Secondo quanto spiegato dal retroammiraglio del Pentagono, Michael Dumont, la guerra mondiale può essere evitata solo “invadendo la Corea del Nord”. Concetto alquanto “stravagante”, visto che per evitare una guerra bisogna fare una guerra, ma tant’è: in una lettera indirizzata agli Stati Maggiori Riuniti in questi giorni – mentre Trump prosegue il lungo viaggio in Asia sul tema forte della Corea del Nord – l’ammiraglio spiega come «l’unico modo per distruggere completamente l’arsenale nucleare della Nord Corea è condurre un’invasione via terra contro Pyongyang». Come si legge nel report di Tpi, Dumont sostiene che i rischi legati alla guerra includerebbero un potenziale contrattacco nucleare da parte della Corea del Nord durante il tentativo degli Stati Uniti di smantellare le sue “strutture sotterranee”. (agg. di Niccolò Magnani)
VERTICE TRUMP-PUTIN SULLA NORDCOREA
L’incontro tra i presidenti di Stati Uniti e Russia, in occasione del vertice della Cooperazione economica asiatico pacifica (Apec) che si terrà in Vietnam la settimana prossima, può contribuire in maniera significativa alla stabilità e alla pace mondiale. Ne è sicuro l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Antonov, come riferito dall’agenzia di stampa Sputnik. Ha spiegato infatti che ci sono molte questioni aperte da affrontare, come la lotta al terrorismo, l’accordo sul conflitto siriano e la crisi nordcoreana. Su quest’ultimo aspetto si è soffermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale ha spiegato che al momento sulla questione non c’è nessuna cooperazione tra Usa e Russia. Peskov ha assicurato che è negli interessi reciproci dei due presenti di trovare “la possibilità per una conversazione più o meno lunga”. I temi del resto sono davvero delicati, come quello riguardante la regolarizzazione della Siria. “Servono sforzi reciproci per raggiungere un nuovo livello della regolarizzazione. Tutto questo richiede in ogni modo l’interazione”, ha concluso Peskov. (agg. di Silvana Palazzo)
COREA DEL NORD A TRUMP: “PUNIZIONE PER USA SENZA PIETÀ”
Gli “stupidi commenti” di Donald Trump potrebbero costare caro agli Stati Uniti: la minaccia arriva dalla Corea del Nord. L’organo del Partito dei lavoratori, il “Rodong Sinum”, ha accusato il presidente americano di irretire “seriamente” il regime di Kim Jong-un con le sue parole. “Dia retta alle affermazioni degli esperti americani secondo cui dovrebbe fermare l’incauto ricatto e tirarsi fuori dagli affari della penisola coreana”, recita il quotidiano. Pyongyang è pronto a mettere in atto “punizioni risolute e senza pietà” mobilitando tutte le forze contro gli Stati Uniti, che “non hanno energie per prevenirlo”, per cui “il rammarico sarà tardivo”. Intanto Trump, dopo aver fatto tappa alle Hawaii, ha cominciato il tour in Asia partendo dal Giappone, mentre martedì sarà a Seul per una visita di due giorni in cui avrà un summit con il presidente sudcoreano Moon Jae-in. Ha già dato vita alla “guerra di parole” con la Corea del Nord, definendo Kim Jong-un “un piccolo uomo-razzo” e minacciando “distruzione totale”. (agg. di Silvana Palazzo)
TRUMP VERSO L’ASIA: “POTREI INCONTRARE PUTIN”
Si decideranno probabilmente nei prossimi 13 giorni le sorti del Pianeta: il viaggio in Asia di Donald Trump riuscirà a scongiurare lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale con la Corea del Nord? Il presidente degli Stati Uniti è atteso in Giappone, dove il governo di Tokyo ha disposto il dispiegamento di 18mila uomini delle forze armate: una prova di forza e allo stesso tempo un provvedimento di sicurezza che nel Paese non si vedeva dal almeno 20 anni. Per l’occasione saranno impiegati 2mila agenti in più rispetto alla visita del Presidente Obama nel 2014: inoltre, per la prima volta, saranno presenti anche le donne poliziotto in borghese provenienti dai reparti anti sommossa. Prima di imbarcarsi per il Sol Levante, Trump ha però fatto visita, insieme alla first lady Melania, alla base di Pearl Harbor e al memoriale della USS Arizona, la nave da battaglia della Marina statunitense colpita da una bomba durante l’attacco nipponico del 7 dicembre 1941 durante la Seconda Guerra Mondiale. Una visita solenne, in un luogo di cui Trump in passato aveva detto di aver studiato e discusso. Un appuntamento che sa di memento: seppure con protagonisti diversi, la storia rischia di ripetersi.
LE MINACCE NORDCOREANE E L’INCONTRO CON PUTIN
Non si può negare l’importanza a livello politico del viaggio di Trump in Asia. La crisi dei missili con la Corea del Nord va avanti da mesi e rischia di sfociare in una Terza Guerra Mondiale. Oserà Kim Jong-un provocare The Donald con un nuovo test nucleare mentre il presidente Usa si trova a così poca distanza da Pyongyang? Un quesito a cui potremo rispondere soltanto fra qualche giorno. Quel che è certo è che dal regime non arrivano segnali distensivi. L’agenzia ufficiale Kcna ha infatti avvertito che gli Usa dovrebbero smettere di credere alla “idea assurda” per cui la Corea del Nord soccomba alle sanzioni internazionali e abbandoni il suo programma nucleare. Anche perché è ormai arrivata “allo stadio finale per il completamento del suo deterrente nucleare”. Una situazione davvero difficile da gestire, con Trump che al netto del Russiagate che sta imperversando in patria, potrebbe decidere di consultare l’inquilino del Cremlino, Vladimir Putin, per avere una mano nella gestione del dossier Kim. Ad ammettere che l’ipotesi di un incontro con l’omologo russo non è così campata in aria è stato lo stesso Trump ai microfoni di Fox News prima della partenza:”Potrebbe esserci un incontro con Putin. E di nuovo, Putin è molto importante perché possono aiutarci con la Corea del Nord“. Il meeting potrebbe avere luogo in Vietnam (altro scenario evocativo per la storia americana) a margine del summit dell’Apec, l’organismo che si occupa di favorire la cooperazione tra i Paesi del Pacifico, cui sono attesi tanto Trump quanto Putin.