Si chiama Maurilio Masi il ragazzo che si è suicidato all’università di Roma Tre ieri pomeriggio, vero l’ora di pranzo davanti allo sguardo attonito dei suoi compagni di studio ed amici. Come rivela il Tempo, che oltre all’identità racconta anche gli ultimi istanti di vita di questo giovane ragazzo, un suo collega congolese Carlos Temo è rimasto sotto choc per quanto accaduto: è uscito nel cortile, ha impugnato la Beretta calibro 9 che aveva nascosto tra i libri e se l’è puntata alla tempia destra. È morto così Maurilio, studente di 26 anni appena compiuti, che proprio non riusciva a farsi andare giù gli esami non passati a Ingegneria Meccanica, un odio e un amore che ha portato alla tragedia più grande. «Era arrabbiato, diceva che non riusciva a studiare, si lamentava che la facoltà era uno schifo, che ci metteva tre mesi a preparare un esame e poi non lo passava. Io gli ho detto di non preoccuparsi, che avrebbe recuperato alla prossima sessione. Ho anche riso ad un certo punto, credevo gli fosse passata e quindi sono andato a mensa». Poi lo sparo, le grida e il sospetto agghiacciante: Carlos si dirige verso il luogo del colpo e scopre il dramma, “sono uscito e ho visto il corpo“. Oltre non riesce ad andare ma nessuno in queste ore riesce: Maurilio si è ucciso a Roma Tre, e questo per ora è il fatto.
Il caso del ragazzo suicida a Roma Tre tiene ancora in stallo le attività all’Università nella facoltà d’Ingegneria: un giovane come tanti, un 26enne che non riusciva a passare gli esami e che era depresso ma che ha reagito in un modo davvero drammatico. Sulle pagine del Tempo questa mattina è stato raggiunto il fratello, Massimiliano, del giovane suicida: viveva con lui in un appartamento in affitto a Roma, erano originari di Potenza e ha davvero poche parola da riferire alla cronista dato il forte choc cui è prevedibilmente sottoposto. «aveva dato solo tre esami dei ventotto ai quali si era iscritto. L’ultimo, un anno fa: era depresso per l’università. Vivevamo insieme, i nostri genitori sono a Potenza ma con me non si confidava». Clamorosi i retroscena che vengono svelati sempre dal Tempo, anche se vanno ovviamente confermati dalle indagini e da riscontri ufficiali; pare che la vittima non solo avesse già tentato il suicidio un’altra volta, ma che fosse in possesso di tredici pistole tutte regolarmente denunciate, era un collezionista. Aveva anche una carabina e le teneva tutte nell’appartamento di Roma.
Misterioso il suicidio a Roma Tre che ieri ha coinvolto uno studente di 26 anni originario di Potenza, morto dopo un colpo in testa con la sua pistola davanti all’ingresso della Facoltà di Ingegneria, tra lo choc e lo sbigottimento generale di chi era presente a ha abbozzato un racconto del tragico fatto. Il tutto è avvenuto tra i corridoi dell’Ateneo romano, con i testimoni che non hanno potuto che constatare la morte di un giovane studente, forse depresso per i voti che non brillavano o forse, come immaginabile che sia, per altri motivi che al momento non conosciamo e che gli inquirenti dovranno indagare nelle prossime ore. Il Corriere della Sera ha riportato le iniziali del ragazzo morto suicida, M.M. ma ancora rimane il mistero attorno alla sua identità e non si riesce neanche a capire come mai, dopo tante ore, ancora non sia emerso il suo nome. Università ferma, per volere del Rettore di Roma Tre, con le attività sospese fino a che le indagini sul posto non vengono concluse e numerose testimonianze di altri studenti shoccati per quanto accaduto a quel giovane loro collega. Viene svelato un altro dettaglio sul suicidio tragico: nel momento dello sparo, il fragore ha richiamato l’attenzione di molti ragazzi, dato che in quel momento vicino allo studente vi erano 4-5 massimo; inoltre, presente subito sul posto, era presente un medico del 118 che ha immediatamente svolto la rianimazione ma purtroppo non è servito a nulla e ha dovuto constatare il decesso del giovane.
Ancora in corso le indagini per capire cosa abbia portato al suicidio a Roma Tre, nella facoltà di Ingegneria dell’università romana: uno studente si è sparato alla testa verso mezzogiorno in pieno svolgimento delle lezioni e con alcuni testimoni attoniti – alcuni sono finiti in ospedale per lo choc – che non sono riusciti a fermare il folle gesto del ragazzo 26enne. Stando alle prime indiscrezioni che provengono dalle agenzie romane, il ragazzo era di Potenza e usava andare al poligono a sparare con la pistola che deteneva regolarmente, e probabilmente proprio con quell’arma si è tolto la vita questa mattina. Secondo il sito locale della Basilicata, “Melandro News”, un ragazzo amico del giovane suicida di nome Carlos Temo, avrebbe raccontato quanto segue: «ho incontrato questa mattina il mio amico, e si è lamentato per diverse difficoltà nello studio e nell’andamento dei suoi esami». Proseguono le indagini ma il mistero rimane attorno a questa morte orribile che ha posto fine alla vita di un giovane studente 26enne.
