Le indagini sull’omicidio di Soccavo avvenuto nei giorni scorsi e nel quale è rimasto vittima la promessa del calcio Renato Di Giovanni, proseguono al fine di valutare i legami esistenti tra il 21enne e la criminalità organizzata. Il ragazzo è stato colpito mortalmente in quello che è apparso sin dall’inizio come un vero e proprio agguato in pieno giorno. Precedenti per spaccio di droga ed un talento nel mondo del calcio che lo aveva portato a giocare nelle Giovanili del Napoli. Può essere riassunta così la giovane vita di Renato Di Giovanni. Secondo le novità rese note dal portale CalcioNapoli24.it citando il Corriere del Mezzogiorno, pare che non dovrebbero esserci legami diretti tra la vittima 21enne e i clan operanti nella zona occidentale di Napoli, sebbene la sua attività di spaccio pare abbia avuto l’ok della malavita locale. Secondo le prime ricostruzione, tuttavia, pare che l’omicidio di Soccavo sia avvenuto in seguito ad uno “sgarro” del quale si sarebbe macchiato Renato Di Giovanni, freddato sul corpo dai suoi killer, mentre era tra la folla all’ora di punta.
E’ morto Renato Di Giovanni, il ragazzo di 21 anni che tre anni fa aveva giocato con la Primavera del Napoli. La vittima è stata raggiunta da due killer a bordo di uno scooter, che hanno iniziato a sparare mentre il giovane si trovava di fronte alla chiesa di via Epomeo, nel quartiere parteneopeo Soccavo. E’ ancora da verificare se un’altra sparatoria, in cui è stato ferito un ragazzo di 31 anni possa essere collegata con l’omicidio. Negli anni, Renato Di Giovanni era passato dall’essere una promessa del Napoli Calcio a l’essere denunciato per spaccio di droga, nonostante non abbia ricevuto alcuna condanna. Non è chiaro quindi, sottolinea La Repubblica, se il ragazzo si sia ritrovato al centro di una guerra fra gang rivali che gestiscono il mercato della droga. “Renatino” come lo chiamavano in molti, si trovava infatti in un luogo considerato il confine di separazione fra i Vigilia e i Grimaldi. Il tutto sarebbe stato alimentato forse anche dai recenti disordini fra i clan, fra cui anche un pestaggio ai danni della moglie di uno dei boss. Renato Di Giovanni si trovava alle 12:30 all’angolo di via Montevergine ed è stato raggiunto da otto proiettili. Le autorità hanno infatti ritrovato sulla scena del crimine otto bossoli, che evidenziano come i due killer non abbiano avuto alcuna remora né ad agire in pieno giorno né di fronte a diversi testimoni. Don Francesco, il parroco della comunità di Soccavo, ha ribadito come lo Stato sia assente e che siano necessari dei controlli ad hoc, una posizione in cui si trova d’accordo Anna Maria Carloni, deputata del PD, che il prossimo lunedì presenterà un’interrogazione parlamentare. Non è la prima volta che la deputata si fa sentire sull’argomento, dato che le sue contestazioni si erano unite all’ondata di polemiche fra inquirenti e cittadini, per via di una presunta mancanza di collaborazione di quest’ultimi.