Un carro armato (invero alquanto artigianale), acquisto di armi dagli albanesi, ipotesi di terrorismo. Sono queste le pesanti accuse dietro le quali è scattato il blitz dei carabinieri del Ros che ha portato a sgominare l’organizzazione denominata L’Alleanza con decine di arresti, tra i quali anche nomi eccellenti quali l’ex deputato ed ex sottosegretario agli Esteri Franco Rocchetta. Nella retata anche personaggi di spicco del movimento dei Forconi, come il presidente e la segretaria di Life. Ilsussidiario.net ha chiesto un parere a Luca Casarini: “Attenzione che tutto quello che sta accadendo fa il gioco non solo dello Stato centralista, ma anche della Lega Nord, da sempre il peggiore nemico dei veneti, due facce della stessa medaglia”. Secondo Casarini, questa operazione dei Ros è tutta da approfondire, ma resta il dubbio che “lo Stato cerchi di occultare i problemi reali del Veneto con operazioni di tipo poliziesco”.
Casarini, è un dato di fatto che tra le regioni del nord Italia il Veneto, come dimostrano anche episodi precedenti, sia quello che più di tutti aspira a una secessione. Perché?
Credo ci siano da un lato ragioni storiche perché il Veneto, non dimentichiamolo, era la regione depressa per eccellenza nel dopoguerra. Ha vissuto sempre di un complesso di inferiorità, si sentiva trattata diversamente. Dall’altro lato Veneto vuol dire Repubblica di Venezia; c’è dunque anche un elemento storico. Ma il vero nodo del problema Veneto è quello produttivo.
Ci spieghi.
Nel Veneto si concentra dagli anni 70 ben prima che nel resto del Paese quella forma produttiva della piccola impresa a rete, propria del modello Benetton e poi proseguita con tante piccole imprese spesso a conduzione familiare. Questa realtà produttiva sente su di sé una pressione fiscale intollerabile. Si crea una combustione sociale che manda in rovina le partite Iva, i lavoratori autonomi di prima e seconda generazione, che più patiscono il sistema fiscale centralizzato.
Non è solo un problema veneto, però.
Già, ma non dimentichiamo che il Veneto, l’Eldorado italiano, vive una sofferenza accentuata fra autonomie locali e gestione centrale dello Stato che ha il suo culmine nel patto di stabilità, nell’impossibilità cioè da parte dei comuni di poter spendere quello che hanno. Infine non scordiamoci che il Veneto confina con il Trentino e il Friuli, due regioni autonome a statuto speciale: è evidente che poi ci si chieda “perché loro sì e io no”.
C’è dunque la sensazione di essere bastonati in modo particolare.
Esatto. Infine, la Lega che fonda la Padania ed elimina il Veneto. La Lega all’inizio era una risposta alla globalizzazione, come in altre parti di Europa, ma poi si inventa la Padania e con essa i lombardi che comandano sui veneti.
Non scorre buon sangue tra leghisti veneti e lombardi, questo è risaputo.
Franco Rocchetta è il fondatore della Liga veneta e viene espulso dalla Lega, questo dovrebbe spiegare un po’ di cose. La Lega è uno dei nemici storici delle aspirazioni venete, perché ha sempre sostituito l’idea di una macro regione all’idea dell’indipendenza delle comunità, la res pubblica delle comunità. La Lega nord è sempre stata nemica di questi sentimenti autonomisti perché pensa di assorbire in termini di macro ragione le autonomie locali.
Parliamo di Franco Rocchetta, un nome di spicco tra gli arrestati.
Con Franco Rocchetta ho avuto scontri ma anche momenti di relazione politica. Durante la guerra nell’ex Jugoslavia andammo insieme a Belgrado con una delegazione ufficiale del comune di Venezia a protestare contro i bombardamenti della Nato. Questo per dire come le storie si intrecciano.
E gli esponenti del movimento dei Forconi? Chi sono insomma questi indipendentisti che volevano prendere le armi?
Qua però si parla di armi, di preparazione di una attività terroristica…
A me sembra che si voglia solo creare un caso come quello del Campanile di San Marco, i Serenissimi. Prendi questa gente come fecero allora, li seppellisci per anni in galera e tutto per occultare il vero problema, che è la forma dello Stato.
E cosa invece bisognerebbe fare?
La discriminante vera è che dovremmo discutere in Italia di decentramento autentico, ma il primo nemico di questa idea è stata la Lega Nord.
In che senso?
La Lega ha prodotti iniziative assurde come la modifica del Titolo V e il finto federalismo, che ha moltiplicato invece i centri di spesa e l’appropriazione illecita della spesa pubblica da parte dei politici. E come seconda cosa, l’indipendentismo come lo pensa la Lega non può non significare chiusura. Lo vediamo benissimo adesso: Lega Nord e Marine Le Pen insieme contro l’Europa e per l’esaltazione degli stati nazionali. Salvini su questa cosa si butterà a pesce perché il disastro di questi movimenti autonomisti come quello veneto è stato avere avuto la Lega nord che li ha distrutti.
Quale la vera autonomia allora?
Avere una visione chiara contro il razzismo e la xenofobia e una richiesta di rottura dei confini tradizionali, e non costruire altre piccole gabbie dove si pensa che tutto sia risolto. Indipendentismo significa combattere La lega nord per il bene dei veneti.
Facendo un po’ di dietrologia, colpisce che questo blitz sia avvenuto poco dopo il referendum che avrebbe visto la vittoria dei secessionisti veneti, organizzato dallo stesso Rocchetta.
Credo che politicamente ci sia un legame fra il referendum e questo blitz. Ormai in Italia ma non da oggi si pensa di far politica con i carabinieri. Ma non sottovaluterei che quanto accaduto verrà utilizzato dalla Lega di Salvini per snaturare, assorbire l’episodio a proprio vantaggio. Fa più comodo alla Lega quello che è successo, così come fa comodo allo Stato centrale creare il mostro del terrorismo piuttosto che affrontare il vero problema.
In conclusione?
Lega nord e Stato centrale sono due facce della stessa medaglia come lo sono Le Pen e gli statalisti di sinistra francesi. Quanto accaduto merita attenzione, non è un episodio folcloristico. E poi secondo me c’è da denunciare i metodi polizieschi che si usano.