Mentre proseguono le indagini sul ragazzo che si è ucciso oggi in Università a Roma Tre con un colpo di pistola alla testa, sono stati interrogati i primi testimoni che alle ore 12.30 erano dentro alla Facoltà di Ingegneria quando lo studente 26enne si è suicidato tra lo choc della folla. «Sono uscito dalla sede secondaria, ho preso la macchina con una mia amica per andare in quella principale: avevo la musica accesa e non ho sentito spari. Quanto sono arrivato all’entrata della prima sede, nel cortile con la sbarra, ho visto il corpo di un ragazzo riverso a terra con una chiesa di sangue attorno alla testa», racconta a I Messaggero una delle prime persone informate e presenti al momento del suicidio. «Ho visto che era morto, c’erano poche persone, 4-5 al massimo; la polizia non era ancora arrivata, ho chiesto al guardiano cosa fosse successo e mi ha risposto “si è sparato”». Paura per un attentato, o per un’esecuzione: di tutto, ma non la cosa che invece è risultata alla fine. Un suicidio apparentemente senza senso ma che è avvenuto in piena Roma e in pieno giorno.
Ancora mistero sul suicidio del giovane studente che a Roma Tre oggi si è sparato alla testa con un colpo di pistola , provocando lo choc dei presenti e l’assoluta reazione attonita di tutta l’Università e facoltà di Ingegneria dove sembra che lo studente frequentasse le lezioni. Aveva 26 anni ed era di Potenza ma non sono note altre caratteristiche di queso povero ragazzo che per motivi ancora ignoti si è tolto la vita nel pieno della sua gioventù. Sono in corso molti aggiornamenti delle forze dell’ordine, su movente e sulla pistola: da un alto si cerca di capire come un ragazzo possa essere entrato nell’ateneo con un’arma da fuoco e dall’altro come abbia potuto procurarsela. Da alcuni dettagli rivelati dal sito de Il Messaggero, sembra che il 26enne si sia procurato la pistola proprio per compiere questo suicidio. È choc totale tra gli studenti che in quei momento si trovavano nell’università al momento dell’insano gesto: si apprende che il ragazzo forse era indietro con gli esami e che comunque soffrisse di una forma di depressione. Da verificare identità e movente, ma resta il gesto brutto e molto triste per famiglia, amici e per chiunque era presente e ha dovuto assistere attonito alla scena.
Arriva immediato il cordoglio per il ragazzo suicida morto in università attorno alle 12.30: oggi a Roma Tre un’autentica tragedia ha colpito un ragazzo, forse uno studente, che appena fuori alla facoltà di Ingegneria si è tolto la vita sparandosi un colpo di pistola alla testa e morendo sul colpo, tra lo choc dei presenti studenti. «La comunità accademica di Roma Tre, costernata, si stringe attorno alla famiglia, agli amici e ai colleghi dello studente d’Ingegneria che stamattina si è solo la vita nella sede di via della Vasca Navale», sono le prole di cordoglio che arrivano immediate dal rettore dell’università Roma Tre, Mario Panizza. Alla notizia della tragedia si è recato subito sul posto per cercare di collaborare con le indagini e capire anche di quale studenti si tratti; i poliziotti stanno in questo momento interrogando gli studenti e i conoscenti che erano con lui fino a poco prima l’insano gesto. Da quello che trapela dal Corriere della Sera, sembra che il ragazzo 26enne di Potenza fosse indietro con gli esami e fosse affetto da una forma di depressione, ma sono tutti dettagli che ovviamente devono essere ancora verificati prima di essere presi per certi. «Le attività accademiche sono state sospese per tutta la giornata in segno di cordoglio. In una ateneo come il nostro, che vive come un campus, il dolore è tangibile, siamo tutti attoniti» chiude nel comunicato diffuso dall’ateneo il rettore Panizza.
Tutto alle 12.30: un ragazzo si è sparato alla testa e si è suicidato all’Università Roma Tre, davanti allo choc incredibile dei tantissimi testimoni presenti che non possono far altro che assistere al gesto folle di questo ragazzo, forse uno studente, che ha deciso così di togliersi la vita. Il suicidio nell’università romana sta facendo il giro delle cronache nazionali per la grande minaccia che prima ha spaventato i presenti, che hanno pensato anche ad un possibile attentato in atto, e poi all’orrore per una morte di una giovane vita in un modo così brutto. Choc tra i presenti, con un ragazzo che si è sentito male ed è stato trasportato immediatamente all’ospedale: per il 26enne che invece si è suicidato purtroppo non c’è stato niente da fare, è molto sul colpo ed è stato ritrovato con ancora la pistola in mano. Sul posto sono intervenute le volanti della polizia e il 118 con una ambulanza e un’automatica: ancora del tutto misteriosi i motivi di un gesto folle come questo e perché avvenuto davanti a tanti testimoni in mezzo alla normale vita quotidiana universitaria di tutti i giorni. La facoltà è quella di Ingegneria dell’Università Roma Tre in via della Vasca Navale. Dai primi aggiornamenti sembra che il ragazzo suicida fosse di Potenza, uno studente di Ingegneria tra tanti che però questa mattina ha deciso di togliersi la vita in questo modo drammatico. Nelle prossime ore le informazioni e gli eventuali aggiornamenti.