Il santo che viene ricordato il 2 maggio è San Atanasio, vescovo e dottore della chiesa. Il santo nacque nel 295 in una delle città più prospere del passato: Alessandria d’ Egitto. I suoi genitori erano cristiani e lo educarono alla fede. Ebbe la possibilità di studiare in una delle migliori scuole cristiane della città. In giovane età fu seguace di San Antonio abate. Cominciò la sua carriera ecclesiastica come segretario, diacono, del vescovo Alessandro che seguì nel 325 al primo concilio di Nicea indetto dall’imperatore Costantino. Il tema principale discusso nel concilio voleva risolvere le aspre contestazioni scatenate dalla dottrina predicata dal teologo cristiano Ario che negava la trinità. Il teologo sosteneva che Dio è unico e indivisibile e che quindi il figlio generato non poteva essere considerato divino e al pari del padre. Al concilio venne stabilita la divinità di Cristo al pari di Dio e Ario venne considerato eretico, fu scomunicato e mandato in esilio.
Per capire meglio il periodo in cui è vissuto Atanasio dobbiamo ricordare che pochi anni prima che il cristianesimo fu riconosciuto come unica religione ufficiale dell’impero romano ci furono le cruente persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Un altro tema discusso al concilio fu lo scisma meleziano. Lo scisma di Melezio, vescovo di Licopoli, avvenne sotto l’episcopato di Pietro d’Alessandria. Melezio approfittò indebitamente dell’assenza del vescovo, dovuta alla persecuzione cristiana, per prenderne il potere. Questo atto venne considerato insubordinazione in quanto non riconosceva l’autorità dei suoi superiori e i limiti del suo ordine. Al concilio, il santo contestò apertamente sia la dottrina di Ario (infatti si battè tutta la vita per il riconoscimento della santa trinità) che l’insubordinazione di Melezio. Per questo si creò numerosi nemici che tentarono ogni accusa contro di lui denunciando all’imperatore ogni sorta di falsità, dall’omicidio al pagamento di pegni, che puntualmente veniva smentita in tribunale. Le false accuse e l’opposizione ferma del santo si tramutarono in discussioni violente tra i seguaci di Atanasio, gli ariani e i meleziani al punto di costringere l’imperatore a imporre l’esilio in Gallia al santo. Qui Atanasio scrisse molte delle sue opere.
Alla morte di Costantino l’impero fu diviso in tre parti quanti i suoi figli. Atanasio chiese a Costantino ll, che era favorevole alla dottrina della chiesa di Roma, di riavere l’episcopato ad Alessandria che però era governata da Costanzo ll il quale era favorevole agli ariani e accusò il santo di eresia. Alla morte di Costantino ll gli ariani indissero un concilio ad Antiochia dove i vescovi confermarono le accuse contro Atanasio che fu costretto a fuggire a Roma. Qui fu dichiarato innocente da Papa Giulio l e dai vescovi di Roma. Il Papa indette il concilio di Sardica in accordo con il figlio di Costantino Costante l, ma anche qui ci furono discussioni violente tra i vescovi di Roma e quelli d’oriente e ci fu una divisione. I vescovi di Roma confermarono la dottrina della trinità e riabilitarono Atanasio. Costanzo l accettò di riconsegnare l’episcopato di Alessandria ad Atanasio a seguito delle minacce del fratello di scatenare una guerra. Atanasio ebbe un ritorno trionfale.
Seguirono anni tranquilli dove il santo entrò in comunione con molti vescovi, poté scrivere numerose opere e fu amato da una moltitudine di fedeli. Alla morte tragica di Costante e del Papa, Atanasio fu di nuovo bersaglio degli ariani e di Costanzo ll che nel frattempo rivendicò la proprietà dell’intero impero. L’imperatore portò il caso di Atanasio davanti al concilio di Arles. Il papa Liberio, successore di Giulio l, pur rendendosi conto che l’avversione al vescovo era mirata alla soppressione della trinità, davanti al numero consistente degli ariani e alle insistenze alla condanna di Atanasio dell’imperatore che auspicava la pace nella chiesa, fu costretto a condannarlo insieme ai vescovi occidentali. I vescovi che si opposero alla condanna furono esiliati. Atanasio indette un concilio in Egitto dove ottenne il consenso di molti vescovi. In seguito a un altro concilio tenuto a Milano fu esiliato lo stesso Papa Liberio accusato di non volere la pace nella chiesa a sostegno dei vescovi in comunione con Atanasio e della dottrina della trinità.
L’imperatore insediò il suo esercito ad Alessandria per spodestare Atanasio che era protetto da molti sostenitori e fedeli. Dopo mesi di battaglie e violenti atti, Atanasio fu costretto a fuggire nel deserto dove venne protetto e nascosto da monaci eremiti per anni. Qui il santo scrisse molte opere contro l’imperatore e la dottrina ariana. Queste opere gli permisero di mantenere uniti i suoi fedeli. Alla morte di Costanzo succedette al trono l’imperatore Giuliano. Il nuovo imperatore firmò un editto che ammetteva la tolleranza di tutti i credi religiosi e revocò l’esilio causato dagli ariani di tutti i vescovi compreso Atanasio. Il santo morì ad Alessandria nel 373 dove si conservano le sue reliquie. Alcune sue reliquie sono conservate alla chiesa di San Zaccaria di Venezia e a Santa Sofia di Cosenza. San Atanasio è patrono di tutti i cristiani d’oriente e occidente.