAMS di Bologna. Ed è sempre qui che troviamo il genio e l’estro di Eco, volto a dare una sfoltita ai vecchi concetti sulla semiotica ed alle antiche strutture dei testi al fine di donare una capacità interpretativa più strategica e potenzialmente efficace. In questa direzione si muove quindi lo studio di Eco delle telecomunicazioni e della comunicazione di massa e tutte le altre ricerche sviluppate nel corso di oltre 40 anni di ricerche. Questo particolare, per quanto teorico, era molto visibile nelle lezioni di Eco. Non a caso si sviluppava in tutti gli studenti che avevano l’onore di ascoltarlo, una sorta di catarsi immediata. Le sue spiegazioni, profonde e satiriche, attecchivano in un istante in una giovane o adulta mente. E proprio a proposito di “mente”, anche se con un altro significato, ci piace ricordare una definizione che Umberto Eco usava dire nelle sue lezioni a proposito dell’uso della metafora. “Chi fa metafore, letteralmente parlando, mente. E tutti lo sanno”.