Il giallo sulla morte di Carlotta Benusiglio, giovane stilista 37enne trovata impiccata con una sciarpa ad un albero in piazza Napoli a Milano il 31 maggio 2016, potrebbe forse essere giunto ad una soluzione. Sin da subito era apparso chiaro come dietro la sua morte ci fosse un intento suicida ma la famiglia della vittima non ha mai voluto credere fino in fondo a questa tesi. Ora però, come spiega Corriere.it, a ribadire la “natura suicidiaria dell’evento” sono stati i medici legali i quali, al termine dei nuovi accertamenti compiuti sulla salma riesumata della stilista sono arrivati alla conclusione che Carlotta sia morta “con ogni probabilità” a causa di una “asfissia prodotta da impiccamento”. Sul corpo riesumato, inoltre, non sarebbero state trovate lesioni riconducibili ad un “eventuale strangolamento, parziale o totale, con successiva sospensione del corpo”. Per la morte della 37enne è indagato il compagno Marco Venturi, con l’accusa di omicidio volontario. L’uomo, 41 anni, aveva trascorso la sera prima con lei. La sua posizione si è aggravata nel corso dell’inchiesta sulla morte della fidanzata passando dall’essere semplice persona informata sui fatti a indagato per istigazione al suicidio, fino all’attuale accusa di omicidio volontario aggravato. In seguito alle ultime novità, tuttavia, la sua posizione potrebbe presto mutare.
I PRECEDENTI ACCERTAMENTI
Lo scorso febbraio il gip Alfonsa Ferraro aveva disposto la riesumazione del corpo di Carlotta Benusiglio e dato l’ok a nuovi accertamenti con la formula dell’incidente probatorio. La prima autopsia compiuta sul cadavere della stilista milanese aveva evidenziato una “asfissia meccanica da impiccamento” confermando la tesi del suicidio. Una successiva consulenza richiesta dal pubblico ministero Gianfranco Gallo aveva invece evidenziato che gli “elementi a disposizione sono conciliabili sia con l’ipotesi di impiccamento sia con quella di strangolamento immediatamente seguito da sospensione del cadavere”. Quest’ultima tesi però verrebbe smentita dalla relazione ora depositata in merito agli accertamenti compiuti sul cadavere riesumato. La nuova perizia, dunque, andrebbe a confermare l’ipotesi del suicidio al punto di parlare chiaramente di dati compatibili con “la assenza di manovre di strangolamento (ad opera di terzi) e successivo impiccamento, nonché con l’assenza di tracce di impiccamento attuato da terze persone”. Quanto avvenuto sarebbe piuttosto compatibile con “manovre di autoimpiccamento”.