L’8 giugno viene festeggiato san Medardo, uno dei vescovi più importanti di Francia. Nacque nella Piccardia, a Salency nel 457 dal padre Nettardo e dalla madre Protasia di origine romana alla quale si deve l’educazione assai virtuosa del piccolo santo. Il giovane si mostrò subito un buon cristiano e incline alla pietà e molte furono le azioni caritatevoli che fece per i poveri; non sorprende dunque che sin da giovane avesse l’intenzione di intraprendere la strada del sacerdozio che lo portò a Vermend sotto l’ala protettiva del vescovo che presto lo istruì alle Sacre Scritture.
Divenuto sacerdote continuò a prodigarsi per i bisognosi e i malati e, sopratutto, cercò di redimere i ladri, a proposito dei quali molti furono i miracoli attribuiti all’opera di san Medardo: si racconta che con la sola preghiera zittì la campanella che segnalava il furto della sua stessa mucca, oppure che salvò un ladro dalle api placando la loro furia.
Questi racconti, come quello in cui eglilasciò che un ladro scappasse dopo aver rubato nella sua vigna, a prescindere dalla loro veridicità, si spiegano con la vena misericordiosa del santo tanto che si dice che il vescovo Benvenuto Myriel de “I miserabili” sia nato nella mente di Victor Hugo proprio ispirandosi a san Medardo.
La morte del vescovo di St. Quentin, alla quale san Medardo succederà, segnerà la vita del santo che si trovò ad operare nel territorio dominato da Clotario I. Egli infatti ricevette la visita di Radegonda, moglie maltrattata e tradita dello stesso re che ne uccise anche un fratello. La donna chiese a san Medardo di essere consacrata a Dio e, per mano del vescovo, fu ordinata diaconessa e cominciò ad operare sul territorio fondando un ospedale e un monastero. San Medardo spirò l’8 giugno del 560 e Clotario I lo fece seppellire a Soissons, sulla quale poi nacque una chiesa e un monastero.
Il culto di san Medardo è molto sentito in Italia, in particolare ad Arcevia, in provincia di Ancona, di cui è patrono. La festa a lui dedicata si snoda tra processioni, celebrazioni eucaristiche e il mercatino della “Fiera di San Medardo”. Arcevia è un borgo pittoresco di origine preistorica che sorge su una collinetta a 500 metri di altezza: anticamente nota come Rocca Contrada, fu poi il Papa a chiamarla Arces Via, cioè “luogo fortificato”. Uno dei vanti di questo paese sono i nove castelli tutti fortificati che punteggiano il territorio circostante il borgo e risalenti al ‘300-‘400: Montale, San Pietro, Loretello, Castiglioni, Avacelli, Nidastore, Caudino, Piticchio e Palazzo.
Tra le bellezze di Arcevia c’è sicuramente la duecentesca “Collegiata di San Medardo” realizzata in stile barocco e all’interno della quale sono custodite opere di grande valore tra le quali un meraviglioso dossale in terracotta di Della Robbia, e opere del Signorelli tra le quali il “Battesimo di Cristo” ed il “Polittico di S.Medardo”. Da vedere poi il bellissimo chiostro rinascimentale situato all’interno del convento francescano di Arcevia dove ha sede anche il “Centro Culturale di S. Francesco”.
Altri gioielli di questo borgo sono il “Teatro Misa” risalente alla metà dell’800 e situato all’interno del bel Palazzo Priori, e il “Museo Archeologico Statale” all’interno del quale si possono ammirare i magnifici corredi funerari ritrovati nella necropoli gallica scoperta a Montefortino.
L’8 giugno sono celebrati anche i santi Giacomo Berthieu, Fortunato di Fano, Gildardo di Rouen, Guglielmo di York, Clodolfo di Metz, Pietro de Amer, Vittorino, Massimino di Aix e i beati Nicola da Gesturi, Stefano Sandor, Maria del Divin Cuore di Gesù, Giovanni Davy, Mariam Thresia Chiramel Mankidiyan, Giovanni Davy, Maddalena della Concezione , Armando da Zierikzee e Giorgio Port.