Nonostante abbia duramente condannato il gesto del figlio, Valeria Collina Khadija è stata presa di mira sul web. Nessuno sconto per la madre di Youssef Zaghba, il terzo uomo della strage del London Bridge e del Bourough Market, nonché primo kamikaze italiano. Neppure il fatto che nel 2016 abbia collaborato con la Digos quando il figlio tentò di andare in Turchia è bastato a placare l’ira del popolo di Internet (clicca qui per visualizzare post evidenziati da neXt). Per il “tribunale popolare” è corresponsabile del gesto criminale del figlio. Eppure la madre di Youssef Zaghba ha anche dichiarato di condividere la scelta degli imam che non vogliono celebrare il funerale del figlio e questo dovrebbe essere sufficiente per capire quanto sia dura la condanna della donna. Tutta colpa del fatto che si sia convertita all’Islam: non importa al popolo del web che abbia affermato che quello dell’Isis non è il vero Islam o che abbia detto di combattere l’ideologia dello Stato Islamico. Andrebbe distrutta anche la corazza di odio e razzismo. (agg. di Silvana Palazzo)
In un’intervista rilasciata a L’Espresso, ha parlato la mamma di quello che passerà probabilmente alla storia come il primo kamikaze italiano in questa lunga stagione di terrorismo. Si tratta di Youssef Zaghba, italo-marocchino di 22 anni responsabile, assieme ad altri due terroristi, dell’attentato di Londra di sabato scorso, costato la vita a 7 persone ed il ferimento di circa altre 50. La mamma di Youssef, Valeria Khadija Collina, ha raccontato come si fosse accorta nel corso del tempo che il suo figlio stesse andando incontro ad una pesante radicalizzazione. Ha affermato di aver sempre fatto attenzione alle amicizie del figlio, ma ci dome non riuscisse a controllare internet. Youssef le aveva mostrato dei video sulla Siria e Valeria l’aveva messo in guardia sulle cose orribili che accadevano in guerra, ma il futuro kamikaze di Londra ne parlava di un posto dove vivere un Islam puro. E dopo il suo trasferimento a Londra, le cattive amicizie secondo la donna lo hanno portato a compiere l’orribile attentato.
Valeria Khadija Collina, madre del kamikaze italiano di Londra Youssef Zaghba, ha sottolineato come ora sia il compito dell’islam moderato far capire come la vera religione musulmana non sia legato all’odio portato dai terroristi, ed ha anche affermato di capire perché molti imam non vogliono celebrare il funerale del figlio, vista la necessità di un forte segnale politico da parte dell’islam moderato in un momento in cui l’Europa è stretta nella morsa del terrore. Secondo Valeria la radicalizzazione del figlio è iniziata un anno fa, quando Youssef ha tentato di partire con la Siria dopo aver finto di dover andare a Bologna in aereo. Una volta scoperte le sue intenzioni, la Digos l’ha bloccato e chiamato la mamma in aeroporto. Valeria ha affermato di aver avuto sempre un rapporto di grande umanità con gli agenti, che gli hanno poi comunicato come il figlio fosse morto in seguito all’attentato da lui stesso realizzato assieme a due complici presso London Bridge.
Valeria Khadija Collina ha anche ricostruito le ultime ore di suo figlio Youssef Zaghba, il primo kamikaze italiano. L’ultima volta in cui la donna è riuscita a sentirlo è stato giovedì: col senno di poi Valeria ha affermato di aver capito come quella fosse la telefonata d’addio del figlio, che raramente le telefonava da Londra e preferiva di solito mandarle SMS. Dopodiché ha perso le sue tracce, provando prima a rintracciarlo tramite il padre, che a sua volta dal Marocco non riusciva a mettersi in contatto con lui, poi tramite un amico comune a Londra che non l’ha scovato da nessuna parte nella giornata di venerdì scorso. Alla notizia dell’attentato a Londra, Valeria ha riconosciuto i nomi degli altri attentatori, conoscenti del figlio, pensando quindi che Youssef si stesse nascondendo dalla polizia che avrebbe potuto accusarlo di complicità. Poi è stata invece informata della morte del figlio e del fatto che fosse lui uno dei terroristi che ha gettato nell’orrore Londra, tra London Bridge e Borough Market, nella nottata di sabato.