“Non c’è visione ideologica che tenga, davanti a papa Francesco: cercano di incastrarlo in questa o quella visione, ma il gesto che ha fatto ieri durante la messa ha un valore mondiale tale che se non lo capiamo adesso, lo capiremo più avanti”. Padre Aldo Trento commenta così il gesto che Francesco ha fatto ieri durante la messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù sulla spiaggia di Copacabana: al momento dell’offertorio ha accolto sull’altare una coppia che teneva in braccio la figlia piccolissima nata senza cervello. Anencefala per quella medicina che aveva detto alla coppia di abortire la quale invece ha voluto ugualmente metterla al mondo. Il Papa aveva incontrato i genitori della piccola uscendo sabato mattina dalla cattedrale di Rio: gli avevano presentato la bambina e lui ha deciso di sua iniziativa di invitarli al momento dell’offertorio. Un gesto che ha subito scatenato i commenti irati di molti: bambina usata come oggetto, strumentalizzazione della crociata contro il diritto dell’aborto, esibizione vergognosa di un dramma privato. Ecco come padre Aldo ha commentato invece questo gesto.
La decisione di papa Francesco di portare sull’altare la bambina nata senza cervello ha scatenato polemiche: come giudica lei questo gesto?
Credo che il Papa abbia semplicemente dato testimonianza di quello che la Chiesa ci insegna da duemila anni e cioè che l’uomo è relazione con il Mistero. Vuol dire che non sono le sue condizioni biologiche o fisiche a decidere del suo diritto alla vita, proprio perché l’uomo è vibrazione dell’Essere, relazione appunto con il Mistero. Mentre il Papa ieri faceva quel gesto, io ho ammesso al battesimo alcune bambine violentate. Le abbiamo messe lì davanti a tutti ed è stato bello perché non c’è niente che possa fermare la bellezza di un gesto in cui si manifesta la presenza dell’Essere e in cui la persona, per quanto possa non capire nulla o poco di quello che sta accadendo, è comunque figlia di Dio.
Lei sta dicendo che il gesto del Papa e quello che ha fatto lei sono una oggettività che si impone, a prescindere che lo si capisca o meno?
Tra queste bambine ce n’è una di 13 anni: io non so se abbia capito fino in fondo cosa abbiamo fatto, anche se abbiamo cercato di spiegarglielo bene, ma il gesto oggettivo sottolinea che la vita è dono di Dio. Questo Papa che ha sconvolto tutti noi sin dal primo momento in cui è diventato Papa, esattamente come adesso durante questa visita in Sud America, ci dimostra – proprio nella sua originalità latino-americana – la capacità di affrontare questioni delicatissime con sicurezza, sfidando qualsiasi tipo di ideologia senza paura, e sconcertando anche gli stessi vescovi. Questo gesto del Papa esprime nient’altro che la sua passione sconfinata verso Cristo.
È un Papa che è impossibile rinchiudere nelle varie ideologie del mondo.
Certamente. Per lui è chiaro che l’avvenimento di Cristo è l’unica ragione per cui vale la pena vivere e che dà significato alla vita stessa. Quando parla di poveri non cade mai nel pauperismo, quando dice ai vescovi di uscire dalle canoniche e di cercare i poveri non fa ideologia: piuttosto fa capire chiaramente come la teologia della liberazione sia solo una posizione infantile. L’amore a Cristo lo spinge a una commozione totale di amore alla vita, questo è il punto.
Tornando al gesto della bambina senza cervello, il suo gesto è stato una provocazione?
No. Metterla sull’altare è obiettivamente il gesto più bello, perché quale offerta più grande si può fare al Padre se non uno dei suoi figli che per il mondo non vale nulla – proprio comeGesù che per i poteri del tempo non valeva nulla – ponendolo come un’ostia, come offerta sull’altare.
Però c’è chi dice che per genitori di una bambina come questa e per la bambina stessa la vita sia solo sofferenza, una sofferenza che l’aborto avrebbe evitato.
La vita è bella proprio perché c’è la sofferenza. Lo vedo nella malattia che sto vivendo, una malattia degenerativa delle ossa. La vedo come una grazia.
Come fa a dire questo?
Perché il dolore che vivo mi permette di partecipare alla passione e morte di Gesù per compiere ciò che manca ai patimenti di Cristo. Anche i miei figli che sono deformi vivono nel dolore, ma poi penso a questa bambina che doveva essere abortita ed è bello oggi vederla nella sua sedia a rotelle e cominciare a sorridere. Per tutti era solo un caso di aborto. Oppure queste bambine madri, come quella di 12 anni che ha dato alla vita un bel maschietto di due chili e 400 grammi. Nascere bene o nascere male sono categorie mondane. Qualsiasi creatura che nasce è sempre un bene perché è il Mistero dell’Essere.
Un Mistero che si cerca di eliminare dal mondo.
Il nostro è un mondo dove il Mistero di Dio non è più concepito o lo si cerca di eliminare: evidentemente queste persone non sono più persone ma oggetti. Ma nella mia esperienza di 25 anni ho potuto capire che queste persone che il mondo butta via sono la grazia più grande che ho.
Ci spieghi meglio.
Pensi cosa vuol dire che queste persone sono Cristo: ecco perché il Papa insiste con i preti e i vescovi sull’andare alle periferie esistenziali. Cercate questa gente, dice, della quale l’ideologia abortista approfitta per imporre una logica assurda.
Quale logica?
Una mia amica giornalista è stata denunciata perché ha scritto che l’omosessuale è più a rischio delle altre persone di prendere l’Aids. E siamo in un paese al 90 per cento cattolico, in cui una minoranza impone il suo concetto ideologico della vita. Proprio per questo abbiamo pubblicato un editoriale in questi giorni dove si dimostra la continuità del magistero della Chiesa da Papa Giovanni XXIII fino a Francesco. La gente dice che finalmente con Francesco la Chiesa si è aperta e ha rotto la sua ideologia, che la Chiesa prima era un potere violento e adesso respira. Sono tutte riduzioni per ingabbiare l’avvenimento cristiano, ma è impossibile ingabbiarlo perché Lui ha detto “io ho vinto il mondo”. Alcuni giorni fa è venuto qua l’intero governo del Paraguay a mangiare con i miei malati. C’era anche la ministra della Donna, che è una femminista accanita, ma davanti a un fatto come quello che il Papa ci sta mostrando non c’è ideologia che tenga e uno rimane con la bocca chiusa, altrimenti dice solo stupidaggini. Il gesto che ha fatto ieri il Papa è di valore mondiale, lo capiremo più avanti se non lo capiamo adesso.
In definitiva, il mondo cerca di eliminare la sofferenza senza capire che è dalla sofferenza che passa la risposta alla sofferenza stessa.
Oggi non si percepisce più il valore della sofferenza, abbiamo perso il valore sacramentale della vita. L’ho detto ai miei medici quando si discuteva delle ammissioni alle cliniche: voi avete della vita una visione professionale, materialista e non sacramentale. Perché anche noi cattolici abbiamo perso la dimensione sacramentale della vita che va dal concepimento alla morte. Senza questa concezione sacramentale facciamo anche noi soltanto battaglie ideologiche.
(Paolo Vites)